CITTADINO DI BEVERINO E AMBASCIATORE D’ARGENTINA – di Mauro Figoli

BUENOS AIRES\ aise\ - “C’era una volta – così cominciano tutte le belle favole a lieto fine – un bambino seduto col nonno sui gradini davanti alla casa in un piccolo pueblo, Juaregui, vicino a Lujan, circondato dalla sterminata pampa argentina. Il nonno Domenico raccontava al piccolo Tomás di suo padre, che si chiamava anch’egli Domenico, arrivato in Argentina da un paese ancora più piccolo di Jaregui che si chiamava Corvara ed era lontano lontano, in Italia. Ah, l’Italia – sospirava il nonno e guardava l’orizzonte dove terra e cielo si confondevano”. Così scrive Mauro Figoli che su “l’Italiano”, quotidiano diretto a Buenos Aires da Tullio Zembo, racconta la storia di Arnaldo Tomás.
“Chissà se Domenico dall’aldilà ha visto la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria di Beverino (di cui oggi Corvara è una frazione) al suo Tomás, ormai diventato una persona molto importante. Se l’ha vista, sicuramente ha provato un grande orgoglio.
Ma andiamo con ordine. Ad ottobre dello scorso anno Gian Luigi Ferretti intervistò Arnaldo Tomás Ferrari, da poco Ambasciatore della Repubblica Argentina a Roma e, ad un certo punto gli disse: “Mio bisnonno veniva da Corvara, un paesino in provincia della Spezia”.Continuò nel suo articolo Ferretti: “Mi lasciò senza fiato perché si dà il caso che Corvara sia ad un paio di chilometri da Pignone, da cui proviene il direttore di questo giornale, Tullio Zembo, e ad una ventina di chilometri da Carrodano, dove sono nato io”.
Tullio Zemboda Buenos Aires ne parlò con me, suo amico d’infanzia, ed io, a mia volta, informai il Sindaco di Beverino, Massimo Rossi. Entusiasta, il Sindaco si diede da fare e così giovedì scorso l’Ambasciatore Ferrari è arrivatoda Roma con la moglie NhuAnhNguyen per ricevere la cittadinanza onoraria.
Erano presenti tutte le autorità della zona, dal Prefetto al Vescovo, al Questore, ai vertici provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza al Consiglio Comunale straordinario. Ed erano presenti tanti cittadini.
Inni nazionali, addobbi di fiori con i colori delle due bandiere, le chiavi della città e la pergamena, i discorsi….. Sì, il nonno Domenico avrebbe avuto ottimi motivi per commuoversi”. (aise)