“ITALIA E SUDAN NEL DOPO SANZIONI ECONOMICHE: SCENARI E PROSPETTIVE”: L’AMBASCIATORE LOBASSO INTERVISTATO DALL’AGENZIA SUNA
KHARTOUM\ aise\ - In occasione delle ventennali sanzioni unilaterali americane sul Sudan, l’Ambasciatore d’Italia a Khartoum, Fabrizio Lobasso, è stato intervistato dall’Agenzia SUNA sui futuri scenari politico-economici per le relazioni italo-sudanesi.
“L’Italia da lungo tempo attira l’attenzione nei vari fora internazionali sul ruolo strategico del Sudan, quale interlocutore cruciale del Corno d’Africa ai fini del mantenimento di stabilità e pacificazione nella regione”, ha detto il diplomatico. “La fine delle sanzioni rappresenta un passo importante per Khartoum, sulla strada del consolidamento democratico e del suo reinserimento nelle dinamiche finanziarie internazionali”.
Il ruolo delle istituzioni italiane in Sudan, specie in tema di Cooperazione allo Sviluppo, è di primo piano: lotta ai traffici umani e all’immigrazione clandestina, malnutrizione, salute, aiuti umanitari, agricoltura ed emergenza sono alcuni dei temi di collaborazione, con circa 20 milioni di euro investiti per i prossimi 3 anni.
“Non solo aviazione, miniere, telecomunicazioni e ferrovie”, continua l’ambasciatore Lobasso, “ma anche agroindustria e risorse animali rappresentano settori trainanti per incrementare i rapporti commerciali italo-sudanesi e possibili investimenti diretti. Il paese africano è ricco di materie prime e l’expertise italiano è conosciuto e stimato in Sudan da molto tempo. Non vedo paese più titolato dell’Italia per creare solide filiere agroalimentari e sistemi di sostenibilità del ciclo di trasformazione del prodotto animale”.
Sono ancora eccessive le importazioni sudanesi - con circa 5 miliardi di dollari di deficit di bilancia commerciale. Tanto più che alcuni beni potrebbero essere prodotti localmente (a cominciare dalle autovetture), in esito ad una sana e rinnovata politica industriale.
“Il mercato finanziario sino ad oggi – aggiunge Lobasso – è stato paralizzato dalle sanzioni, ma l’uscita dal tunnel permetterà alle banche sudanesi di riattivarsi, contribuendo al recupero di credibilità del paese e alla stabilizzazione progressiva di fondamentali macroeconomici oggi ballerini, come ad esempio il tasso di cambio, con la sua attuale incongruenza “ufficiale/parallelo””.
Pure, al di là delle considerazioni finanziarie, la vera sfida che il Sudan dovrà affrontare, una volta raggiunta una pacificazione stabile, sarà la ricerca di opportunità di occupazione giovanile e la protezione delle fasce di popolazione più vulnerabili. “Solo così”, conclude l’ambasciatore Lobasso, “si potrà fermare l’emorragia di cervelli sudanesi, in costante fuga verso il Golfo: cervelli internazionalmente rinomati per intelligenza, preparazione e capacità di adattamento”. (aise)