I Sumeri e l’economia delle acque: una nuova testimonianza riportata alla luce dalla missione archeologica della Sapienza

ROMA\ aise\ - Durante la decima campagna di scavo della Missione Archeologica Italiana nell’antica città sumerica di Niĝin (Tell Zurghul) in Iraq, diretta da Davide Nadali, docente del Dipartimento di Scienze dell’antichità dell'Università La Sapienza di Roma, è stata rinvenuta una tavoletta cuneiforme risalente alla fine del IV millennio a.C.
Ne dà notizia l'ateneo romano, spiegando che la tavoletta, letta e interpretata da Lorenzo Verderame, docente del Dipartimento SARAS, registra la distribuzione di ingenti quantità di pesci che dovevano anticamente essere uno dei più comuni alimenti per una città come Niĝin, immersa in un ambiente acquatico caratterizzato dalla presenza di acque dolci (fiumi e canali) e salate (mare).
Oltre alla registrazione di singole specie, lo scriba annota cinquecento contenitori in vimini utilizzati per il trasporto e la conservazione dei pesci. Questo dettaglio – sottolinea l’ateneo romano – è particolarmente interessante perché è confermato dal dato archeologico, ovvero dai numerosi resti di lische raccolti negli ambienti scavati e dal rinvenimento di sigillature in bitume recanti le impronte della trama in vimini e delle corde che dovevano chiudere questi contenitori.
La scrittura, distribuita in due colonne su ognuna delle due facce della tavoletta, è di tipo proto-cuneiforme.
I pittogrammi sono simili a quelli impiegati a Uruk dove appare la scrittura per la prima volta nella storia umana alla fine del IV millennio a.C. L’eccezionalità della scoperta si lega al fatto che si tratta della prima testimonianza di tale scrittura nella regione di Lagash e, più in generale, al di fuori della città di Uruk ed è una riprova della diffusione di questa prima forma di scrittura e del sistema amministrativo che l’aveva creata. (aise)