CONSIGLIO EUROPEO: CONTE IN PARLAMENTO
ROMA\ aise\ - “Il Consiglio europeo a cui parteciperò a Bruxelles, il secondo del Governo che presiedo, arriva in un momento in cui, anche rispetto a quello di giugno, è ancora più evidente in tutta l'Europa la viva aspettativa da parte dei cittadini di ricevere dalle istituzioni europee risposte e soluzioni concrete. Nell'agenda del Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre e dell'Eurosummit del 18 ottobre sono inclusi temi cruciali quali l'immigrazione, la Brexit, il completamento dell'Unione bancaria. A questi temi si aggiungono quelli della sicurezza interna, che in parte abbiamo già trattato nel pre-vertice informale che si è svolto a Salisburgo il 19 e il 20 settembre, e poi c'è anche il capitolo delle relazioni esterne”. Così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha iniziato il suo intervento stamane in Senato, alla vigilia della sua partenza per Bruxelles per un Consiglio europeo che “arriva in una fase particolarmente importante per il progetto europeo, è infatti iniziato il periodo conclusivo del cosiddetto ciclo istituzionale”.
“Le elezioni europee, che sono fissate a maggio del 2019, apriranno la strada alla designazione della nuova Commissione e del nuovo Presidente del Consiglio europeo”, ha ricordato Conte, secondo cui il percorso verso le urne sarà caratterizzato da “quattro sfide, le cui risposte sono improcrastinabili nella stessa percezione dei cittadini europei”. E cioè “gestione condivisa multilivello dei flussi migratori”, sciogliere “il nodo della Brexit, arrivando ad un accordo di recesso tra Regno Unito e Unione europea che tuteli i diritti acquisiti dei cittadini europei residenti nel Regno Unito, le relazioni economico-commerciali, per l'Italia in particolare le indicazioni geografiche e la sicurezza”. Al terzo posto, Conte mette la “stabilità economico-finanziaria, della governance dell'Eurozona e del completamento dell'Unione bancaria europea”, fronte questo su cui l’impegno dell’Italia “resta immutato”. Infine “il negoziato per un nuovo e ambizioso bilancio europeo pluriennale”.
Per Conte all’Europa serve con “urgenza” un “cambio di passo dell'Unione europea che deve proiettarsi sempre più verso le esigenze della società civile, essere più vicina ai popoli e ai cittadini. L'Italia – ha ricordato – è un Paese fondatore dell'Unione europea e un contributore netto al bilancio dell'Unione. Forti di questa nostra posizione, andiamo a Bruxelles con una manovra economica, che sapete appena deliberata, di cui siamo orgogliosi e sulla quale intendiamo avviare un dialogo, confrontandoci senza pregiudizi”, ha aggiunto riferendosi alla manovra licenziata dal Consiglio dei Ministri ieri sera. “Siamo convinti che quella dell'austerity sia una strada non più percorribile. Tutte le misure al centro della manovra economica, sulla quale il Governo è impegnato e che certamente avrò modo di illustrare in maniera esaustiva anche alle istituzioni europee, i nostri partner dell'Europa, sono improntate a favorire crescita, occupazione e a contrastare la povertà nel segno della stabilità sociale. Su questo – ha rimarcato – posso garantirvi che il Governo tutto sta lavorando con consapevolezza e responsabilità senza sosta. L'architrave della nostra manovra è costituito dagli investimenti, ossia la componente che è mancata maggiormente nelle politiche economiche degli ultimi anni, che hanno determinato un ritardo di crescita del nostro Paese rispetto alla media europea”.
Per rilanciare gli investimenti, il Governo agirà “su tre fronti: risorse, semplificazione delle procedure e potenziamento delle competenze e delle capacità progettuali del sistema Paese. Gli anni della crescita economica ci hanno insegnato che una società con profonde disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza non è soltanto moralmente inaccettabile, ma rischia di frustrare e fare implodere l'economia stessa”.
“Un Paese che ha 5 milioni poveri ha un problema evidente di giustizia distributiva e di tenuta sociale”, ha detto ancora il Premier. “Perfino le Istituzioni internazionali, come il Fondo monetario internazionale, sostengono da tempo che un Paese con forti diseguaglianze sociali ed economiche non è e non può essere un Paese stabile. Lo stesso Fondo monetario internazionale nel 2017 chiedeva all'Italia di dotarsi di uno strumento universale di welfare e anche nel pilastro europeo dei diritti sociali viene ribadita la necessità di stabilire un programma di reddito minimo collegato al reinserimento nel mondo del lavoro”.
L'Italia, ha quindi sostenuto Conte, “rimane un attore indispensabile affinché queste quattro sfide, che ho appena citato e riassunto, trovino una soluzione europea efficace e convincente. Questo ruolo intendiamo giocarlo col massimo impegno perché consideriamo l'appartenenza all'Europa parte irrinunciabile del programma di miglioramento delle condizioni socioeconomiche dei cittadini italiani e dei cittadini europei”.
Più nel dettaglio, in tema di immigrazione, per l’Italia è “irrinunciabile che Stati membri e istituzioni comunitarie siano coerenti con quel cambio di prospettiva” dell’ultimo Consiglio europeo dove “abbiamo infatti ottenuto che l'approccio europeo alla gestione della migrazione vada in direzione di un indispensabile equilibrio fra movimenti primari e movimenti secondari, di un riconoscimento del principio degli sforzi condivisi per gestire i migranti a seguito di un salvataggio in mare. In questo Consiglio europeo è dunque essenziale riaffermare l'impegno dell'Unione europea a rafforzare la collaborazione coi paesi di origine e di transito e a investire di più e meglio nella gestione dei movimenti primari. Riaffermerò dunque l'elevata priorità di un rifinanziamento consistente e tempestivo da parte degli altri Stati membri del Fondo fiduciario dell'Unione europea per l'Africa, tecnicamente il Trust Fund for Africa”.
Per Conte serve anche “evitare l'illusione che i Regolamenti e, in particolare, quello di Dublino, che riguarda il sistema europeo di asilo, possano risolvere le forti criticità relative ai movimenti primari e alla protezione dei confini esterni. Quando esamineremo la parte di conclusioni relative al contrasto del traffico di esseri umani e riguardanti la riforma del sistema europeo comune di asilo, richiamerò, come ho già fatto a giugno, il fondamentale principio dell'equa condivisione delle responsabilità, sancita dall'articolo 80 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea”.
Quanto alla Libia, Conte ha ricordato la conferenza di Palermo e assicurato che il Governo continuerà “a lavorare affinché i risultati positivi nella riduzione degli sbarchi si consolidino in un approccio europeo multilivello che assicuri risposte strutturali, le uniche capaci di dare sicurezza ai nostri cittadini”.
Passando al tema Brexit, Conte ha citato il suo incontro con Barnier e ricordato che a Bruxelles “i 27 capi di Stato e di Governo valuteranno lo stato dell'arte del negoziato in vista della ripresa dei colloqui tra il Regno Unito e l'Unione europea e di un possibile accordo a novembre. Domenica scorsa, i negoziatori del Regno Unito e dell'Unione europea hanno preso atto dell'impossibilità, al momento, di trovare un'intesa sulla questione irlandese”.
I tempi “sono davvero strettissimi. Dovremo lavorare tutti con buon senso, senza cedere alle emozioni e a reazioni istintive, per evitare un fallimento dei negoziati che - dobbiamo riconoscerlo e dirlo - sarebbe un salto nel vuoto, con presumibile effetto negativo per imprese e cittadini. È invece nostro dovere assicurare un recesso ordinato, secondo modalità che siano chiare e garantiscano la protezione dei diritti acquisiti dai cittadini europei, nonché la stabilità economica e finanziaria per le imprese. L'intesa finale dovrà essere rispettosa della volontà del popolo britannico di lasciare l'Unione europea e dei principi fondamentali dell'Unione stessa. L'accordo sulla Brexit dovrà assicurare, anche in concreto, la tutela dei diritti acquisiti dai cittadini europei, tra cui i circa 700.000 italiani che sono residenti nel Regno Unito, attraverso procedure semplici e rapide, con particolare attenzione alla protezione delle categorie più vulnerabili”.
Un altro tema “centrale” per l'Italia e per molti Paesi europei “è quello della protezione delle indicazioni geografiche e delle regole di origine. Qualsiasi intesa con il Regno Unito - su questo sono stato molto chiaro con il rappresentante e il negoziatore dell'Unione europea Barnier - dovrà preservare e valorizzare questo imprescindibile patrimonio di conoscenze, tradizioni e opportunità economiche. Una volta concordati i termini del recesso con un accordo che regoli anche la complessa questione del confine irlandese, potremo lavorare con il Governo britannico per costruire un futuro partenariato economico e di sicurezza, all'altezza dei profondi legami tra Londra e il resto del continente europeo. È questo il nostro obiettivo principale dopo l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea, che mi auguro avvenga in termini chiari e amichevoli, senza strappi. Soltanto in un clima di solida amicizia e reciproca fiducia potremo trovare nuove modalità di cooperazione e costruire una relazione economica e di sicurezza tra l'Unione europea e il Regno Unito all'altezza dei legami storici, culturali e politici tra Londra, l'Italia e il resto dell'Europa”.
“Anche dopo Brexit – ha aggiunto – il Regno Unito resterà un Paese europeo, con valori e sfide comuni a quelle degli Stati membri dell'Unione europea. Londra sarà ancora un attore fondamentale nell'economia globale e nell'architettura di sicurezza europea. Del resto, non potrebbe essere altrimenti per un Paese membro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, del G7 e della Nato. L'Italia continuerà quindi a lavorare per un partenariato basato sulla mobilità, affinché possano continuare i fruttuosi scambi tra i nostri cittadini sull'economia, per mantenere un elevato scambio dei commerci, e sulla sicurezza, per affrontare insieme in maniera più efficace le numerose sfide del nostro tempo”.
Sul fronte della sicurezza interna, al Consiglio europeo, ha anticipato Conte, “approveremo delle conclusioni anche sul tema della sicurezza interna, sulla scia della discussione che è già stata un po' anticipata nel corso del vertice informale a Salisburgo. Sul contrasto alle interferenze, anche online, nelle elezioni e sulle minacce ibride e cyber, condividiamo con i partner europei, a cominciare dal Regno Unito e dai Paesi bassi, la forte preoccupazione relativa alle recenti notizie di attacchi cibernetici”.
Il Governo, ha aggiunto, “guarda con favore al fatto che il Consiglio europeo dia impulso anche all'iter di revisione del meccanismo europeo di protezione civile. L'Italia considera infatti essenziale un sistema coordinato ed efficace di risposte sia alle minacce nucleari, batteriologiche, radiologiche, chimiche, sia alle catastrofi naturali”.
Quanto, infine, ai rapporti tra Unione europea e Russia, “il Consiglio – ha detto Conte – offrirà una finestra di discussione sui rapporti tra Unione europea e Russia, e sarà questa una nuova occasione per approfondire, con i colleghi europei, come declinare coerentemente l'approccio che definisco a doppio binario - cioè, fermezza, ma coniugata al dialogo - nei confronti di Mosca, che resta un attore ineludibile per la soluzione delle principali crisi internazionali”. Ricordato che il 24 ottobre sara a Mosca a incontrare Putin “e, in occasione di questa mia visita, avrò modo di confrontarmi con lui su temi internazionali e di sicurezza”, Conte ha sostenuto che “le sanzioni fini a se stesse non fanno che danneggiare le nostre imprese, che invece questo Governo intende tutelare e sostenere, e la stessa società civile russa”. In questa prospettiva, ha concluso, “riteniamo si debba continuare a ragionare mantenendo, però, l'unitarietà della posizione dell'Unione europea nei rapporti con Mosca”. (aise)