CITTADINANZA IN BRASILE: LONGO (PSI) INTERROGA ALFANO E MINNITI

ROMA\ aise\ - “Facilitare e accelerare realmente l'iter per ottenere la cittadinanza italiana, quale legittima aspettativa di quanti chiedono il riconoscimento di un proprio diritto fondamentale”. È la prima e più importante richiesta contenuta nella interrogazione urgente che il senatore Fausto Guilherme Longo (Psi) ha presentato ai Ministri degli esteri e dell’interno, Alfano e Minniti.
Nella premessa, il senatore eletto in Sud America cita le segnalazioni “circa le difficoltà per ottenere la cittadinanza italiana sono sempre più frequenti. Pare che al consolato di San Paolo del Brasile si stiano verificando situazioni assurde proprio a causa dell'aumento esponenziale delle richieste, a fronte del numero esiguo di personale che vi lavora;
la legge italiana permette a chi è discendente per linea diretta (ius sanguinis) di avere la cittadinanza italiana. Il diritto allo status di cittadino italiano – sottolinea il senatore – deve essere riconosciuto al richiedente anche nato all'estero, ed eventualmente anche in possesso di un'altra cittadinanza, purché almeno uno dei genitori sia in possesso della cittadinanza italiana. Questo avrebbe portato negli ultimi anni ad una corsa a farne richiesta, specialmente in quei Paesi dove si è registrata un'emigrazione italiana particolarmente numerosa, come il Brasile, dove su una popolazione di 182 milioni di abitanti circa 31 milioni sono oriundi italiani, molti dei quali hanno richiesto la cittadinanza ai vari consolati italiani con la conseguente paralisi di tutte le pratiche”.
“Dai dati forniti dal vice ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Mario Giro, in risposta all'interrogazione dell'on. Fabio Porta 4-11976 del 5 febbraio 2017, - prosegue Longo - si apprende che le richieste di accesso in lista d'attesa in materia di cittadinanza, relativamente alle circoscrizioni consolari del Brasile, al 28 febbraio 2016, sono 111.058. Per ciò che concerne le pratiche di cittadinanza attivate presso il Ministero dell'interno dai discendenti dell'ex Impero austro-ungarico ai sensi della legge n. 379 del 2000, secondo i dati della metà del mese di ottobre 2016, sono in totale 1.006, corrispondenti a 6.121 richiedenti; dal lato italiano, - precisa il parlamentare - se i Comuni prima erano collaborativi perché avevano solo qualche caso all'anno, ora hanno centinaia di casi al mese quindi sono diventati molto rigidi e applicano la legge in maniera molto restrittiva, impedendo l'ottenimento della cittadinanza. È da segnalare, inoltre, che questo fenomeno costringe i richiedenti a rivolgersi a studi legali, appositamente istituiti, che per l'assistenza richiedono dei compensi molto elevati”.
Longo ricorda quindi che “la procedura di riconoscimento della cittadinanza, secondo la normativa vigente, si dovrebbe concludere entro 730 giorni dalla data di presentazione dei relativi documenti, invece, in media ne passano molti di più e i richiedenti, soprattutto in Brasile, sono costretti ad aspettare addirittura fino a 10 anni prima di ottenere l'esito della richiesta; si tratta di una situazione inaccettabile che limita le opportunità di quanti potrebbero concorrere appieno alla società civile in qualità di cittadini italiani, come per esempio ottenere prestazioni assistenziali, viaggiare senza dover chiedere visti, votare alle elezioni politiche ed amministrative, eccetera; nonostante sia anche intervenuta una sentenza del Tribunale amministrativo regionale del Lazio (26 febbraio 2014) che, nell'accogliere l'istanza dei richiedenti, ha riconosciuto la violazione generalizzata dei termini di conclusione del procedimento sull'istanza di rilascio della concessione della cittadinanza italiana ed ha intimato al Ministero dell'interno di porre rimedio a tale situazione mediante l'adozione degli opportuni provvedimenti entro il termine di un anno, i tempi di attesa sono sempre più lunghi”.
“La legge di bilancio per il 2017 (legge n. 232 del 2016) al comma 429 dell'art. 1 – sottolinea ancora Longo – prevede la riassegnazione, a decorrere dall'anno 2017, del 30 per cento dei versamenti effettuati per la domanda di riconoscimento di cittadinanza italiana (pari a 300 euro) allo stato di previsione della spesa dell'esercizio in corso del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Tali risorse sono trasferite agli uffici dei consolati di ciascuna circoscrizione consolare che hanno percepito il contributo, in proporzione delle percezioni introitate. Tali somme, quindi, sono destinate al rafforzamento dei servizi consolari per i cittadini italiani residenti o presenti all'estero, con priorità per la contrattualizzazione di personale locale da adibire allo smaltimento dell'arretrato riguardante le pratiche di cittadinanza presentate presso i medesimi uffici consolari; tale misura è stata accolta con favore dal Ministro degli affari esteri pro tempore Paolo Gentiloni, che la definì di straordinaria importanza per l'attività della nostra rete consolare, che assiste 5.200.000 italiani iscritti alle nostre liste anagrafiche e anche tantissimi italiani che vivono all'estero o sono temporaneamente all'estero, pur non essendo iscritti in queste liste, riconoscendo in essa un'attività straordinaria che si svolge con risorse ridotte dalla spending review, soprattutto negli ultimi anni”.
Tuttavia, precisa il senatore, “nonostante la presenza di tali risorse e nonostante che il Ministero dell'interno abbia adottato negli ultimi anni una serie di correttivi che assicurano i collegamenti telematici con le amministrazioni coinvolte nel procedimento, la consultazione on line della pratica e la sua completa informatizzazione, non si registra alcun miglioramento della situazione”. Longo, infine, ricorda una sua interrogazione del 22 febbraio 2017, con cui insieme al collega Buemi riportavano “analoghe problematiche relative agli ingiustificati ritardi nell'esame delle istanze per il rilascio della cittadinanza agli aventi diritto, soprattutto presso il consolato del Brasile”.
Il senatore, dunque, chiede ai due Ministri “se intendano attivarsi, al fine di facilitare e accelerare realmente l'iter per ottenere la cittadinanza italiana, quale legittima aspettativa di quanti chiedono il riconoscimento di un proprio diritto fondamentale; quali siano i tempi perché le risorse previste dal comma 429 dell'art. 1 della legge n. 232 del 2016 per la contrattualizzazione di personale locale da adibire allo smaltimento delle pratiche arretrate presso gli uffici consolari siano pienamente disponibili” e, infine, “se siano del parere che, attraverso la digitalizzazione delle informazioni amministrative e il collegamento in rete dei diversi uffici preposti all'esame per il rilascio della cittadinanza, si possa realizzare un sostanziale snellimento burocratico dell'iter”. (aise)