BREXIT: LA POSSIBILITÀ DEL "NO DEAL" COMINCIA A FARE PAURA – di Francesco Ragni

LONDRA\ aise\ - "Deal or no deal? Parafrasando Shakespeare, questo è il dilemma che sta dominando l’agenda politica di questa fine estate britannica. Riuscirà il Regno Unito a siglare e approvare un accordo per il dopo-Brexit entro la fatidica data del 31 marzo 2019?". È quanto si domanda Francesco Ragni, direttore del portale di informazione bilingue LondraItalia.com.
"Mancano poco più di sette mesi", scrive Ragni nel suo editoriale in prima pagina, "l’obiettivo sarebbe a portata di mano, ma le divisioni interne ai Tories lo rendono lontano, alimentando la paura che si arrivi all’ora x senza accordo. Più passano i giorni e più l’opzione "no deal" appare, se non la più probabile, sicuramente possibile, reale. Non solo uno spauracchio da agitare di fronte ai Brexiteer più estremi per convincerli ad accettare una soft Brexit, ma una possibilità concreta, con conseguenze serie, e alla quale è necessario prepararsi.
Oggi il Governo di Theresa May ne ha preso atto ufficialmente, annunciando la pubblicazione online di una guida al no-deal per cittadini e aziende. 148 pagine con istruzioni e "consigli pratici" su come gestire la situazione dal 1° aprile, su una serie di fronti, dall’agricoltura alle cure mediche, dai programmi Erasmus ai servizi finanziari, dalla ricerca nucleare ai diritti per i lavoratori. Una misura analoga a quella presa da tempo dall’Unione Europa, che sul sito ha creato una intera sezione chiamato "Brexit preparedness". All’interno, 68 documenti che spiegano gli impatti dell’uscita in tutti gli ambiti possibili, dall’e-commerce al trasporto degli animali.
Anche la città di Londra, la più europea di tutta la Gran Bretagna, si sta attrezzando. "Con la prospettiva del no-deal che incombe pesantemente, sto preparando Londra al peggio", ha dichiarato il sindaco Sadiq Khan. Per farlo ha attivato il London Resilience Forum, il forum responsabile per prevenire e gestire emergenze nella capitale. Il tono di Khan è più drammatico di quello della May. In assenza di accordo con l’UE, scrive il sindaco, sono a rischio medicine, cibo, energia e la possibilità di garantire servizi essenziali come il pronto soccorso e l’ordine pubblico. E a soffrirne sarebbero soprattutto il milione di cittadini europei che vive a Londra, cittadini che in caso di no-deal vedrebbe i propri diritti sospesi in un limbo.
Ma quanto è probabile che tutto ciò avvenga davvero? Per i bookmaker inglesi la prospettiva più verosimile è ancora quella del raggiungimento di un accordo, ma la differenza tra le quote è poca e si sta assottigliando. Oggi Betfair offre le scommesse sull’accordo a 1.57. mentre quelle sul no-deal sono quotate a 2.1.
Liam Fox, ministro per il Commercio e presidente del Board of Trade, si è spinto più in là, dichiarando già a inizio agosto che il no-deal è ormai l’esito più verosimile, assegnandogli addirittura una probabilità del 60%, mentre il ministro per la Brexit Dominic Raab continua a ripetere la sua "fiducia che un buon accordo sia alla nostra portata". Nell’incertezza, sarà meglio studiare e cominciare a prepararsi". (aise)