A BOLOGNA "IL NETTUNO: ARCHITETTO DELLE ACQUE"

BOLOGNA\ aise\ - In occasione della fine dei restauri alla fontana del Nettuno, si è aperta il 16 marzo negli spazi dell’Oratorio e del Museo di Santa Maria della Vita a Bologna la mostra "Il Nettuno: architetto delle acque. Bologna, l’acqua per la città tra Medioevo e Rinascimento", a cura di Francesco Ceccarelli ed Emanuela Ferretti.
L’esposizione, in programma sino al 10 giugno, è promossa da Fondazione Carisbo e Genus Bononiae. Musei nella Città ed è realizzata con il coinvolgimento del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Bologna, con il patrocinio di Comune di Bologna, Città Metropolitana di Bologna, Alma Mater Studiorum e Regione Emilia Romagna.
"Il Nettuno: architetto delle acque" racconta al pubblico per la prima volta uno dei capitoli più affascinanti della storia della città di Bologna, quello della costruzione del sistema delle fontane pubbliche negli anni del rinnovamento del centro cittadino da parte di Papa Pio IV.
La fontana del Nettuno è il monumento iconico, che conclude una straordinaria stagione di interventi architettonici e idraulici di grandiosa portata, che ancora oggi qualificano l’area centrale della città e i suoi spazi pubblici.
L'acqua, tornata a zampillare dopo i recenti lavori di restauro, è l’elemento principale della fontana. I meccanismi nascosti dietro al suo funzionamento svelano una storia idraulica complessa e segreta, composto da un reticolo di acquedotti, canali e condotte che disegnano la città sotterranea, contribuendo a delineare un paesaggio tanto invisibile quanto sorprendente.
L’invenzione di Bologna città delle acque, trova un significativo fondamento nei progetti del Cinquecento, realizzati proprio per sottolineare lo stretto collegamento tra città e acque.
Il progetto espositivo in Santa Maria della Vita illustra, attraverso l’esposizione di opere, documenti e materiali selezionati, la genesi progettuale e gli sviluppi del sistema idraulico della fontana del Nettuno, partendo dal medioevo e dall’antichità romana fino ad arrivare agli interventi infrastrutturali rinascimentali.
"I recenti lavori di restauro alla fontana del Nettuno hanno permesso di riscoprire non soltanto le caratteristiche fondamentali della statua del Giambologna, ma anche l’insieme delle tecnologie del complesso sistema idraulico. La mostra in Santa Maria della Vita mette in luce proprio questa caratteristica, presentando ai visitatori l’importanza che le acque hanno avuto per la città, un vero e proprio rinascimento idraulico italiano caratterizzato da profili di qualità estetico-tecnologica all’avanguardia", spiega Fabio Roversi-Monaco, Presidente di Genus Bononiae. Musei nella Città.
La mostra illustra la storia idraulica bolognese, partendo dall’acquedotto romano di Bononia e dal sistema idraulico a servizio della città medievale, con il canale di Reno, la Chiusa di Casalecchio, i canali urbani e i mulini, i pozzi pubblici e privati, fino a giungere ai grandi interventi infrastrutturali rinascimentali.
Per documentare le vicende medievali è esposta, tra l’altro, la copia autentica della cosiddetta Secchia Rapita, normalmente contenuta nella torre della Ghirlandina, sottratta nel 1325 a un pozzo bolognese in seguito alla battaglia di Zappolino e che dopo settecento anni ritorna simbolicamente a Bologna grazie al prestito concesso dai Musei Civici di Modena, allo scopo di testimoniare l’importanza che l’acqua svolgeva nella vita quotidiana delle città del medioevo al punto da assurgere a prezioso trofeo di battaglia.
I pezzi selezionati per l’esposizione sono: statue, bozzetti, modelli, dipinti, disegni, incisioni e altro materiale grafico, libri, documenti archivistici provenienti da collezioni pubbliche e private, locali e nazionali.
Il catalogo della mostra edito dalla Bononia University Press, presenta saggi di Francesco Ceccarelli, Danilo Demaria, Emanuela Ferretti, Daniele Pascale Guidotti, Davide Righini, Rossella Rinaldi e Richard J. Tuttle.
A corredo della mostra viene presentata nella Biblioteca d’Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale, una selezione di disegni dello scultore bolognese Enrico Barberi, vissuto a cavallo della fine dell’800 e l’inizio del ‘900. La mostra del titolo "Enrico Barberi e la fontana del Nettuno. Il fondo di disegni delle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna", a cura di Benedetta Basevi e Mirko Nottoli, presenta circa 133 disegni datati tra il 1895 e il 1918, per la maggior parte schizzi e fogli di taccuino tra cui un nucleo ben distinto riguardante la Fontana del Nettuno su cui il Barberi ebbe modo di lavorare a più riprese per circa vent’anni.
La realizzazione della mostra è stata resa possibile grazie alla collaborazione con il Comune di Bologna, con prestiti provenienti dalle Collezioni Comunali d’Arte e della Biblioteca dell’Archiginnasio, con l’Università di Bologna con libri provenienti dalla Biblioteca Universitaria. Gli altri materiali del percorso espositivo sono stati prestati dall’Archivio di Stato, dal Museo Archeologico, dall’Opera Pia dei Poveri Vergognosi e da molte istituzioni cittadine che hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa. (aise)