OLTRE 2 MILIONI DI STUDENTI PER L'ITALIANO NEL MONDO

ROMA\ aise\ - Una preziosa pubblicazione perché contiene dati aggiornati sull'insegnamento della lingua italiana, nonché analisi e strategie di promozione linguistica all'estero il "Libro bianco della lingua italiana nel mondo 2017", presentato ieri in palazzo Firenze, a Roma, in occasione dell'evento "L'Italiano nel mondo che cambia 2017".
I dati presentati nel volume sono il risultato del lavoro di raccolta condotto dalla rete diplomatico-consolare e degli Istituti Italiani di Cultura per l’anno accademico 2015/2016, grazie anche alla collaborazione dei membri dell’Associazione CLIQ (Società Dante Alighieri, Università per Stranieri di Perugia, Università per Stranieri di Siena, Università Roma 3) e delle scuole private aderenti all’Associazione ASILS.
Giunta alla sua quarta edizione, l’indagine promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale si conferma come uno strumento importante di conoscenza dei molteplici contesti all’interno dei quali la lingua italiana viene insegnata. Si tratta di un panorama estremamente variegato fatto di associazioni, università, scuole pubbliche e private che contribuiscono a rispondere ad una domanda di italiano proveniente da una platea di circa 2.065.787 di studenti censiti in oltre 115 Paesi.
La cadenza annuale della rilevazione e l’utilizzo di una metodologia consolidata hanno permesso di minimizzare gli errori in fase di aggregazione e analisi dei dati raccolti. Proprio la costante attenzione ad evitare imprecisioni nell’attribuzione degli studenti ai diversi ambiti di apprendimento è all’origine di alcuni cambiamenti rispetto all’ultimo anno. Ad esempio, la possibilità di accedere a dati certi e non stimati ha comportato una diminuzione di 26.133 studenti in Croazia (-30%), un aumento di 34.627 studenti censiti in Serbia (+1731%) e il cambiamento di posizione della Germania (-99.643 studenti, pari al 29,52%), ora terzo Paese al mondo dopo Australia (-11.655 studenti, pari al 3,58%) e Francia.
Accanto a queste correzioni statistiche che tendono a compensarsi a vicenda, vi sono poi variazioni che possono essere comprese tenendo in considerazione le caratteristiche del singolo Paese o dell’area geografica dove l’analisi è stata condotta. Il caso più emblematico è sicuramente quello dell’Egitto. La decisione delle autorità locali di fornire solamente i dati di quattro dei nove Governatorati che prevedono l’insegnamento dell’italiano nelle 9 scuole pubbliche ha reso complesso tracciare un quadro certo sul numero degli studenti. Come conseguenza di questa decisione, a fronte degli oltre 124.925 alunni rilevati lo scorso anno, il censimento del 2016 non supera la soglia dei 79.149 studenti. Si tratta chiaramente di un dato non completo, che tuttavia incide significativamente sul totale del numero degli studenti.
Situazioni simili si sono verificate in Uruguay (-41,17%, pari a 4.685 studenti), Venezuela (-25%, pari a 4.550 studenti), a causa delle difficoltà riscontrate dalle Sedi nel condurre la raccolta e nei Paesi Bassi (-28%, pari a 2.157 studenti) per il mancato riscontro da parte di alcune scuole pubbliche e private attive nei due Paesi. Al contrario, in Australia (-3,58%, pari a 11.655 studenti), la concorrenza di lingue considerate più competitive da un punto di vista lavorativo ha inciso nelle variazioni registrate nell’ambito delle scuole pubbliche e delle università. Infine, diverso è il caso dell’Argentina dove la contrazione di 11.381 studenti (-12%) è da ricondurre alla diminuzione degli Enti Gestori dei corsi di lingua e cultura italiani operanti nel Paese, passati da 21 nel 2015 a 12 nel 2016.
Insieme alla difficoltà di reperire dati costanti nei contesti che non ricevono un contributo ministeriale diretto, queste due dinamiche aiutano a spiegare la diminuzione nel numero totale degli studenti rilevanti rispetto all’anno scorso: -7,50%, pari a 167.586 unità. Tuttavia, più che concentrarsi sul dato globale – che è spiegabile ma che non va comunque sottovalutato – occorre analizzare i dati nei singoli contesti di apprendimento.
A fronte della flessione che caratterizza gli ambiti di più difficile censimento, come le scuole private e le università della terza età (-30%, pari a 98.574 studenti), si possono infatti notare miglioramenti nel numero degli studenti universitari (+3,66%, pari a 8.287 unità), dei corsi dei lettori (+12,40%, pari a 2.778 unità) e dei corsi tenuti dagli Istituti Italiani di Cultura (+1,11%, pari a 785 unità). Dati positivi – soprattutto in Brasile (+4,96%, pari a 3.327 studenti), in Ecuador (+166,19%, pari a 2.654 studenti) negli Emirati Arabi Uniti (+587,88%, pari a 388 studenti), Federazione Russa (+24%, pari a 1.819 studenti) e Israele (+32%, pari a 641 studenti) - che permettono di apprezzare l’effetto delle politiche di promozione linguistica condotte in quei Paesi. Un bacino che, al netto delle correzioni legate al miglioramento dei metodi di analisi dei dati, si dimostra sostanzialmente stabile rispetto a quanto rilevato lo scorso anno.
Dall’analisi complessiva emerge infine che la maggioranza assoluta degli studenti si concentra nelle scuole pubbliche (circa 56% del totale, pari a 1.164.434 studenti). Un dato che si pone in linea con quanto rilevato lo scorso anno e mette in evidenza la necessità di incentivare, laddove possibile, l’istituzione e l’ampliamento di sezioni bilingue a partire dalle scuole dell’infanzia e primarie. (aise)