TORNA A TORINO IL FESTIVAL ARCHITETTURA IN CITTÀ 2017

TORINO\ aise\ - Dal 24 al 27 maggio 2017 il festival Architettura in Città, l’evento promosso a partire dal 2011 dalla Fondazione per l’architettura / Torino e dall’Ordine degli Architetti di Torino e che mira a parlare di architettura alla città.
Il festival si inserisce nuovamente nella programmazione torinese dopo un anno di pausa, il 2016, durante il quale le principali istituzioni culturali del territorio hanno contribuito al ripensamento del format dell’iniziativa attraverso un laboratorio di idee. Tra le suggestioni, una nuova cadenza del festival che diventerà biennale.
Molte le novità che caratterizzano lasesta edizione. Innanzitutto la sede: Architettura in Città è un evento diffuso sul territorio, ma con una casa principale che accoglie molti degli appuntamenti in programma; quest’anno il festival occuperà lo Spazio Q35, in via Quittengo 35, un complesso di edifici produttivi disposti attorno a una corte centraleche ora ospita festival ed eventi della città. Una vera e propria cittadella che per tre giorni parlerà di architettura.
Il tema: il festival quest’anno si interroga e invita a interrogarsi sul sistema di relazioni che l’abitare, inteso in tutta la sua complessità, instaura oggi con la città, intesa come il luogo della prossimità, della densità, della diversità e dell’incontro con l’altro. Questi alcuni degli interrogativi su cui Architettura in Città proporrà una riflessione: come si costituisce oggi il rapporto tra casa e città, tra interno ed esterno, tra privato e pubblico, tra individuo e società? Come cambia lo spazio domestico, sotto l’influenza delle nuove tecnologie e con il sorgere di nuovi stili di vita? Si può ancora parlare di social housing oggi? Quali politiche, strategie, dinamiche di appropriazione possono identificare l’abitare come un diritto universale? In quali e quanti modi si abita, oggi, la città? E quale può essere il ruolo dell’architetto in tutto questo?
Il tema è stato studiato grazie ad un’altra delle novità: la presenza nel tavolo scientifico di due curatori esterni: Nina Bassoli e Davide Tommaso Ferrando, architetti, curatori e critici di architettura, che collaborano con il gruppo di lavoro interno.
"Il festival è un’importante occasione per la Fondazione e per l’Ordine per parlare di architettura ai cittadini", sottolinea il presidente della Fondazione per l’architettura Giorgio Giani. "Ognuno di noi si relaziona quotidianamente con il frutto del lavoro degli architetti: viviamo in case e uffici, frequentiamo giardini, usufruiamo di servizi che sono l’esito di un progetto; chi vive questi luoghi deve esserne consapevole e deve imparare a riconoscere e di conseguenza a pretendere qualità nell’architettura. Per questa ragione abbiamo deciso di accogliere la proposta emersa dal laboratorio dell’anno scorso e dedicheremo alcune iniziative del calendario adun target specifico, quello dei giovani adulti, i ragazzi tra gli 11 e i 18 anni: una fascia d’età già in grado di vivere la città in modo autonomo e attento, che reclama spazi e attenzione, ma che al tempo stesso può fare da amplificatore verso altre comunità (la famiglia, la scuola, i centrisportivi,…)".
La comunità degli architetti sarà la platea privilegiata di molte delle attività che ne prevedranno anche il coinvolgimento attivo nella produzione di contenuti. "È importante che il festival sia un evento di cui gli iscritti all’Ordine si sentano parte e alla cui realizzazione possano contribuire affinché il festival possa essere uno strumento di valorizzazione dell’operato della nostra categoria", spiega il presidente dell’Ordine degli Architetti, Massimo Giuntoli. "Abbiamo scelto pertanto di replicare un’iniziativa già proposta l’anno scorso dal titolo Open studio, un’apertura eccezionale degli studi di architettura torinesi in orario serale, nata dalla volontà di ridurre la distanza tra i professionisti e la cittadinanza, e che quest’anno si svolgerà contemporaneamente in diverse città d’Italia in accordo con il Consiglio Nazionale degli Architetti. Inoltre stiamo immaginando altre forme di partecipazione che vedano un ruolo attivo degli architetti".
Ora qualche prima anticipazione sul programma, che si arricchirà delle proposte dei partner del festival e che affiancherà ad un calendario ufficiale un "fuori festival".
Il festival inaugura la sera del 24 maggio con un confronto tra architetti e esperti che hanno mostrato sensibilità e attenzione alle tematiche al centro del festival; lo stesso format sarà ripetuto nelle tre serate successive. Le mattine (25, 26 e 27) invece saranno dedicate ai più giovani, con una lectio al giorno di grandi nomi dell’architettura, dell’urbanistica e del design per spiegare alle scuole a cosa serve l’architetto, l’urbanista e il designer.
Venerdì 26 avrà luogo la notte bianca dell’architettura, con Open studio, l’apertura degli studi degli architetti torinesi, mentre è ancora da calendarizzare la premiazione di Architetture Rivelate, il riconoscimento dell’Ordine alla qualità del progetto e della realizzazione.
Presso lo Spazio Q35 sarà allestita una mostra di fotografie, immagini e progetti, visitabile per tutta la durata del festival, che attraverso una call raccoglierà i contributi di architetti e cittadini; l’obiettivo è mettere in evidenza il valore dello spazio domestico come strumento di relazione tra la dimensione individuale e quella collettiva della città, luogo della mediazione tra la sfera privata e pubblica. Nella casa del festival sarà anche possibile assistere alla proiezione di una maratona di filmo sedersi in una biblioteca temporanea aleggere libriscelti per la centralità nello svolgimento della trama dello spazio domestico o più in generale dell’architettura, pur non essendo film o libri di architettura.
Il calendario di appuntamenti si concluderà infine con un momento di festa l’ultima sera, sabato 27 maggio. (aise)