OPEN ROADS 2017: TORNA A NEW YORK LA MOSTRA DEL CINEMA ITALIANO – di Chiara Barbo

NEW YORK\ aise\ - “Torna Open Roads: New Italian Cinema, più che celebre rassegna del nuovo cinema italiano che si tiene ogni anno al Lincoln Center di New York. Dall’1 al 7 giugno 2017, l’Istituto Luce Cinecittà e The Film Society of Lincoln Center presentano una selezione di 14 film italiani fra i più interessanti della scorsa stagione, per un totale di 48 David di Donatello”. A presentare la rassegna è Chiara Barbo che firma questo articolo su “La voce di New York”, quotidiano online diretto da Stefano Vaccara.
“Ad aprire la rassegna quest’anno è Indivisibili (Indivisible) di Edoardo De Angelis, film vincitore di 6 David di Donatello. Film di formazione anomalo, per stile oltre che per la dichiarata anomalia della protagoniste, gemelle siamesi che, vissute sempre in simbiosi, a diciott’anni scoprono, e non senza difficoltà, di avere desideri e sogni diversi, diverse aspirazioni, in una provincia italiana di un sud remoto che sembra uscita dagli anni Cinquanta e lì rimasta, mentre il mondo “globale” va avanti.
Accanto a Indivisibili, Open Roads seleziona quest’anno altri film che hanno ricevuto attenzione internazionale di pubblico e critica, da opere prime ai film dei veterani del cinema italiano: il documentario a tema esorcistico Liberami (Deliver) di Federica Di Giacomo, vincitore della sezione Orizzonti alla scorsa edizione del Festival di Venezia; Fiore, film minimo e bellissimo di Alessandro Giovannesi, presentato a Cannes nel 2016 e tra i migliori della scorsa stagione.
E poi Pif (all’anagrafe Pierfrancesco Diliberto) che dai consueti successi televisivi torna al cinema con un film storico satirico In guerra per amore (At War With Love); La guerra dei cafoni (The War of the Yokels) di Davide Barletti e Lorenzo Conte, favola interpretata da un cast composto quasi interamente da bambini; I figli della notte (Children of the Night), atteso debutto nel lungometraggio di Andrea De Sica, con un film di formazione a tinte horror.
E ancora Orecchie (Ears) di Alessandro Aronadio al suo secondo film con questa kafkiana giornata in bianco e nero; Le ultime cose (Pawn Street), film intenso e morale, opera prima di Irene Dionisio, da poco nominata direttrice del Torino Gay & Lesbian Film Festival. Quindi Sole, Cuore, Amore (Sun, Heart, Love), poesia urbana e malinconica di Daniele Vicari; La ragazza del mondo (Worldly Girl), opera prima di Marco Danieli premiata alla scorsa edizione del Festival di Venezia con il Brian Award (ispirato al celebre film dei Monty Python e assegnato dall’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti).
Quindi si passa ai veterani del cinema italiano: Due soldati (Two Soldiers) di Marco Tullio Giordana, che conclude così la sua trilogia sul crimine organizzato, iniziata con I cento passi e proseguita poi con Lea; Gianni Amelio con La tenerezza(Tenderness), relazioni familiari nella classe media napoletana, liberamente tratto dal romanzo di Lorenzo Moreno vincitore del Premio Strega; Le confessioni (The Confessions) di Roberto Andò, co-produzione italo-francese fra politica, intrighi internazionali e uno squisito senso dell’umorismo. E infine Fai bei sogni (Sweet Dreams) del maestro Marco Bellocchio, delicato ed emozionante adattamento del romanzo autobiografico di Massimo Gramellini.
La selezione di quest’anno di Open Roads presenta un bel quadro, vario e non scontato, di un’Italia complessa e complicata, dissimile a se stessa pur nelle sue antiche similitudini culturali, tra vizi e virtù che il cinema ha spesso sapientemente riflesso e interpretato: un paese di cui oggi più che negli ultimi vent’anni il cinema sembra farsi specchio critico, occasione di pensiero e riflessione, spunto tematico per un confronto che sul piano politico diventa sempre più astratto, mentre su quello sociale e culturale si fa sempre più urgente.
Open Roads: New Italian Cinema 2017 si tiene al Walter Reade Theater ed è organizzato da Dennis Lim e Dan Sullivan per la Film Society, e da Carla Cattani, Griselda Guerrasio e Monique Catalino per l’Istituto Luce Cinecittà”. (aise)