“UNA LEGISLATURA FECONDA”: DIRETTA VIDEO PER IL PASSAGGIO DI CONSEGNE TRA MARINO E GRASSELLINO AL PD MONDO

ROMA\ aise\ - Esordio in collegamento video per la nuova responsabile del PD per gli italiani nel mondo, Anna Grassellino. La giovane ricercatrice questa mattina ha salutato tutti i presenti al convegno “Il PD per gli italiani all'estero. Una legislatura feconda”, ringraziando Laura Garavini ed Ettore Rosato per averlo organizzato e salutando Eugenio Marino, prima di lei responsabile PD Mondo, al quale si è detta “grata”.
Grassellino ha riconosciuto il valore dell'iniziatifva, apertasi ieri alla Camera, per riflettere su “ruolo, responsabilità, sfide e opportunità dell'essere italiani all'estero”.
“Io sono italiana all'estero dal 2006”, a Philandelphia, prima, in Canada a Vancouver, poi, e a Chicago oggi,ha detto Grassellino, raccontando la propria esperienza migratoria in Nord America. Qui, oltre ad aver trovato una “grande cultura dell'ascolto”, ha avuto modo di verificare come “la combinazione italiani ed estero” sia “un cocktail vincente per le persone, per le aziende e può diventarlo anche per l'intera nazione”.
Grassellino ha ricordato di aver incontrato il suo predecessore Marino due mesi fa a Roma, in occasione della sua nomina. Allora Marino le disse che “il partito deve riflettere su cosa sono gli italiani all'estero e quale sia il loro valore aggiunto. È vero, sono d'accordo, dobbiamo riflettere e formulare proposte che continuino a qualificare la nostra azione per aumentare la percezione in ogni nostro connazionale di essere parte della nostra nazione non solo nell'attaccamento culturale, ma anche e soprattutto come parte integrante di un sistema qualificato e qualificante, che in maniera bidirezionale fa e dà sviluppo e servizi”.
“Io sono molto emozionata”, ha detto la responsabile Pd, “e non vedo l'ora di lavorare nei prossimi mesi con tutti voi a proposte che portino un vero coinvolgimento - anche come volano di crescita e sviluppo della nostra nazione - di questo grande capitale umano che sono gli italiani all'estero”. Un cvapitale, ha ricordato Grassellino, “formatosi in condizioni di diversità” e con “approcci multiculturali” e che ci insegna che, “se vogliamo pensare alla crescita su scala globale della nostra nazione, dobbiamo favorire la mobilità, lo scambio e l'interazione”, promuovendo nel contempo la “cultura della diversità” ed il “grande valore” che questa porta con sé. Da qui l'invito: “ascoltiamoci, apprezziamoci e arriveremo insieme a una sintesi ricca di idee e progetti concreti”.
All'ascolto e all'apprezzamento, Eugenio Marino ha aggiunto il coinvolgimento a tutti i livelli del partito, che, è stato questo il monito del dirigente PD, rischia di arrivare alle prossime elezioni del 2018 “sfibrato e alleggerito”.
È stato un intervento molto sentito, quello di Marino, partito da un lungo excursus storico e politico attorno all'emigrazione italiana, caratterizzata ieri come oggi da un profondo “senso di appartenenza e della comunità”.
“Se davvero oggi riteniamo di essere l'architrave democratica del Paese, anche quello sparso nel mondo, come Partito Democratico abbiamo la responsabilità e il dovere di passare dalla fase delle politiche di emergenza e degli interventi a breve termine ad una politica di adeguamento e di ripensamento complessivo delle nostre composite comunità e del loro rapporto con il Paese”, ha detto Marino. Per far ciò, ha proseguito, occorre stimolare “la riflessione da principale forza di governo, da reale forza di rappresentanza dell'universo degli italiani all'estero, capace di tenere insieme vecchie e nuove migrazioni, tradizioni e nuovi bisogni, opportunità e innovazione”.
Una proposta concreta: mettere nel programma del PD della prossima legislatura una nuova conferenza degli italiani nel mondo o, meglio, su “italici e nuovi migranti”, che sia convocata entro il 2018 e che sia una “conferenza istituzionale” con la partecipazione dei vertici del Paese: presidente della Repubblica, presidenti di Camera e Senato e Maeci.
Se non si rinnoveranno riflessione e azioni del partito, è stato il monito di Marino, “rimarremo nel guado in cui siamo da anni, vanificando anche l'introduzione della circoscrizione estero, che ormai ha compiuto 11 anni”. Ma c'è uno scenario anche peggiore. “Attenzione! Lo dico con solennità e rispetto: il PD oggi rischia di arrivare alle elezioni del 2018 sfibrato e alleggerito, non più punto di riferimento e collante delle nostre comunità e delle nostre migliori tradizioni e realtà associative, ma collettore di rabbie e frustrazioni e generatore di divisioni nel nostro stesso Paese”. Per Marino “sarebbe una disfatta non solo per il Pd ma per le altre forze di sinistra e per le nostre comunità”. Il loro “destino” e quello del loro rapporto con l'Italia passano dal legame che hanno stabilito nel tempo con il partito.
“Facciamo di tutto per evitarlo”, ha esortato Marino, aggiungendo: “chi ha ruoli anche all'estero quanto più importanti non li usi per esercitare prepotenza e coercizione che umiliano e dividono”, bensì per favorire “dialogo e unità nel PD e fuori dal PD”.
Eugenio Marino ha lanciato un appello anche al responsabile Esteri Piero Fassino, in passato già promotore di “dialogo paziente, cucitura ampia e articolata, alleanze politiche, programmatiche e culturali, elementi oggi spesso carenti. Facciamo di tutto per tenere insieme il PD e frenare le fuoriuscite che sarebbero un disastro culturale politico ed elettorale. Fuoriuscite oggi sempre più probabili di tanti che vengono quotidianamente additati di non essere unitari, di criticare, quando andrebbero invece coinvolti e responsabilizzati a ogni livello. Proviamo a unire il PD”, ha insistito Marino, “condividendo ruoli e responsabilità per recuperare un pensiero complessivo, organico e della tradizione del nostro mondo”, ha concluso.
Infine “auguri cari a Grassellino, perchè possa riuscire meglio di quanto fatto da noi qui”. (r.aronica\aise)