AD AOSTA UGO NESPOLO TRA ARTE CINEMA E TEATRO

AOSTA\ aise\ - Sarà aperta al pubblico sino all’8 aprile 2018 al Centro Saint-Bénin di Aosta la mostra “A modo mio. Nespolo tra arte, cinema e teatro”, dedicata all’esperienza interdisciplinare dell’artista piemontese. L’esposizione, inaugurata il 20 ottobre e organizzata dall’Assessorato Istruzione e Cultura della Regione autonoma Valle d’Aosta, è curata dal critico Alberto Fiz in collaborazione con il filosofo Maurizio Ferraris.
Sono oltre 80 le opere esposte tra dipinti, disegni, maquettes per il teatro, sculture, tappeti, fotografie e manifesti realizzati dal 1967 sino a oggi in un percorso spettacolare e coinvolgente, ideato per gli spazi dell’ex chiesa sconsacrata. Tra le tante curiosità, non manca nemmeno la BMW K1 del 1993 e uno Skiff Olimpico Black Fin lungo otto metri (una barca da canottaggio), mai esposto prima d’ora, che si modifica attraverso il segno nomadico dell’artista.
Dall’arte al cinema, dai cartoon televisivi alla logica matematica sino al teatro, le opere, disposte in base a tracciati tematici, creano una costellazione all’interno del Centro Saint-Bénin da cui emerge la versatilità di uno dei più originali e trasgressivi interpreti della scena contemporanea italiana che ha ripercorso stili e stilemi “a modo suo”, senza mai lasciarsi imbrigliare dalle convenzioni.
Nespolo fa il suo ritorno ad Aosta 23 anni dopo la sua prima personale organizzata nel 1994 alla Tour Fromage: Effetto pittura era il titolo di quella mostra dove il curatore e grande storico del cinema Gianni Rondolino, recentemente scomparso, sottolineava come l’universo cinematografico inteso come la moltiplicazione delle immagini sul terreno della fantasia e dell’immaginazione fosse per l’artista il campo d’azione privilegiato. Anche in questa circostanza il cinema ha un ruolo significativo sia nella sua dimensione specifica (viene proposta, tra l’altro la sua prima macchina da presa) sia nella sua reinterpretazione pittorica dove i frame dei suoi film diventano grandi dipinti che conservano la memoria della pellicola e ne fissano per sempre la componente iconica.
Nell’ambito della mostra, poi, uno spazio specifico è dedicato alle differenti forme d’indagine audiovisiva partendo dal cinema sperimentale e dai cortometraggi degli anni sessanta dove compaiono tra i protagonisti Lucio Fontana, Alighiero Boetti, Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Enrico Baj, per giungere sino a Yo Yo, la serie di cartoni animati in 52 episodi realizzata nel 2016 per Rai Yo Yo che ha vinto il primo premio nella sezione Series Preschool a Cartoons on the Bay in occasione della 21° edizione del Festival Internazionale dell’Animazione 2017.
“Con uno slogan futurista si potrebbe dire che ad Aosta l’arte invade la vita – afferma Alberto Fiz – Nespolo, come Fregoli, appare sempre se stesso nei suoi infiniti travestimenti e nei suoi ricorrenti camouflages linguistici e metalinguistici dove tutto è troppo serio per non essere preso con ironia.” Basti pensare al bozzetto in mostra della scultura di sette metri con la scritta Lavorare, lavorare, lavorare, preferisco il rumore del mare ispirata a un verso del poeta Dino Campana. Ma la vena trasgressiva è una costante sin dagli esordi e attraversa anche Condizionale, l’installazione poverista del 1967 con il nastro in gomma che esce da due elementi in legno e formica simulando l’andamento della pellicola cinematografica. Il lavoro è esposto insieme alle tavole di Pastore, un omaggio al filosofo torinese Valentino Annibale Pastore dove Nespolo propone la combinazione tra 256 tipi di sillogismi segnici che si sviluppano parallelamente alle indagini dell’amico Boetti. Ampio è, poi, lo spazio dedicato al Museo, un ciclo iniziato alla metà degli anni settanta che prosegue tuttora con l’intenzione di rivisitare la fruizione dello spazio pubblico e denunciare l’atteggiamento acritico e conformista nei confronti dell’arte contemporanea cosiddetta ufficiale celebrata dal sistema economico e fonte di continue speculazioni. Accanto ad una serie di grandi dipinti, viene presentata Avanguardia educata, un’installazione polimaterica abitabile di quattro metri, datata 1995, che ripropone una sintesi postmoderna dei segni novecenteschi, tra futurismo, Bauhaus e pop art. Ma la rassegna prevede anche una serie di tappeti disposti attraverso il gioco combinatorio dei suoi puzzle con immagini spezzate che s’incrociano creando narrazioni eccentriche ed imprevedibili oltre all’esposizione di ex libris, ovvero libri-scultura tridimensionali di forte impatto cromatico che s’impongono alla visione senza la necessità di essere sfogliati.
Un’attenzione specifica è, poi, dedicata ai numeri che prendono spunto dagli studi sulla sezione aurea (nel 2010 ha pubblicato un libro d’artista sul Numero d’Oro per la Utet). Da qui le infinite relazioni indagate dall’artista in uno spazio che contempla sculture tattili e dipinti storici di grande impatto visivo come Grande conto del 1981 di tre metri di lunghezza. Al Centro Saint-Bénin, infine, non poteva mancare il teatro che dagli anni Ottanta affianca l’attività di Nespolo. Così, sono esposte maquettes degli spettacoli più importanti, disegni e costumi che spaziano dall’Elisir d’Amore di Gaetano Donizetti a Madama Butterfly di Giacomo Puccini sino a Veremonda, l’Amazzone di Aragona di Francesco Cavalli che non veniva rappresentato dal 1653.
Il catalogo della mostra, in italiano e francese, con la pubblicazione di tutte le opere esposte, è edito da Magonza. Insieme ai saggi di Maurizio Ferraris, Alberto Fiz, Daria Jorioz e a un’intervista di Nespolo con Pietro Bellasi, contiene una serie di scritti dell’artista e testimonianze, tra gli altri, di Renato Barilli, Gillo Dorfles, Vittorio Fagone, Gianni Rondolino, Francesco Poli e Tommaso Trini.
Cenni biografici
Ugo Nespolo, nato a Mosso (Biella), si é diplomato all’Accademia di Belle Arti di Torino ed è laureato in lettere moderne. I suoi esordi nel panorama artistico italiano risalgono agli anni sessanta e sono caratterizzati da un'intensa ricerca sperimentale che, muovendosi nell'ambito della pop art e delle soluzioni neo-dada, s'incentrano sul rapporto ludico tra arte e immagine. Alla fine degli anni sessanta è tra gli artisti della Galleria Schwarz di Milano che annovera, fra gli altri, Duchamp, Picabia, Schwitters, Arman e Baj. Da Schwarz, nel 1968, viene organizzata una mostra personale presentata da Pierre Restany “Macchine e oggetti condizionali” che si pone in relazione con il nascente movimento dell’arte povera. Baj, Fontana, Pistoletto, Boetti e Merz sono tra gli interpreti dei suoi film.
Con Enrico Baj, Nespolo frequenta a Parigi Man Ray il quale gli consegna la sceneggiatura per un film, Le porte girevoli che Nespolo realizzerà nel 1982. In Francia, sin dalla fine degli anni sessanta, frequenta Ben Vautier con il quale è protagonista di celebri performance. Nel 1968 realizza a Torino una serie di mostre e incontri dal titolo “Les mots et les choses” dove con Ben, Boetti a altri autori dà vita ad una serie di eventi e concerti Fluxus mai prodotti in Italia prima di allora. L’incontro con gli artisti del New American Cinema quali Jonas Mekas, Andy Warhol, Yoko Ono, P. Adam Sitney, costituisce il punto di partenza per la nascita del cinema di ricerca in Italia. Nespolo ne è il promotore, come documenta nel 2008 la mostra “Nespolo Cinema / Time after Time” al Museo del Cinema di Torino. I suoi film sono stati proiettati e commentati nei maggiori musei del mondo. In Francia il Centre Pompidou realizza nel 1984 proiezioni dal titolo “Nespolo – le cinema diagonal” e le Musée National du Cinéma di Parigi presenta, per due volte, i suoi film che vengono proposti anche al Philadelphia Museum of Modern alla Tate Modern di Londra e al Guggenheim di Venezia.
Antesignano del postmoderno, i soggetti pittorici di Nespolo, derivati dai miti e dagli stereotipi della civiltà dei consumi, così come dalla storia dell’arte, vengono scomposti e ricomposti in accattivanti puzzle dalle tinte vivaci o combinati, con numeri e lettere, in caleidoscopici intarsi, attraverso una raffinata tecnica artigianale che esprime il suo inequivocabile segno. Nespolo rilegge trasversalmente la cultura, gli stili e i generi nelle diverse componenti espressive senza rinunciare all’uso dei materiali più diversi (ebano, plastiche, ricami, argento, tessuti). Accanto a citazioni futuriste, le sue opere rappresentano interni, scorci di città, musei o immagini giocose desunte dal repertorio iconografico proprio dei fumetti o dell’universo infantile. Grandi collage dipinti su carta da spolvero divengono, talvolta, studi per più vaste composizioni in legno.
Ha collaborato con molte aziende tra le quali Fiat, Renault, Ducati, Piaggio, Ferrari, Swatch, Campari, Kraft, e ha realizzato celebri campagne pubblicitarie. Ricca anche l’esperienza nel campo architettonico e sociale. Autore di una serie di videosigle per la Rai tra cui Cacao Meravigliao (1987) per Indietro tutta!, la popolare trasmissione di Renzo Arbore e di cartoon come la serie animata Yo Yo (2016), Nespolo ha creato scene e costumi per opere teatrali, disegni per tessuti e arazzi, manifesti pubblicitari e ceramiche dipinte.
È attualmente la più “alta autorità” patafisica italiana. Ha fondato con Baj l’Istituto Patafisico Ticinese e si onora di avere il proprio diploma firmato da Raymond Queneau che aveva apprezzato un piccolo libro di logica formale scritto da Nespolo e stampato da Schwarz nel 1968.
Ha esposto in gallerie e musei in Italia e all’estero realizzando numerosi progetti pubblici tra cui le vetrofanie per le stazioni della Metropolitana di Torino dove ripercorre la storia della città. Dal 2011 al 2014 è stato presidente del Museo del Cinema di Torino. (aise)