I CORSI LICIT COME TRAMPOLINO DI LANCIO PER L’ITALIANO NELLA SCUOLA PUBBLICA SVIZZERA

ZURIGO\ aise\ - Il coordinatore degli enti gestori in Svizzera Roger Nesti è intervenuto sabato 1° dicembre alla giornata di studio “Il posto dell’italiano in Svizzera” organizzata dalla cattedra di italianistica dell’Università di Zurigo e dal Comites di Zurigo.
Nel suo intervento Nesti ha fornito i dati più recenti sui corsi di lingua e cultura italiana in Svizzera. Nell’anno scolastico 2018/2019 in Svizzera sono stati attivati 958 corsi, con 10'216 alunni e con l’impiego 137 docenti. 7453 alunni frequentano 694 corsi del livello primario, 2763 sono gli alunni del livello medio suddivisi in 264 corsi. 382 corsi sono gestiti direttamente dallo Stato italiano con 39 docenti ministeriali, mentre 576 corsi sono gestiti dagli enti gestori che impiegano 98 docenti.
Negli ultimi due anni il numero dei corsi e alunni è stabile. Un paragone con i dati degli ultimi 10 anni evidenzia invece un netto calo del numero di corsi e alunni:
2008/2009 1375 corsi 14'900 alunni
2012/2013 1075 corsi 11'900 alunni
2018/2019 958 corsi 10'200 alunni
La riduzione del 30% di corsi e alunni in un decennio è dovuta non al disinteresse da parte delle famiglie, ma è conseguenza diretta della significativa riduzione del numero dei docenti ministeriali e dei continui tagli ai contributi ministeriali in favore degli enti gestori in rapporto al numero di corsi gestiti. Testimonianza concreta dell’evoluzione che i corsi hanno avuto nell’arco degli ultimi decenni sono le certificazioni linguistiche che vengono conseguite alla fine dei corsi. Nell’anno scolastico 2018/2019 sono quasi 800 gli studenti che hanno sostenuto una prova di certificazione linguistica presso uno dei sette enti gestori operanti in Svizzera:
L’importanza dei corsi di lingua e cultura per la promozione dell’italiano è legata alla loro presenza capillare e numericamente consistente a livello primario. Nesti ha messo in evidenza le possibilità di collaborazione e sinergie che si possono avviare con la scuola locale. Ciò necessità tuttavia che sia sul versante italiano che su quello svizzero si superino al più preso le criticità e le emergenze che riguardano l’organizzazione e la gestione dei corsi.
Sul versante italiano: Superare la fase di perenne incertezza finanziaria e avviare una pianificazione pluriennale delle attività, garantendo adeguate risorse nella legge finanziaria in discussione attualmente in Parlamento; Stabilire norme applicative che mettano gli enti gestori in condizione di rappresentare un reale valore aggiunto e di allargare ad ampio raggio le proprie attività di promozione linguistica (la revisione della circolare 13 attualmente in corso ha carattere troppo prescrittivo e rigido e rischia di mettere seriamente in dubbio il finanziamento e la continuità dei corsi); Riprendere la metodologia dei Piani paese per rilevare i bisogni concreti e peculiari delle varie realtà territoriali e definire di conseguenza un modello di intervento dotato di forte flessibilità e adattabilità alle situazioni concrete; Garantire ampia autonomia alle strutture operanti sul territorio, anche per quanto concerne le attività di autofinanziamento; Rivedere la natura degli enti, puntando su una loro maggiore professionalizzazione.
Sul versante svizzero: Garantire che le raccomandazioni della CDPE (Conferenza dei direttori della pubblica educazione) siano effettivamente applicate (disponibilità di aule, orari e supporto alle iscrizioni); Riflettere sulla natura dei corsi LICIT e avviare un dibattito sul riconoscimento dei corsi come strumenti di promozione di una lingua nazionale, e non soltanto di una lingua d’origine.
Solo superando queste criticità gestionali sarà possibile affrontare la via della collaborazione con le autorità locali e fare del sistema corsi il trampolino di lancio per la promozione dell’italiano in Svizzera. (aise)