STIPENDI ADEGUATI PER I DIPENDENTI DELLE AGENZIE CONSOLARI IN ARGENTINA: MERLO E BORGHESE (MAIE) INTERROGANO ALFANO E POLETTI

ROMA\ aise\ - “Addivenire ad una soluzione a codesto problema economico per i dipendenti delle agenzie consolari d'Italia in Argentina al fine di poter permettere a tali lavoratori di poter usufruire, di quanto dovuto, nel pieno rispetto dell'articolo 36 della Costituzione che sancisce quanto segue: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa””. Così Ricardo Merlo e Mario Borghese, deputati del Maie eletti in Sud America, che hanno presentato una interrogazione ai Ministri degli esteri e del lavoro, Alfano e Poletti.
“Gli impiegati che lavorano a contratto locale presso le Agenzie Consolari d'Italia in Argentina pare non abbiano ricevuto gli adeguati compensi retributivi previsti dalla loro forma contrattuale”, scrivono i due deputati nella premessa. “Queste persone subordinate si trovano a far fronte allo stato attuale ad una gravissima situazione economica locale, dovuta all'insufficiente stipendio che percepiscono; negli ultimi 15 anni codesti subalterni consolari non hanno percepito alcuna equiparazione retributiva, infatti non gli sono stati fatti gli scatti per la loro anzianità, e neppure sono state eliminate le maggiorazioni del 2 per cento per biennio di lodevole servizio, e neanche sono stati compensati i titoli di studio per quelli che ne avevano diritto; nessuna opportunità lavorativa è stata presa in considerazione in altro senso dagli organi competenti, in quanto non si è pensato per loro, ad esempio, ad un premio alla produttività, data la mole di lavoro che hanno sempre eseguito nelle sedi di riferimento”.
“Nonostante le numerose lettere e richieste di incontro, indirizzate all'ambasciatore competente, in cui gli stessi specificavano le loro problematiche e il mancato adeguamento retributivo, - denunciano i due deputati eletti in Sud America – ad oggi nessuno di loro ha ricevuto notizie in merito alle loro posizioni lavorative; la galoppante crisi inflazionistica che sta investendo l'Argentina ha portato il costo della vita a livelli elevatissimi duplicando come minimo le spese correnti per ogni individuo che vive lì; numerosi giornali locali hanno evidenziato i reclami del personale a contratto presso le Agenzie consolari d'Italia in Argentina, ritenendoli fortemente fondati, e tali da promuovere un virtuale stato di agitazione tra la popolazione locale”.
Melro e Borghese riferiscono inoltre che “sono stati espressi dai mass media locali tutti gli aspetti economici e burocratici che tali dipendenti hanno denunciato durante il loro incontro in ambasciata d'Italia in Argentina relativamente alla necessità di contrattare i servizi che naturalmente dovrebbe garantire lo Stato, concernenti anche l'educazione dei figli, l'incolumità personale, l'assistenza sanitaria, in quanto le necessità basiche di una famiglia non sono, purtroppo, soddisfatte se questi servizi non vengono contrattati nel settore privato, la cui spesa non ci esonera, però, dalla pressione fiscale del Paese stesso. In tali odierne condizioni, tra qualche mese, la classe che rappresenta “il personale in servizio a legge locale” sarà poverissima e non più in grado nemmeno di badare a se stessa; appare palese che il secondo comma dell'articolo 157 della Costituzione riguarda, invece, la revisione della retribuzione del personale già in servizio, basandosi sia sui parametri di cui sopra, sia sull'andamento del costo della vita; nelle dichiarazioni di molti lavoratori operanti nella sede consolari argentine fatte alla stampa locale si percepisce che le tabelle remunerative pubblicate presso gli uffici competenti possono essere ritenute indicative, ma non sono assolutamente sufficienti per la revisione dei rapporti di lavoro già in atto, in quanto essendoci una disparità di trattamenti economici talmente evidente all'interno della loro categoria”.
I due deputati del Maie, quindi, chiedono di sapere “se i Ministri interrogati non ritengano di assumere iniziative, per quanto di competenza, per addivenire ad una soluzione a codesto problema economico per i dipendenti delle agenzie consolari d'Italia in Argentina al fine di poter permettere a tali lavoratori di poter usufruire, di quanto dovuto, nel pieno rispetto dell'articolo 36 della Costituzione che sancisce quanto segue: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa””. (aise)