Bruxelles: un anno di successi per il Console Generale Francesco Varriale e la sua squadra - di Alessandro Butticé

ROMA\ aise\ - Ad un anno dalla riapertura ufficiale, il Consolato Generale d’Italia a Bruxelles – operativo dal 1° luglio 2024 sotto la guida del Console Generale Francesco Varriale – traccia un bilancio estremamente positivo dell’attività svolta al servizio della comunità italiana in Belgio.
Stabilitosi nella storica sede di Rue de Livourne 38, il Consolato ha rapidamente riacquistato un ruolo centrale nella vita della circoscrizione consolare di Bruxelles, che oggi conta oltre 120.000 cittadini italiani residenti.
Numeri in crescita per i servizi consolari
Nei primi sei mesi del 2025 sono stati emessi 4.222 passaporti, con un incremento del 26% rispetto allo stesso periodo del 2024. In crescita ancora più marcata le richieste di Carte d’Identità Elettroniche (CIE), che hanno raggiunto quota 3.282, segnando un aumento del 48%. Solo nel mese di giugno 2025, i passaporti rilasciati sono stati 635 (+9% rispetto a giugno 2024), mentre le CIE hanno toccato quota 501, con un balzo dell’82% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Anche le pratiche AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) mostrano un’attività intensa: 9.300 pratiche trattate nel primo semestre dell’anno, con un incremento del 29%. A questi risultati si affianca una significativa riduzione dei tempi di attesa per il rilascio dei documenti: oggi bastano in media due settimane. Inoltre, è stato introdotto un nuovo sistema di prenotazione che, per alcune pratiche come la carta d’identità, consente l’accesso senza appuntamento.
Partecipazione attiva al referendum
In occasione del referendum di giugno 2025, il Consolato ha ricevuto 19.301 buste elettorali votate, pari al 19,79% degli aventi diritto nella circoscrizione (su un totale di 97.536 elettori), un dato significativamente più alto rispetto alla media nazionale in Belgio, che si è attestata all’11,76%.
Il numero degli elettori temporaneamente presenti è stato di 798, su un totale nazionale di 865. Le schede votate sono state raccolte in 72 sacchi, per un peso complessivo di 1.103 kg.
Una forte partecipazione che testimonia l’esistenza di una comunità italiana non solo numerosa, ma anche attiva e fortemente legata all’Italia. Si conferma inoltre la presenza di un’importante componente di nuova mobilità, rappresentata da diplomatici, funzionari europei, studenti universitari e professionisti in Belgio.
Relazioni con la comunità e visibilità culturale
Nel corso dell’anno, il Consolato Generale ha rafforzato il rapporto con la collettività attraverso visite, eventi, progetti e la promozione delle associazioni italiane presenti sul territorio. Un momento simbolico è stata la prima edizione della “Festa Italiana” a Bruxelles, tenutasi il 6 luglio 2025, che ha visto il Consolato in prima linea nell’organizzazione e nella partecipazione.
L’attività svolta finora ha consolidato il ruolo del Consolato come sede autonoma ed efficiente, capace di rispondere con prontezza alle esigenze della comunità italiana, anche in una città dinamica come Bruxelles. Il bilancio tracciato dal Console Varriale nell’intervista che riportiamo di seguito riflette l’apprezzamento dei connazionali e pone le basi per ulteriori miglioramenti nei servizi e nel dialogo con la società civile italiana in Belgio.
D. Dottore Varriale, sotto la sua direzione, nel primo anno dalla riapertura, il Consolato Generale ha registrato un notevole aumento nell’emissione di passaporti (+26%) e CIE (+48%), oltre a una riduzione dei tempi di attesa. Quali sono state le principali innovazioni organizzative o tecnologiche adottate per ottenere questi risultati?
R. Per quanto riguarda i servizi, il nostro punto di partenza è stato un attento monitoraggio e analisi dei dati, con l’obiettivo di individuare i colli di bottiglia e le procedure inutilmente complesse. Da lì, abbiamo avviato una riorganizzazione interna, intervenendo in particolare sulla distribuzione dei carichi di lavoro e promuovendo una maggiore integrazione tra i diversi settori del Consolato Generale, superando la logica dei compartimenti stagni. Queste misure ci hanno permesso di snellire le fasi interne di lavorazione, eliminare duplicazioni e accelerare i tempi di rilascio dei documenti. Parallelamente, abbiamo puntato molto sulla comunicazione con l’utenza, aggiornando regolarmente i cittadini sulle modalità di accesso ai servizi e sulla documentazione necessaria, in modo da ridurre gli appuntamenti incompleti o inefficaci. Su questo ha influito molto anche la possibilità di venire in Consolato tutti i giorni senza appuntamento per richiedere la carta di identità, in quanto ci ha permesso di riempire gli slot resi liberi dai connazionali che pur avendo preso l’appuntamento, non si presentano.
D. Quale ruolo hanno svolto le organizzazioni e associazioni di nazionali e l’attività di comunicazione??
R. Un ruolo importante lo hanno svolto anche i due Comites della circoscrizione, i patronati e le associazioni locali, che hanno contribuito attivamente a diffondere le novità e le sperimentazioni in corso. Anche la comunicazione istituzionale è stata oggetto di revisione: i testi del sito del Consolato sono stati in larga parte rivisti per offrire informazioni più chiare e accessibili. Banalmente, abbiamo aggiornato i messaggi automatici del centralino con contenuti più sintetici e immediati. Tutti questi interventi, uniti all’impegno straordinario del personale, ci hanno permesso di aumentare la capacità operativa dell’ufficio e di offrire un servizio più efficace, con l’obiettivo costante di migliorare l’esperienza dei cittadini.
D. Con una partecipazione del 19,79% ad un referendum andato quasi deserto in altre sedi, la circoscrizione di Bruxelles ha mostrato un forte legame con l’Italia. Quali strategie intende attuare il Consolato per consolidare ulteriormente il senso di comunità e la partecipazione civica dei residenti italiani, soprattutto tra i giovani e i neoarrivati?
R. Credo che, anche nei prossimi mesi, sarà fondamentale continuare a concentrarci sul miglioramento dei servizi consolari, consolidando le buone pratiche già introdotte e identificando ulteriori margini di ottimizzazione. Un aspetto su cui intendiamo investire con decisione è il potenziamento della comunicazione digitale, in particolare attraverso i canali social e i servizi online, per offrire ai cittadini informazioni chiare, tempestive e facilmente accessibili su temi di interesse civico: ad esempio dalla partecipazione elettorale in occasione delle consultazioni di vario livello ai diritti e doveri dei cittadini all’estero. Parallelamente, desidero rafforzare la collaborazione con i Comites e con il tessuto associativo, riconoscendo il loro ruolo prezioso di ponte tra istituzioni e cittadini. Alcune associazioni, come la neonata Associazione dei Medici Italiani in Belgio, possono fornire un supporto concreto alla collettività anche in ambiti specifici e professionali.
D. Per la prima volta, a Bruxelles, è stata organizzata una “Festa Italiana”.
R. Certamente. Alla prima edizione della Festa Italiana a Bruxelles, organizzata lo scorso 6 luglio dal Comites con il patrocinio dell’Ambasciata e di tutte le Istituzioni italiane, il Consolato Generale ha contribuito all’organizzazione, anche con un sostegno economico. L’ha fatto non tanto per l’importanza dell’evento in sé, ma perché esso ha rappresentato un momento di incontro e di aggregazione delle Istituzioni e delle associazioni con la comunità italiana. È una tematica a cui sto lavorando molto dall’inizio del mio mandato perché sono convinto che in questo modo si possa rafforzare la percezione di vicinanza del Consolato che hanno i cittadini.
D. Siete stati molto attivi anche con le realtà associative più informali, che si organizzano attraverso Facebook, gruppi WhatsApp o eventi spontanei. Anche loro rappresentano una risorsa fondamentale per l’accoglienza dei nuovi arrivati e per il rafforzamento del senso di comunità. Ce ne può parlare?
R. L’obiettivo resta quello di costruire una collettività sempre più coesa, informata e partecipe, in cui ogni cittadino – indipendentemente dall’età o dal tempo di permanenza a Bruxelles – possa sentirsi parte attiva e integrante del sistema Paese.
D. A un anno dalla riapertura, il Consolato si è affermato come sede autonoma e ha ottenuto riconoscimenti dalla collettività. Quali sono le priorità e i progetti principali per il secondo anno di attività, in termini sia di servizi consolari che di iniziative culturali e istituzionali?
R. Mi fa molto piacere constatare che un numero crescente di cittadini condivide esperienze positive con il Consolato e vedere riconosciuto l’impegno quotidiano del nostro personale. Mi sembrano particolarmente significativi i commenti favorevoli sui social media e nei gruppi di discussione, anche in contesti dove in passato prevalevano critiche.
Naturalmente, sono consapevole che ci sono ancora molti margini di miglioramento e che non tutti sono pienamente soddisfatti. Le segnalazioni costruttive ci aiutano a capire dove intervenire e ci motivano a fare sempre meglio. L’obiettivo resta quello di offrire un servizio sempre più efficiente, trasparente e vicino alle esigenze della comunità italiana.
D. Quali progetti per il 2026?
R. Uno dei progetti più rilevanti che ci impegnerà il prossimo anno – e che spero di avviare già a settembre – è la digitalizzazione dell’archivio consolare. Stiamo già lavorando in questa direzione, ma è fondamentale che questo intervento si inserisca in un processo più ampio di digitalizzazione integrata dei flussi interni, altrimenti rischieremmo di compiere uno sforzo significativo senza un reale impatto sull’efficienza complessiva.
Anche il rapporto con i cittadini dovrà diventare sempre più digitale, considerando che la nostra utenza è composta da circa 120.000 iscritti all’AIRE, a cui si aggiungono molti italiani presenti temporaneamente. Parliamo, in pratica, di una popolazione equivalente a quella di città come Bergamo o Sassari, servita da una struttura composta da soli 26 addetti, compreso il sottoscritto.
D. Ma il Consolato non rischia così di apparire più impersonale e distante?
R. Assolutamente no, al contrario, proprio la sfida della digitalizzazione ci impone maggiore attenzione verso chi ha meno familiarità con la tecnologia. A volte, una telefonata di pochi minuti può risolvere problemi che si trascinano da mesi e che hanno generato lunghi scambi di corrispondenza, spesso inutilmente complicati. A questo proposito, ho chiesto a tutto il personale del Consolato, che accoglie tutti i giorni quasi un centinaio di connazionali, di essere sempre gentile e di mostrare il lato umano della burocrazia.
D. Eventi particolari da celebrare nel 2026?
R. Nel 2026 ricorrerà l’ottantesimo anniversario del Protocollo Italo-Belga del 1946, l’accordo che diede il via a uno dei più importanti fenomeni migratori del secondo dopoguerra. La comunità italiana in Belgio ha dato un contributo straordinario allo sviluppo di entrambi i Paesi. Mi piacerebbe celebrare questa ricorrenza con iniziative che ricordino la storia ma che guardino anche al futuro, coinvolgendo non solo Bruxelles, ma anche territori come il Limburgo, dove un tempo vi erano le miniere e dove molti italiani trovarono lavoro e costruirono una nuova vita. In questo mi piacerebbe che un ruolo importante lo avessero anche i docenti dell’Ufficio scolastico del Consolato che hanno il compito fondamentale di interfacciarsi con le nuove generazioni. (alessandro butticé\aise)