LA SETTIMANA DELLE POLITICHE REGIONALI
ROMA – focus/ aise – Riprende a pieno ritmo l’attività delle Regioni a favore dei propri corregionali all’estero, come nel caso del Veneto, dove si sono conclusi sabato i lavori della consulta sul tema dell’emigrazione.
Sono quasi 5 milioni gli emigrati o discendenti di emigrati veneti che oggi vivono e lavorano in America Latina, Stati Uniti, Canada, Australia, Sud Africa, a nord delle Alpi, e che non hanno dimenticato lingua, tradizioni, cultura, identità della propria regione d’appartenenza, così come il Veneto non si è dimenticato di loro. La Consulta dei Veneti nel Mondo si è tenuta a Padova, a palazzo Santo Stefano, dal 4 al 6 ottobre.
Una sorta di “parlamentino” dei 126 circoli di Veneti nel mondo, disseminati in 18 stati di quattro diversi continenti. In contemporanea alla Consulta, a Palazzo Santo Stefano, si sono riuniti anche i giovani veneti e i giovani oriundi veneti residenti all’estero per il meeting annuale collegato alla Consulta.
Ad aprire i lavori della Consulta è stata Manuela Lanzarin, assessore ai flussi migratori della Regione, la quale ha affermato: “L’emigrazione dei veneti nel mondo non è solo una pagina dolorosa della nostra storia, ma un patrimonio della nostra identità, che contribuisce a promuovere il Veneto nel mondo e ha arricchito di esperienze e di valori la nostra società”. La grande emigrazione, che vide intere famiglie lasciare il Veneto e portò allo spopolamento di paesi e contrade, ebbe inizio nel 1876: contadini e braccianti si imbarcarono verso i paesi dell’America Latina per scappare dalla povertà e dagli effetti della grande crisi agraria, incentivati dalle agenzie di emigrazione e dai governi dei paesi di destinazione. In Brasile, con l’abolizione della schiavitù (1889), i grandi proprietari terrieri delle piantagioni di caffè dello stato di Sao Paulo cercavano nuova manodopera all’estero: la maggior parte degli emigranti divennero contadini nelle fazendas e nelle piantagioni di caffè. Nel sud del Paese i nuovi arrivati fondarono nuovi insediamenti: Nova Venezia, Bella Vista, Curitiba sono ancora oggi cittadine dove si parla in italiano, anzi in ‘Talian’. Ma anche grandi città come San Paolo in Brasile o Buenos Aires in Argentina sono caratterizzate da una forte impronta italiano/veneta.
Con 3.190.000 di emigrati tra il 1866 e il 1990 il Veneto detiene il primato tra le regioni per flussi migratori. Oltre la metà delle partenze venete (il 57% per cento) avvenne prima della Grande Guerra.
Un’altra grande ondata di emigrazione si verificò in Italia nel secondo dopoguerra, con meta l’Europa Settentrionale, il Canada e l’Australia.
Il fenomeno è ripreso con la crisi del 2008, la peggiore dal secondo dopoguerra: a partire sono soprattutto i giovani diplomati o laureati che non trovano occupazione, anche se in possesso di diplomi qualificati, e vanno a fare i camerieri, i muratori, i lavapiatti all’estero. Più che di una ‘fuga di cervelli’ è una emigrazione dettata dalla necessità di trovare un’alternativa a precariato e disoccupazione.
Nel 2013 i connazionali che hanno deciso di trasferirsi in un Paese estero sono stati 82 mila unità, di cui 7367 veneti, seconda regione per numero di partenze dopo la Lombardia.
Le Associazioni venete iscritte al registro regionale sono 8 (Bellunesi nel mondo, Trevisani nel mondo, Vicentini nel mondo, Padovani nel mondo, Veronesi nel mondo, Polesani nel mondo, Associazione veneti nel mondo, Unione dei Triveneti nel mondo e Associazione nazionale Emigrati ed ex emigrati in Australia e Americhe).
I Comitati e le federazioni dei circoli veneti all’estero iscritti al registro regionale (di cui all’art. 18 della L.R. n.2/2003) sono 13 e hanno sede nei paesi di maggiore emigrazione veneta: 7 in America latina (4 in Brasile negli stati del Rio Grande do Sul, di Santa Catarina, di San Paolo e del Paranà; 1 in Argentina, 1 in Venezuela e 1 in Uruguay), 2 in Canada (stati dell’Ontario e del Québec), 2 in Australia (Nuovo Galles del Sud e Victoria), 1 in Svizzera e 1 in Sudafrica.
I Circoli veneti all’estero iscritti al registro regionale sono 126, presenti in 18 stati.
La loro presenza si concentra, in particolare, in America latina (45 in Brasile, 13 in Argentina, 3 in Uruguay), in Australia (23) e in Canada (12). Sempre la scorsa settimana, anche un’altra Regione si è data da fare per i propri corregionali espatriati: il Consiglio regionale della Basilicata ha infatti dato il via libera al Programma annuale 2018 e triennale 2018/2020 degli interventi in favore dei lucani nel mondo.
Per il 2018 è previsto uno stanziamento di 298 mila euro, che si prevede di utilizzare per i contributi ordinari alle associazioni e alle federazioni dei lucani nel mondo (82 mila euro), per tre progetti di scambio socio culturale di giovani lucani residenti nel Comune di Pescopagano e giovani discendenti lucani residenti nella Citta di Buenos Aires (20 mila euro), tra quelli residenti nel Comune di Moliterno e a Panama (19 mila euro) e tra giovani lucani residenti nel Comune di Tursi e giovani discendenti lucani residenti nella Città di Pergamino, in Argentina (19 mila euro); fondi anche ad un progetto di promozione della Basilicata in Brasile - settore agro-alimentare e turistico – promosso dal “Circolo lucano do Brasil” e dallo Sportello Basilicata di San Paolo (19 mila euro), per un progetto celebrativo promosso dall'Associazione “San Rocco Society Montescaglioso - Paterson (Usa) in collaborazione con l’Associazione “Mondi Lucani” di Montescaglioso (21 mila euro); sarà finanziato poi il progetto culturale e musicale dal titolo “Dal Mediterraneo all'Atlantico”, promosso dalla Federazione dei lucani in Brasile e dagli Sportelli Basilicata presenti in Brasile e Uruguay (28 mila euro). Da segnalare anche il viaggio del viaggio a Toronto del presidente della Giunta della Regione Calabria Mario Oliverio e del consigliere regionale Orlandino Greco, che hanno partecipato all'evento di beneficenza "Una Serata in Calabria" organizzata dalla CBO, associazione di calabresi molto attiva nel volontariato sociale.
Oliverio e Greco hanno evidenziato l'importanza del lavoro svolto dai consultori, dalle associazioni e dalle federazioni calabresi dell'Ontario che, attraverso un attivismo continuo, hanno contribuito in maniera significativa alla costruzione di nuovi rapporti istituzionali ed economici tra la Calabria e il Canada. Tra i prossimi appuntamenti, da segnalare è la convocazione del CRAM (Consiglio Regionale degli Abruzzesi nel Mondo) a L’Aquila dal 23 al 25 novembre. (focus\ aise)