A SALERNO “LA ROSA DI GOETHE” DI MARCELLA CONTINANZA – di Maria Guarracino

FRANCOFORTE\ aise\ - Marcella Continanza dedica un altro libro di poesie a Goethe, suo nume tutelare, dal titolo evocativo e fascinoso “La rosa di Goethe” (editrice petite plaisance - Pag 72; Euro 10) dalla copertina raffinata in cui, nel bianco, spicca il rosso della “rosa meditativa”, opera di Dalì. Un libro particolare, di nicchia agli occhi dei critici; infatti la Continanza perdura nella sua incessante ricerca del lessico per rileggere la sua e la nostra storia come scrive nell’intensa prefazione Dacia Maraini “una ricerca di versi che attraversa il tempo e lo spazio di una vita.”
In questi giorni Marcella Continanza è in Italia per presentare il suo testo nelle librerie di alcune città. L’anteprima è avvenuta alla grande a Salerno, con il patrocinio del Comune nella biblioteca Villa Carrara il 9 ottobre alla presenza di un pubblico colto ed elegante. Notati la regista Giustina Laurenzi, il professor Rocco Risalia, la poeta Rosaria Zizzo. Ha aperto la serata, Lucia Napoli, direttrice dell’archivio di Stato di Salerno, poi si è passato all’intervento critico di Alberto Mirabella dell’Università di Salerno il cui contributo ha interessato il pubblico e la stampa e lo pubblichiamo qui di seguito.
“La poesia esiste solo se crea vertigine. Perché l’unica sensazione dev’essere un sentire estremo. E ciò avviene senza alcun dubbio nelle liriche di Marcella Continanza che ci offre con “La rosa di Goethe” un prezioso libro poetico. E parliamo di quella scrittura che è un dialogo sincero, importante, sapiente.
Il merito migliore di Marcella è quello di una donna che conserva la delicata emotività che però non degenera mai in vuotaggine di atteggiamenti o di languore. E il sentimento essendo sorretto da un controllo che, se evoca esperienze ultime della poesia, non manca di essere personale sofferenza. Ed ella come gli autentici poeti non si chiude in una turris eburnea perché sa osservare gli ultimi del mondo, oggi gli immigrati/profughi ed i clochard, ed evocarne il pathos affinchè noi non restiamo impassibili. Si avverte nella poesia di Marcella Continanza una disposizione fondamentale del poeta autentico qual ella è: un vivo senso della “condizione umana”, ed è l’uso della parola per significare gli uomini nella loro condizione tragica.
E che dire della lirica dedicata ad Anna Frank, qui in versi per dirla con Eugenio Montale “scabri ed essenziali”, ci mostra la malvagità umana e come sia “sempre quello della pietra e della fionda” (Quasimodo). E come non ci si possa commuovere leggendo i versi: “un filo spinato segna la tua strada/ senza uscita”.
In sostanza si tratta di liriche di intensa, rara finezza psicologica e lirica. Infatti il vero ed autentico poeta è capace di comprendere la faticosa e dolorosa realtà quotidiana.
La poesia è sentirsi morire: un morire d’amore per la vita e la poesia. “Morire semplicemente come muoio io ogni giorno” (Corazzini).
La silloge poetica di Marcella Continanza dal titolo “La rosa di Goethe” ci ricorda come la rosa vive nella poesia di ogni tempo e paese.
Per quanto attiene il linguaggio a cui ricorre la, poetessa esso mi appare tout court aulico e ricco di metafore e con una vis/forza che finisce per coinvolgerti attraverso i vari temi che sono: AMORE, SOGNO, ROSA, MAMMA, LUCANIA.
E poi come si fa a non farsi coinvolgere emotivamente dalle liriche Lo zaino di un poeta che “porta nello zaino/ il sale delle sue idee” e dal Taccuino (1986-1987) che dà l’incipit alla raccolta e in cui leggiamo “ho lasciato l’azzurro e la foto di me bambina […] lunga notte straniera / mia prima notte / ti respiro / come eredità di rugiada / nella lingua straniera / Nacht nacht nacht. [….].”
Continanza possiede il gusto della lingua scaltrita nella ricerca degli effetti, sono adoperati termini opportunamente scelti a strutturare la particolare poesia di scavo interiore, necessitati da una ispirazione tendente alla ricerca di certe ragioni umane eminenti in chi voglia, come Lei, realizzarsi come donna e come artista.
Se la poesia è dramma, dramma dell’esistenza di un uomo, il suo segreto è dunque di far rinascere la morte come vita nella parola; la sua speranza lo strappare al fondo dell’oblio e della memoria una luce, la sola che non s’offusca mai una volta conquista. E Marcella Continanza siamo certi che ha conquistato questa LUX che ci illumina e ci guida in un mondo “atomo opaco del male” (Pascoli)”
Alla fine si è arrivati alla lettura poetica con l’autrice, lettura molto pregnante e coinvolgente. (maria guarracino\aise)