DETENUTI ITALIANI ALL’ESTERO: UNGARO (PD) INTERROGA MOAVERO E BONAFEDE

ROMA\ aise\ - “Istituire uffici di collegamento interministeriali a supporto delle missioni diplomatiche italiane all'estero affinché sia data piena applicazione, a tutela dei connazionali all'estero, alla Convenzione sul trasferimento delle persone condannate, adottata a Strasburgo il 21 marzo 1983 e già ratificata dal nostro Paese”. È quanto richiede Massimo Ungaro (Pd) in una interrogazione sulle condizioni degli italiani detenuti all’estero presentata ai Ministri degli esteri e della giustizia, Moavero Milanesi e Bonafede.
Nella premessa, il deputato eletto all’estero cita “molti blog e articoli in rete che descrivono la situazione – purtroppo poco nota all'opinione pubblica nazionale – degli italiani detenuti all'estero spesso in situazioni “degradanti, in termini di diritti umani, igiene, rapporti con altri detenuti e salute, diritto alla difesa”, come conferma anche l'associazione onlus “Prigionieri del Silenzio”; secondo il dato più aggiornato – riporta Ungaro – sono 3.278 i nostri connazionali detenuti all'estero, lontani da casa e dai familiari, a volte richiusi in carceri dove non vengono rispettati i diritti umani, spesso privati di un equo processo. Uno su 5 ha riportato una condanna, tre su 4 sono ancora in attesa di giudizio: l'80 per cento in Europa, il 14 per cento nelle Americhe, il resto sparsi negli altri continenti”.
“Non è raro – osserva il parlamentare Pd – che i nostri connazionali detenuti vengano sottoposti a umiliazioni e a condizioni di vita del tutto incompatibili con un percorso di riabilitazione, come è peraltro sancito dalla Costituzione italiana. Ed è praticamente la regola, soprattutto in certe realtà, che si ritrovino a vivere in strutture lontanissime dai grandi centri, senza cure adeguate: c'è chi aspetta anni per una tac e chi si ammala di epatite, scabbia e altre infezioni, soprattutto senza un'assistenza legale degna di questo nome e spesso in una lingua sconosciuta”.
“È giusto pagare per il reato commesso, ma nessuno può privare una persona dei propri diritti o nessuno deve espiare la pena in condizioni inumane”, sostiene Ungaro che ai due Ministri chiede “se siano a conoscenza della questione e se, per affrontarla, non intendano assumere iniziative per istituire, presso i rispettivi dicasteri e per quanto di competenza, uffici di collegamento interministeriali a supporto delle missioni diplomatiche italiane all'estero affinché sia data piena applicazione, a tutela dei connazionali all'estero, alla Convenzione sul trasferimento delle persone condannate, adottata a Strasburgo il 21 marzo 1983 e già ratificata dal nostro Paese”. (aise)