PROGETTI EUROPEI VOLANO PER ENTI E PMI: A BRUXELLES IL DIBATTITO ORGANIZZATO DALLA CCIE

BRUXELLES\ aise\ - I progetti europei sono un’importante risorsa per i territori e per le piccole e medie imprese italiane, ma per accedere ai fondi e vincere progetti non basta avere passione. Servono competenze, innovazione e cultura europea. È quanto emerso nel corso del dibattito "Progetti europei e territorio: prospettive per le PMI italiane", organizzato a Bruxelles dalla Camera di Commercio Belgo-Italiana nell’ambito dell’annuale Assemblea generale.
"Da anni", ha evidenziato in apertura il presidente Fabio Morvilli, "la nostra Camera mette l’accento sulle opportunità che i progetti europei offrono non soltanto alle grandi, ma anche alle PMI che magari fino a ieri non avevano mai immaginato di poter partecipare ed avere successo".
Molti i temi trattati nel corso del dibattito. Con un denominatore comune: l’importanza della dimensione europea per le realtà locali e imprenditoriali.
"I sindaci illuminati", ha esordito l’europarlamentare Marco Zanni, riferendosi agli amministratori che vedono nei fondi europei una risorsa importante, "purtroppo sono ancora troppo pochi. Ma di fronte ai tantissimi vincoli rispetto all’utilizzazione delle risorse, i fondi europei rivestono un interesse sempre più alto per le amministrazioni locali e delle PMI. Tre sono i fattori di successo: la perseveranza, la creazione di reti e la volontà di dedicare tempo e risorse ai fondi europei anche in maniera permanente. Quanto all’europrogettazione, credo sia un settore ancora poco conosciuto e rispetto ad altri offre forse più spazio, ma serve una buona conoscenza delle lingue".
L’accento, poi, è stato posto sull’importanza di informare ed alfabetizzare all’europeizzazione le PMI e gli enti locali italiani. Non sono mancati gli interventi dalla platea e le domande da coloro che hanno seguito in streaming la conferenza.
"Si avverte spesso la mancanza di una cultura europea", ha sottolineato a tal proposito l’onorevole Salvatore Cicu, "sia da parte della classe dirigente sia, soprattutto, da parte dell’impresa e degli amministratori locali. Il territorio ha bisogno di tutor che siano euroformati e che, attraverso l’individuazione dei bandi, facciano capire alle realtà locali quali sono i migliori per loro. Pochissime sono le imprese che riescono a realizzare il processo di internazionalizzazione poiché il nostro sistema presenta elementi strutturali di debolezza come le difficoltà di accesso al credito e l’assenza di regimi fiscali che aiutino le PMI".
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il responsabile di Unioncamere Europa Flavio Burlizzi, che, però, tiene a freno i facili entusiasmi. "Tendo a sconsigliare vivamente alle PMI", ha spiegato Burlizzi, "di avvicinarsi all’Europa. Questo perché il target è molto alto e la competizione è altissima. Certamente, tuttavia, ci sono tantissimi canali di finanziamento europeo. L’impresa, per avere possibilità di riuscita, dev’essere di qualità, deve fare innovazione spinta e deve essere in grado di entrare nelle reti. Per tutto questo c’è bisogno di un grande lavoro di intermediazione".
"L’europrogettazione è una cosa seria", ha concluso il segretario della Camera di Commercio Belgo-Italiana, Matteo Lazzarini, "e le piccole e medie imprese non vanno illuse ma accompagnate nello sviluppo delle loro idee progettuali per favorire, tramite i progetti europei, il loro percorso di internazionalizzazione". (nicola pasuch\aise)