IL PAPA E LA PREGHIERA DEI FIGLI DI DIO

foto Osservatore Romano

ROMA\ aise\ - La “grande preghiera che ci ha insegnato Gesù”. Così Papa Francesco che nell’udienza generale di questa mattina in una calda e assolata piazza San Pietro, ha proseguito il ciclo di catechesi sulla Santa Messa soffermandosi sul "Padre nostro" e la frazione del Pane.
“Nell’ultima Cena, dopo che Gesù prese il pane e il calice del vino, ed ebbe reso grazie a Dio, sappiamo che “spezzò il pane”. A quest’azione – ha spiegato Papa Francesco – corrisponde, nella Liturgia eucaristica della Messa, la frazione del Pane, preceduta dalla preghiera che il Signore ci ha insegnato”, cioè del “Padre Nostro” che “non è una delle tante preghiere cristiane, ma è la preghiera dei figli di Dio: è la grande preghiera che ci ha insegnato Gesù”.
“Infatti, - ha aggiunto – consegnatoci nel giorno del nostro Battesimo, il “Padre nostro” fa risuonare in noi quei medesimi sentimenti che furono in Cristo Gesù. Quando noi preghiamo col “Padre Nostro”, preghiamo come pregava Gesù. È la preghiera che ha fatto Gesù, e l’ha insegnata a noi; quando i discepoli gli hanno detto: “Maestro, insegnaci a pregare come tu preghi”. E Gesù pregava così. È tanto bello pregare come Gesù! Formati al suo divino insegnamento, osiamo rivolgerci a Dio chiamandolo “Padre”, perché siamo rinati come suoi figli attraverso l’acqua e lo Spirito Santo”.
“Nessuno, in verità, potrebbe chiamarlo familiarmente “Abbà” – “Padre” – senza essere stato generato da Dio, senza l’ispirazione dello Spirito, come insegna san Paolo. Dobbiamo pensare: nessuno può chiamarlo “Padre” senza l’ispirazione dello Spirito. Quante volte – ha osservato Papa Francesco – c’è gente che dice “Padre Nostro”, ma non sa cosa dice. Perché sì, è il Padre, ma tu senti che quando dici “Padre” Lui è il Padre, il Padre tuo, il Padre dell’umanità, il Padre di Gesù Cristo? Tu hai un rapporto con questo Padre? Quando noi preghiamo il “Padre Nostro”, ci colleghiamo col Padre che ci ama, ma è lo Spirito a darci questo collegamento, questo sentimento di essere figli di Dio. Quale preghiera migliore di quella insegnata da Gesù può disporci alla Comunione sacramentale con Lui? Oltre che nella Messa, il “Padre nostro” viene pregato, alla mattina e alla sera, nelle Lodi e nei Vespri; in tal modo, l’atteggiamento filiale verso Dio e di fraternità con il prossimo contribuiscono a dare forma cristiana alle nostre giornate”.
Nel “Padre nostro”, “chiediamo il “pane quotidiano”, nel quale scorgiamo un particolare riferimento al Pane eucaristico, di cui abbiamo bisogno per vivere da figli di Dio. Imploriamo anche “la remissione dei nostri debiti”, e per essere degni di ricevere il perdono di Dio ci impegniamo a perdonare chi ci ha offeso. E questo non è facile. Perdonare le persone che ci hanno offeso non è facile; è una grazia che dobbiamo chiedere: “Signore, insegnami a perdonare come tu hai perdonato me”. È una grazia. Con le nostre forze noi non possiamo: è una grazia dello Spirito Santo perdonare”.
“Così, - ha sottolineato il Papa – mentre ci apre il cuore a Dio, il “Padre nostro” ci dispone anche all’amore fraterno. Infine, chiediamo ancora a Dio di “liberarci dal male” che ci separa da Lui e ci divide dai nostri fratelli”.
Si tratta di “richieste molto adatte a prepararci alla santa Comunione”, prima della quale “si invoca da Cristo che il dono della sua pace– così diversa dalla pace del mondo - faccia crescere la Chiesa nell’unità e nella pace, secondo la sua volontà; quindi, con il gesto concreto scambiato tra noi, esprimiamo “la comunione ecclesiale e l’amore vicendevole, prima di comunicare al Sacramento””.
Il gesto della pace è seguito dalla frazione del Pane: “compiuto da Gesù durante l’Ultima Cena, - ha ricordato Papa Francesco – lo spezzare il Pane è il gesto rivelatore che ha permesso ai discepoli di riconoscerlo dopo la sua risurrezione. Ricordiamo i discepoli di Emmaus, i quali, parlando dell’incontro con il Risorto, raccontano “come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane”. Quindi l’invocazione dell’Agnello di Dio, “figura con cui Giovanni Battista ha indicato in Gesù “colui che toglie il peccato del mondo”. L’immagine biblica dell’agnello parla della redenzione. Nel Pane eucaristico, spezzato per la vita del mondo, l’assemblea orante riconosce il vero Agnello di Dio, cioè il Cristo Redentore, e lo supplica: “Abbi pietà di noi … dona a noi la pace”: sono invocazioni che, dalla preghiera del “Padre nostro” alla frazione del Pane, ci aiutano a disporre l’animo a partecipare al convito eucaristico, fonte di comunione con Dio e con i fratelli”, ha concluso il Papa che infine ha invitato tutti a “non dimenticare la grande preghiera: quella che ha insegnato Gesù, e che è la preghiera con la quale Lui pregava il Padre. E questa preghiera ci prepara alla Comunione”. (aise)