ELEZIONI SICILIA/ AUGELLO (CARSE) SCRIVE AI CANDIDATI: SI RILANCI LA POLITICA PER I SICILIANI ALL’ESTERO

PALERMO\ aise\ - “L’approssimarsi della scadenza elettorale, rende necessario da parte nostra, portare alla vostra attenzione la problematica dell’emigrazione siciliana nel mondo, totalmente trascurata nell’ultimo quinquennio da parte del Governo Crocetta”. Inizia così la lettera che Salvatore Augello, a nome del Carse - Coordinamento Associazioni Regionali Siciliane dell’Emigrazione – ha invitato ai candidati alla Presidenza della Regione - Nello Musumeci, Giancarlo Cancelleri, Fabrizio Micari e Roberto La Rosa – in vista delle elezioni del 5 novembre prossimo. A loro, il Carse chiede di rilanciare le politiche regionali per i siciliani all’estero.
Il testo della lettera.
“Ad oggi sono circa 800.000 i siciliani emigrati ancora in possesso della cittadinanza, un numero in continuo aumento, a giudicare dalla ripresa del flusso in uscita dovuto alla nuova emigrazione. Oltre sei milioni sono gli oriundi sparsi per il mondo che in ogni caso guardano alla Sicilia. In questi ultimi tempi, infatti, si nota un aumento di interesse anche nelle nuove generazioni, che fanno richiesta di riacquisto della cittadinanza.
Anche quelli che non la fanno, spesso cercano di viaggiare in Sicilia alla ricerca delle proprie radici.
La paziente e diligente opera delle associazioni, e non solo quelle storiche regionali, ha costruito in giro per il mondo una vasta ed articolata rete associativa. La ristrettezza economica, specialmente durante l’ultimo governo, ha tagliato completamente fuori i siciliani all’estero privandoli anche di un minimo segnale di attenzione.
Il Governo che non ha mai parlato di emigrazione, nemmeno nel discorso di insediamento né nelle dichiarazioni programmatiche, dando il senso della scelta politica di abbandono.
Eppure 800.000 siciliani in possesso della cittadinanza italiana, a nostro avviso, qualche attenzione la meriterebbero, considerando che loro possono ancora dare molto alla Sicilia.
È come se una città come Palermo o Catania venissero tagliate fuori dai trasferimenti della Regione, oppure se le altre sette città che tutte assieme non raggiungono la cifra di 800.000 persone, venissero completamente ignorate.
Ora è chiaro che non chiediamo per i siciliani all’estero lo stesso trattamento riservato alle città siciliane.
Tutto quello che chiediamo è il rispetto delle leggi di cui questa Regione nel tempo si è dotata: la n.25/75 superata e sostituita dalla legge n. 55/80, a sua volta modificata con le leggi n. 981 n.63/83, 38/84.
È ammissibile che una Regione fa le leggi e poi è la prima a disattenderle?
La Sicilia che ha fatto da battistrada in questo settore, oggi si trova ad essere fanalino di coda di una tematica che in tutte le altre regioni continua ad evolversi mentre in Sicilia resta ancorata ad un legge ormai datata, che non riesce più nemmeno a garantire l’istituzione ed il funzionamento della Consulta Regionale dell’Emigrazione.
A nostro avviso, i siciliani all’estero meritano una grande attenzione e rappresentano una grande risorsa.
Le associazioni storiche che operano in Sicilia, unitamente alle varie federazioni che operano all’estero, hanno avuto il grande merito di dare vita ad una rete associativa di grande importanza, composta da singole associazioni, da federazioni che operano in Sicilia ed all’estero.
Tali associazioni hanno esportato all’estero tradizioni, usi, abitudini, che alla fine contaminandosi con le usanze locali hanno rappresentato e rappresentano un notevole sbocco commerciale per le produzioni siciliane, specialmente nel campo agro alimentare.
Quello che desideriamo sapere è se nei programmi e nella volontà delle personalità che oggi si contendono la poltrona di Palazzo D’Orleans vi sia spazio anche per i Siciliani all’estero.
A sostegno della necessità di rilanciare una politica degna di questo nome in direzione dei siciliani all’estero, vi informiamo, che da oltre un ventennio, la consulta regionale dell’emigrazione e dell’immigrazione prevista dalle citate leggi, non viene insediata anche se essa è stata rinnovata con tre diversi decreti assessoriali, il più antico dei quali nel 2000 ed il più recente nel 2010.
A dispetto di tali decreti di nomina, la Sicilia da tempo è l’unica Regione a non avere una sua Consulta, restando fuori dai tavoli dove si parla di emigrazione ed immigrazione.
Dobbiamo continuare su questa strada? Cosa potremo dire ai siciliani all’estero che non capiscono questo abbandono o che lo vivono come un secondo tradimento della terra natìa?
La Sicilia negli ultimi anni ha visto un notevole incremento dell’emigrazione e soprattutto quella giovanile.
Cosa pensano i candidati alla Presidenza della Regione e come pensano di intervenire in questo vitale settore?
Questa è la domanda che oggi ci sentiamo di rivolgere ai candidati tutti, nella speranza di avere risposte esaustive e non vane promesse”. (aise)