TOTÒ OLTRE LA MASCHERA: ALESSANDRO PREZIOSI RENDE OMAGGIO AL PRINCIPE DELLA RISATA A MONTECARLO CON LA DANTE ALIGHIERI
MONTECARLO\ aise\ - Mercoledì 25 ottobre alle ore 20.00 un appuntamento da non perdere al Théâtre des Variétés di Montecarlo. Nell’ambito della Stagione 2017-2018 della Dante Alighieri di Monaco, Alessandro Preziosi, uno degli attori più affermati e amati, accompagnato dalla chitarra di Daniele Bonaviri, si esibirà nel Recital “Totò oltre la maschera” per un omaggio ad Antonio De Curtis.
Era il 15 aprile del 1967 quando scompariva un attore senza eguali, capace di dare voce con la sua straordinaria "rivoluzione del linguaggio", con le sue smorfie e i suoi lazzi verbali, all’Italia del Dopoguerra.
A cinquant’anni dalla sua morte Totò, non ha mai smesso di farci sentire la sua presenza. Non lo ha fatto la sua maschera, emblema sorridente e triste del sottoproletariato urbano di un’Italia schiacciata, ma viva, e non lo ha fatto l’uomo, nostalgico e fragile, che con quella maschera sembrava avere poco o niente a che fare.
Inizialmente usa il linguaggio napoletano, sempre comprensibile e pensato per essere digerito in tutto lo Stivale, per il persistere di un’Italia che continuava ad arrangiarsi come poteva. Ma il genio, si sa, non può essere imbrigliato: la carica innovatrice di Totò si fece ben presto sentire. Ed ecco dunque comparire sul grande schermo varie forme di una sorta di bilinguismo, che negli Anni Cinquanta danno vita a invenzioni
maccheroniche di lingue straniere, rimaste impresse nell’albo d’oro del cinema italiano. E nonostante che spesso molti soggetti dei più dei 100 film da lui girati siano deboli, il Principe, col tocco del suo genio, riesce a rendere appetitose le trame più sciape, irresistibili i copioni più insulsi con invenzioni pirotecniche, improvvisazioni fulminanti, gag esilaranti, giochi di parole, inventore di una neolingua che gli sopravvivrà in eterno tanto da farlo definire “un assaltatore del reale, un guastatore della normalità, un dinamitardo della lingua”.
Il Recital di Preziosi tra lettere, interviste, frammenti, musica e poesia ripercorre la carriera dell’attore riportando alla memoria non solo il personaggio Totò, ma anche l’Antonio de Curtis più intimo e personale
partendo idealmente dal suo rapporto con il teatro che, con apparente paradosso, meglio di altro può servire per mettere a nudo l’uomo oltre la maschera dell’interprete. Un uomo complesso, attore mai attore nel senso
tout court del termine, ma personaggio che recita la vita, o meglio, che lascia che la vita si rappresenti nelle sue sfaccettature, con le sue maschere e specchi.
Perché sono esistiti un Totò e un Antonio De Curtis. E per entrambi non si può che avere, parafrasando una sua canzone, “soltanto una parola: amore e niente più”. (aise)