MATTARELLA A MIRANDOLA E PIEVE DI CENTO

MIRANDOLA\ aise\ - A cinque anni dal terremoto in Emilia Romagna, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato oggi nei luoghi colpiti dal sisma: prima a Mirandola e poi a Pieve di Cento.
A Mirandola Mattarella, nell'Aula Magna 'Rita Levi Montalcini' del polo scolastico, ha partecipato al convegno "Fare scuola. Ricostruzione. Innovazione. Comunità" organizzato dalla Regione Emilia Romagna. Dopo il saluto del Sindaco di Mirandola, Maino Benatti, e la proiezione di un filmato sulla ricostruzione dal titolo "5 anni dopo", hanno preso la parola l'architetto Mario Cucinella e il Presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini.
Al termine Mattarella ha visitato il Tpm, 'Technology Park for medicine', la biblioteca comunale 'Eugenio Garin' e la scuola elementare 'Dante Alighieri'.
Dopo Mirandola, il Capo dello Stato si è recato a Pieve di Cento (Bologna) dove ha inaugurato la 'Casa della musica', struttura realizzata con le risorse del fondo di solidarietà di imprese e lavoratori emiliano-romagnoli per la ricostruzione post-sisma.
Alla cerimonia inaugurale sono intervenuti il Segretario Regionale CISL Emilia-Romagna, Giorgio Graziani, il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Maurizio Marchesini e il Sindaco di Pieve di Cento, Sergio Maccagni.
“Oggi ricorrono cinque anni dalla seconda scossa di terremoto del 29 maggio. Lo abbiamo visto nel filmato che ci ha ricordato i ventotto morti, i trecento feriti, le tante migliaia di sfollati. Quindi il primo pensiero che rivolgiamo è naturalmente per loro, per le vittime, per i morti, per le sofferenze patite. Si è condiviso allora, qui e in tutta Italia, il dolore per quel che era avvenuto, e la condivisione è stata anche il centro e forse il motore principale della ricostruzione”, ha detto Mattarella a Mirandola. “Probabilmente allora molti avevano dei timori: il timore che il tessuto sociale si potesse disgregare, che il tessuto produttivo, lacerato e colpito , subisse ferite non rimarginabili, che si potesse creare una fuga dai territori colpiti”.
“La vostra capacità e la vostra volontà – ha sottolineato il Capo dello Stato – hanno vanificato queste paure e hanno avviato una ricostruzione di grande successo. È stata un'opera impegnativa e importante che ha trovato le basi nella cultura di queste zone, nella capacità di reazione del tessuto sociale, in quella cultura del lavoro e dell'impegno che, trasmessa di generazione in generazione, ha reso questi territori sempre capaci di affrontare difficoltà e di superarle”.
“L'evento di cinque anni fa – ha aggiunto – ha ricordato ancora una volta al nostro Paese: la fragilità del nostro territorio nazionale. Tre anni prima vi era stato il terremoto dell'Aquila, quattro anni dopo i terremoti che, in tre riprese violente, hanno colpito le quattro Regioni del Centro Italia. Questi eventi – ha rimarcato il Presidente – richiamano l'esigenza di curare il nostro territorio, di mettere in sicurezza le sue strutture abitative e produttive. Qui avete ricostruito e state ancora ricostruendo con garanzie di sicurezza, con standard avanzati, più sicuri, con condizioni di maggiore tranquillità: sono condizioni che vanno estese ovunque, che vanno realizzate anche nelle zone colpite di recente”.
Nel suo intervento, Mattarella ha detto anche che “la ricostruzione non è fatta soltanto da pietre, ma anche da valori e da scelte; e voi avete scelto come priorità le scuole e le aziende. Vorrei rivolgere un ringraziamento e un apprezzamento molto grandi al corpo docente delle scuole che ha consentito di non interrompere l'attività: è stato il primo segno non soltanto della volontà di continuare ma della capacità di riprendere la vita normale malgrado quanto avvenuto. Non poteva essere che così, d'altronde, nella terra di Pico della Mirandola”.
Sul fronte produttivo, il Presidente ha ricordato che “il terremoto ha colpito, qui più che altrove, il tessuto produttivo, ma le aziende sono state capaci attraverso l'opera e il merito di imprenditori e lavoratori di far fronte a quanto avvenuto e di riprendere con vigore migliorando addirittura le conduzioni produttive. Certo, c'è stata la solidarietà dell'intero Paese, vi è stato il sostegno della dimensione pubblica, vi è stata - e va ricordata - un'efficienza delle amministrazioni che ha sorretto questo impegno, ma il merito di imprenditori e lavoratori è davvero esemplare”.
“Questo impegno e queste condizioni – ha concluso – consentono oggi di guardare sempre con rimpianto e dolore a quanto avvenuto, ma di guardare con fiducia il presente e il futuro”. (aise)