PLENARIA CGIE/ IL RAPPORTO CON LE REGIONI E LA PROSSIMA CONFERENZA

ROMA\ aise\ - Uno dei meriti riconosciuto al nuovo Cgie è quello di aver riattivato i rapporti con le regioni. Se ne è parlato anche oggi, terza e ultima giornata di assemblea plenaria del Consiglio generale, durante la quale la Commissione Stato Regioni Province Autonome Cgie ha illustrato quanto fatto e gli obiettivi che si è data da qui ad un anno fino alla auspicata convocazione dell’omonima conferenza, riunitasi l’ultima volta nel 2009. Oggi, alla Farnesina erano presenti rappresentanti di Puglia, Piemonte, Lazio, Marche e Basilicata. 

Le regioni, ha spiegato il vicepresidente della Commissione Mancuso, “non hanno risposto contemporaneamente” all’invito del Cgie. Solo 11, ha aggiunto il portavoce della Commissione Ciofi, quelle che hanno istituito le consulte per l’emigrazione, che il Cgie ha convocato nel gennaio scorso per un primo contatto.
È stato un “lavoro proficuo”; dopo la plenaria, “ci siamo impegnati ad inviare una relazione”. Le consulte “sono l’unico veicolo che dà spazio ai corregionali all’estero”, attraverso gemellaggi, scambi culturali, promozione della cucina regionale – cita Ciofi – tanto che sarebbe auspicabile “aprire uno sportello delle regioni in ogni nazione in cui convogliare tutte le manifestazioni”, così da avere da un lato “ulteriori spese di rappresentanza” e dall’altro armonizzare gli interventi, ma soprattutto per dare informazioni ai nuovi emigranti.
I consiglieri del Cgie “dovrebbero essere coinvolti a titolo onorario nelle consulte regionali”.
Di tutto questo si dovrebbe parlare nella conferenza che sarà organizzata da una cabina di regia, di cui farebbero parte i consiglieri del Cgie e i rappresentanti di due o tre regioni in rappresentanza di tutte.
Assessore della Calabria, Orlandino Greco ha ricordato come la regione l’anno scorso ha riattivato la consulta e approvato il piano di interventi, per la prima volta, per i calabresi nel mondo. Tra le attività in cantiere gemellaggi con scuole e università e promozione del territorio attraverso le Camere di Commercio Italiane all’Estero.
Sul primo punto ha dato già la sua disponibilità il consigliere Arcobelli (Usa) che si è già occupato di gemellaggi e accordi con le università del Texas.
Giovane deputato del Maie, Mario Borghese è intervenuto brevemente per ribadire la solidarietà agli italiani in Venezuela: “non possiamo stare a guardare; il Governo ha il dovere di aumentare l’assistenza diretta ai nostri connazionali. Non possiamo lasciarli soli”.
Rocco Di Trolio (Canada) ha lanciato due appelli alle regioni: il primo affinchè nelle missioni di promozione all’estero “coinvolgano Comites e Cgie”; il secondo affinchè “invitino i consiglieri del Cgie ai loro consigli regionali o consulte”.
Per Gerardo Pinto (Argentina) la riforma del Cgie dovrebbe proprio “contenere la possibilità che i consiglieri facciano parte delle consulte delle regioni di cui sono originari”. La commissione dedicata del Cgie, inoltre, “dovrebbe veicolare le informazioni sulle consulte e su cosa offrono” ai corregionali.
Secondo Giuseppe Stabile (Spagna) occorre prima “creare emozionalità”, cioè un sentimento “che faccia tornare i connazionali ad innamorarsi dell’Italia per non creare semplici eventi che nascono e muoiono in un giorno. Serve un coinvolgimento costante così da dar loro la possibilità anche di tornare in Italia”. E comunque, anche in questo caso è “importante avere i fondi necessari, se no è tutto inutile”.
Per Rita Blasioli (Brasile) “l’interesse verso l’estero delle regioni ad oggi è meno forte del passato”; è un discorso “da riprendere in un senso di raccordo e di progetti comunitari” con il Cgie a fare da coordinamento.
Manfredi Nulli, presidente della Commissione, la vera “sfida” è quella di “mantenere vive la realtà delle consulte e di attualizzarne la missione così che intercettino le necessità della nuova migrazione. L’avvio della cabina di regia sarà un’ottima occasione per un’agenda aderente alle istanze di oggi”.
Nel suo intervento, Franco Dotolo (Italia) ha sostenuto che “nel passato forse è stata data troppa importanza alle regioni, quando nella maggior parte dei casi ciascuno fa da sé, senza coordinarsi neanche con le loro associazioni. Ecco perché è nato il Faim – ha ricordato – che ha ovviamente coinvolto le regioni”. L’ultimo incontro, ha ricordato, “si è tenuto a gennaio; ci siamo dati appuntamento in un prossimo futuro per ragionare ancora di sinergia con le regioni, ma sempre evitando i regionalismi”.
Tony Mazzaro (Germania) ha sostenuto che le regioni “devono imparare a fare squadra per evitare dispersione delle risorse e concertare gli interventi” anche e soprattutto “nei confronti dei bambini e dei ragazzi di terza e quarta generazione”.
Gaetano Calà (Anfe) ha stigmatizzato la situazione della Regine Sicilia che non convoca la consulta da 10 anni. “Neanche la lettera dell’onorevole Mario Caruso ha avuto effetto. Chiedo quindi al Comitato di Presidenza e a Scaglione (Lucani nel mondo - coordinatore delle consulte - ndr) affinché sensibilizzi tutte le regioni che non l’hanno ancora fatto di attivare le consulte”.
Ultimo ad intervenire, Nello Gargiulo (Cile) ha sostenuto che le regioni dovrebbero aprire ai consultori “tutti i circuiti delle regioni, non solo i patronati, ma anche quelli produttivi e culturali”. (m.c.\aise)