LE “SINESTESIE” DI ANNALIA AMEDEO AI MUSEI DI VILLA TORLONIA A ROMA

ROMA\ aise\ - “Sinestesie, natura, storia, arte” è il titolo della personale di Annalia Amedeo che si è aperta presso la Casina delle Civette di Roma il 21 ottobre scorso. Sino al 21 gennaio 2018, nello scenario naturale suggestivo di Villa Torlonia e del museo, scrigno che raccoglie alcune delle più alte espressioni di arti applicate del Novecento, i raffinati lavori in porcellana di Annalia Amedeo si integrano coinvolgendo il visitatore in una spirale percettiva che attiva più sensi contemporaneamente.
La mostra, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, a cura di Elena Paloscia, è presentata dal Centro Studi per la Storia della Ceramica Meridionale, diretto da Guido Donatone, con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura.
L’artista, con una lunga esperienza di restauratrice di ceramiche che le ha conferito una profonda conoscenza dei materiali e una tecnica artigianale impeccabile, persegue da alcuni anni un proprio percorso artistico di cui la mostra costituisce un momento di sintesi presentando per l’occasione oltre cinquanta sculture in porcellana realizzate a partire dal 2012 e nuove installazioni site-specific in un’interazione costante con lo spazio interno ed esterno.
Sinestesie non solo sensoriali ma anche concettuali tra arte, natura e storia, perché le opere di Annalia Amedeo, come scrive la curatrice Elena Paloscia, varcano la soglia del tempo e ne attraversano le dimensioni. Restando sempre in profonda sintonia con la natura indagano, al contempo, l’essenza della condizione umana nei suoi risvolti più intimi, la sofferenza e la metamorfosi, la possibilità di evolversi e di cambiare. L’artista si esprime attraverso un materiale intrinsecamente fragile, seppure longevo, che necessita di cure e di attenzione costanti.
Anche se apparentemente non c’è cesura tra le serie realizzate in passato e i nuovi lavori è evidente che nelle serie recenti sono gli stessi elementi ricorrenti a subire una trasmutazione.
La foglia si fa nastro che si avvolge intorno a sé stesso nelle opere Bind, Oblations, in Tracce sensibili e nella serie Kinesis, diviene elemento intruso in Le foglie dentro, si riproduce incessantemente fino a riempire forme cave in Seeds, riveste materiali naturali come il sughero in Leaves installations. La stessa foglia, che nell’installazione inedita dal titolo Verso si trasforma in fiore, attiva un percorso virtuoso, come dichiara l’artista, verso la bellezza, la verità, la speranza, la salvezza. Questo elemento primordiale ha nei lavori di Annalia Amedeo una duplice valenza: è dotato di una forza intrinseca che gli consente di crescere e di rigenerarsi di stagione in stagione, ma anche di una mutevolezza che la rende fragile alla mercé degli eventi e ben rappresenta dunque la dialettica tra essere e apparire che è il tema fondante della sua poetica.
Dualismo che torna nella maschera della Venere classica che, manipolata e alterata nelle sue fattezze, non più unicamente simbolo di bellezza, nella serie Come tu mi vuoi (2015) è anche emblema dell’identità violata e inaugura, nella serie recente Angeliche farfalle (2017), un nuovo capitolo dedicato alla metamorfosi e al processo di trasformazione stesso.
Infine i fossili e i gusci, forme archetipiche, reperti di una memoria del creato, diventano nella loro stratificazione “testimonianza della capacità della natura stessa nel cambiamento di conservare le tracce di sé”.
In occasione della mostra è stato stampato un catalogo a colori di circa 100 pagine con testi in italiano e in inglese di Elena Paloscia, curatrice dell’esposizione, Maria Grazia Massafra, Responsabile del Museo della Casina delle Civette, Guido Donatone, Presidente del Centro studi per la Storia della Ceramica Meridionale.
Nel corso dell’esposizione saranno realizzate una serie di iniziative collaterali e visite guidate alla mostra con l’artista e con la curatrice.
Annalia Amedeo, nata a Napoli, vive e lavora a Roma. Si è formata a Firenze come restauratrice e in questo settore ha lavorato per molti anni collaborando con enti pubblici e privati tra cui Palazzo Vecchio a Firenze e il Museo Archeologico di Napoli, per poi approdare alla ricerca artistica nel 2011. L’artista predilige la porcellana scegliendo i materiali più pregiati e lavora con ossidi e sali metallici. Nelle sue opere si ispira alla natura e al mondo classico, dall’antico al barocco, cui attinge rielaborando in chiave contemporanea modelli e suggestioni. Ha partecipato a diverse esposizioni personali e collettive e a eventi e premi dedicati alla ceramica artistica. (aise)