I PROBLEMI DELLA RETE CONSOLARE ITALIANA IN URUGUAY: LE TESTIMONIANZE DEI VICECONSOLATI – di Matteo Forciniti

MONTEVIDEO\ aise\ - “Circa il 30% della popolazione italiana in Uruguay vive nell’interno del paese. Quando si parla del problema dei servizi consolari spesso si dimentica la posizione di queste persone, ulteriormente penalizzate dal fatto di doversi recare a Montevideo per le diverse pratiche da realizzare. Per alcuni è un viaggio lungo di cinquecento chilometri, per i più fortunati la distanza può essere anche minore. È da qui che bisogna partire per analizzare la rete consolare italiana in Uruguay, uffici onorari che rappresentano l’immagine visibile dell’Italia e che dovrebbero in qualche modo colmare le distanze. Fuori dalla capitale, seguendo la tendenza generale di questa nazione, i problemi sono ancora più amplificati. Per queste ragioni abbiamo deciso di dar voce a queste realtà attraverso le parole dei protagonisti per capire come stanno davvero le cose dopo le rassicurazioni ufficiali. I loro sono tutti incarichi a titolo onorario e non prevedono, dunque, alcuna retribuzione”. Così scrive Matteo Forciniti su “Gente d’Italia”, quotidiano diretto a Montevideo da Mimmo Porpiglia.
“La rete consolare nel paese è composta da 4 viceconsolati onorari (che riuniscono più dipartimenti), 3 agenzie consolari (1 o 2 dipartimenti) e 5 corrispondenti consolari dalle singole città. Dopo le prime due puntate pubblicate nel mese di dicembre con le testimonianze dei corrispondenti e delle agenzie, questa volta abbiamo dato voce alla realtà dei viceconsolati.
MELO
Dopo quasi trent’anni di esperienza Beatrice Bellini si appresta a lasciare il suo incarico di viceconsole a Melo. In tutti questi anni ha potuto vedere come l’avvento della tecnologia ha praticamente “ridotto al minimo” le competenze per i rappresentanti dell’interno: “Prima c’era più controllo, potevamo fare più cose. Oggi non è rimasto praticamente più niente e le nostre funzioni sono ridotte al minimo dato che si può fare tutto online”.
419 sono i cittadini italouruguaiani nel dipartimento di Cerro Largo, 146 in quello adiacente di Treinta y Tres, il più piccolo dipartimento italiano dell'Uruguay.
“La gente protesta principalmente per gli appuntamenti on line perché è molto difficile trovare una data libera. È una mera questione di interesse per prendere la cittadinanza per il resto non ci sono particolari problemi” spiega la Bellini, attualmente supplente in attesa di essere sostituita dal mese di maggio. Nonostante l’assenza di una linea telefonica diretta con l’Ambasciata, l’ex viceconsole assicura l’esistenza di un “contatto sempre fluido e diretto” con i superiori.
COLONIA
Appare sempre abbastanza riflessivo Jorge Sanguinetti, titolare del viceconsolato più grande dell’Uruguay che copre i dipartimenti di Colonia, San José, Flores e Soriano con una popolazione, rispettivamente, di: 4.141, 1.725, 1.125 e 171. Oltre 7mila è il totale degli italouruguaiani presenti. Il lavoro è costante per questo viceconsolato che, oltre a una segretaria, prevede le richieste di appuntamento via messaggio.
“Il problema è a Roma non qui” ripete più di una volta riferendosi al sistema on line: “Sono state le scelte degli ultimi anni che hanno reso peggiori i servizi consolari”. Secondo Sanguinetti, viste le caratteristiche di questa collettività, “c’è bisogno che venga stabilito un Consolato Generale”. Nel frattempo “l’unica speranza” è data dall’aumento delle risorse disponibili prese dalla tassa dei 300 euro sulla cittadinanza.
“Una misura del genere” -precisa- “potrebbe consentire l’aumento del personale che è attualmente la soluzione più urgente”. Oltre a ciò, per migliorare lo stato della rete consolare nell’interno, Sanguinetti suggerisce “l’aumento delle funzioni di queste strutture grazie all’uso della tecnologia”. Un caso speciale, poi, è quello relativo al rinnovo del passaporto che genera forte preoccupazione per i cittadini: “L’agenda degli appuntamenti dovrebbe essere allargata a un anno e non ai tre mesi, come adesso, che rischia sempre di essere tutto occupato”.
MALDONADO
Il secondo viceconsolato più importante del paese è quello di Maldonado che copre anche i dipartimenti di Rocha e Lavalleja. Particolarmente attivo durante i mesi estivi, questa zona copre anche la famosa meta turistica di Punta del Este dove ogni anno arrivano molti turisti italiani. Tra i quasi 5mila italouruguaiani residenti registrati, spiega Guillermo Echartea, ci sono praticamente tutte le classi sociali e il passaporto europeo può avere i più diversi scopi: “Dai più ricchi che lo utilizzano per viaggiare agli altri a cui servirebbe per emigrare”.
Tutti, in ogni caso, “manifestano gli stessi problemi dovuti ai lunghi tempi d’attesa e alla difficoltà per ottenere un appuntamento”. “In ogni caso” -ammonisce- “l’Italia dovrebbe esigere qualcosa in più perché le cose così come stanno non vanno bene. Spesso, purtroppo, la cittadinanza è solo un interesse”.
Per Echartea, la comunicazione con i cittadini da parte delle istituzioni è il “principale aspetto che andrebbe migliorato al più presto” dato che “solo in pochi entrano nella pagina web”. A titolo di esempio, cita il caso del declassamento del Consolato di Montevideo che ha finito per generare “panico” in una popolazione “scarsamente informata”.
PAYSANDÚ
Mettersi in contatto telefonico con il viceconsolato di Paysandú è praticamente impossibile. Per settimane al numero indicato sul sito dell’Ambasciata non risponde mai nessuno. Velocissima è invece la risposta via mail che ci consente di intervistare Martin Tirio che lavora su un territorio di oltre 2500 cittadini a cui bisogna aggiungere i 450 di Río Negro.
“Questo è il dipartimento più italiano dell'Uruguay con oltre il 65% della popolazione di origine italiana” rivendica subito con tono orgoglioso. Proprio per questo, alla luce di una legge sulla cittadinanza troppo generosa, ci potrebbero essere anche delle conseguenze negative: “Qui il potenziale di richieste per la nazionalità è altissimo. Oltre alle pratiche già iniziate e che sono in attesa, le richieste potrebbero essere ancora più alte”.
Tra i principali lati negativi segnalati dagli utenti di questo viceconsolato, Tirio cita i lunghi tempi d’attesa e le difficoltà nell’ottenere una data libera per gli appuntamenti.
Questa situazione, come raccontato da Gente d’Italia nei mesi scorsi, ha portato alla crescita dei cosiddetti intermediari che vendono le date ai cittadini. Gestoría Manu, la più organizzata tra i soggetti denunciati, si trova proprio a Paysandú. Il viceconsole ammette di aver ricevuto “alcuni commenti al riguardo” pur senza volerne troppo parlare. In ogni caso “l’appello ai cittadini è nell’evitare di usufruire di questo tipo di servizio poiché arrecano un danno a un diritto collettivo””. (aise)