FEDITALIA AD UNA SVOLTA – di Marco Basti
BUENOS AIRES\ aise\ - “Il 27 ottobre si terrà l’assemblea generale ordinaria di FEDITALIA, la Confederazione che raggruppa 27 federazioni di associazioni italiane in tutta l’Argentina. Lo storico vertice dell’associazionismo, che durante decenni in passato, ha rappresentato la collettività italiana in Argentina. Si tratta di un passaggio epocale, visto che segnerà la fine dell’“era Pallaro”. Il nome dell’ex senatore, infatti, è stato legato a quello della Confederazione negli ultimi quarantacinque anni. Finisce un periodo, troppo lungo, ma ricco di traguardi raggiunti e comincia un altro, sul quale, purtroppo, si hanno poche certezze”. Inizia così l’editoriale che Marco Basti firma per il nuovo numero della “Tribuna italiana”, quindicinale che dirige a Buenos Aires.
“Non si sa ancora se si riuscirà a formare l’auspicata lista di unità, tra i gruppi che sostengono i due candidati alla presidenza, Julio Croci e Francisco Nardelli. Anche perché c’è un terzo giocatore, il sen. Ricardo Merlo che, volente o nolente, può condizionare non solo il risultato dell’elezione, ma anche il futuro dell’Associazionismo italiano in Argentina.
Il sottosegretario agli Esteri è certamente impegnato 24 ore su 24 nella sua alta missione di occuparsi in seno al governo italiano delle questioni degli italiani nel mondo, specialmente perché è la prima volta che l’incarico viene affidato ad un eletto all’estero e per di più nato fuori d’Italia. Per cui non può impegnarsi in prima persona nelle vicende della FEDITALIA, nonostante la sua importanza storica. Nemmeno se si tratta della casa natia di Merlo in termini politici. Ma ovviamente le sorti della FEDITALIA non gli sono indifferenti. Proprio perché la sua carriera politica l’ha costruita partendo dall’associazionismo, imparando - come ricorda spesso - da Luigi Pallaro cosa significano le centinaia di associazioni italiane sparse in tutta l’Argentina.
E perché la stragrande maggioranza dei dirigenti del MAIE (“Movimento ‘Associativo’ degli Italiani all’Estero”, appunto, ‘associativo’) viene da quel mondo, la “casa” di buona parte dei suoi elettori. Quindi due candidati alla presidenza e un grande elettore, lontano e personalmente impegnato in altre urgenze, ma sicuramente interessato e presente attraverso esponenti del suo Movimento.
Comunque sia, ci sono alcune domande che per forza di cose dovrebbero porsi i successori di Pallaro alla guida della FEDITALIA.
Anzitutto, quale sarà il progetto, il programma, il disegno della nuova FEDITALIA? Quale sarà il grado di politicizzazione della FEDITALIA? Quale sarà la squadra del nuovo Presidente? Come si finanzierà la Confederazione? Per adesso non si conoscono i progetti, i programmi, ammesso che ci siano. Succede spesso che il progetto, il disegno, il programma è conquistare la poltrona e poi vedere cosa si può fare. Da quel che è trapelato, si lavora per trovare la quadratura del cerchio per arrivare alla lista unitaria, oppure a riunire la maggioranza dei voti dei delegati per vincere le elezioni. Saranno tre per ogni federazione tra i quali una donna e un giovane.
Sul grado di politicizzazione della Confederazione, bisogna solo ricordare che oltre all’evidente appartenenza politica dei delegati che rispondono al sen. Merlo, anche i due candidati alla presidenza hanno legami politici.
Julio Croci è funzionario dell’attuale governo argentino ed esponente del gruppo “Italianos Pro”, cioè aderenti di origine italiana al partito del Presidente Macri, gruppo che fa capo a Irma Rizzuti, anche lei oggi residente a Roma, perché addetto culturale dell’Ambasciata argentina presso il governo italiano.
Francisco Nardelli, vicepresidente secondo di FEDITALIA, è stato candidato due volte al Senato nelle elezioni italiane. La prima nel 2013, nella lista del Partito democratico. Nel 2018 nella lista dell’Usei dell’on. Eugenio Sangregorio.
Non ci sono notizie neanche sulle squadre dei candidati. Ovviamente il Consiglio Direttivo sarà espressione delle Federazioni che fanno parte di FEDITALIA, e sembra che dopo tanti anni dall’ultima assemblea, ci sarà - anche per ragioni anagrafiche - un importante rinnovamento, con tanti dirigenti giovani o di mezza età. Praticamente sparita la generazione di Pallaro, Croci e Nardelli sono espressione del necessario rinnovamento, almeno dal punto di vista dell’etá. Si vedrà se anche da quello delle idee e della gestione.
La risposta alla quarta domanda, cioè come si finanzierà la FEDITALIA, sarà il riscontro della profondità del cambiamento, dell’esistenza o meno di un progetto e di una squadra.
Infatti, come qualsiasi sodalizio, la FEDITALIA dovrebbe finanziarsi con le rette dei suoi soci, cioè delle Federazioni che ne fanno parte. La realtà degli ultimi decenni è stata un’altra. C’erano i benefattori, i padri nobili, i padre padrone (ognuno ha una definizione), che finanziavano le attività della Confederazione. Una deminutio capitis, un handicap per la vita democratica della Confederazione, che colpisce anche buona parte della struttura associativa e di quella di rappresentanza della nostra comunità. E qui ritorniamo alla prima domanda, quella sul progetto, il disegno della nuova FEDITALIA, il programma, che dovrebbe prevedere anche questo aspetto per niente secondario.
Perché se a pagare sarà un benefattore, o un padre padrone, o un partito o i soldi pubblici, l’indipendenza e la vitalità della Confederazione continuerà ad essere limitata. L’augurio è che l’assemblea rappresenti, non un semplice cambiamento al vertice per ragioni anagrafiche, ma una svolta profonda, che sarebbe salutare per tutta la comunità italiana in Argentina”. (aise)