INCONTRO TRA BANGLADESH E MYANMAR SUI RITORNI DEI RIFUGIATI/ UNHCR: SI RISPETTINO STANDARD INTERNAZIONALI
GINEVRA\ aise\ - Si è riunito lunedì, 15 gennaio, a Naypiydaw – in Myanmar - il Gruppo di Lavoro congiunto sui ritorni volontari, tra il governo del Bangladesh e quello del Myanmar. A renderlo noto è l’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati.
Stando a quanto riferito, riporta l’Agenzia, il tema dell’incontro è stata l’implementazione dell’accordo firmato il 23 novembre 2017 sul ritorno dei rifugiati che dal 25 agosto sono arrivati in Bangladesh, in fuga dallo Stato di Rakhine.
Per l’UNHCR “è importante il dialogo tra i due Stati, al centro del quale si colloca il diritto dei rifugiati di tornare volontariamente alle loro case. Per garantire che i rifugiati siano ascoltati e sia garantita loro protezione in Bangladesh e al loro ritorno in Myanmar”, l’UNHCR “si rende disponibile a prendere parte alla discussione”.
Considerando che la discussione tra il Bangladesh e il Myanmar si è focalizzata sulle modalità dei ritorni in Myanmar dei rifugiati, l’UNHCR “auspica che, in ogni situazione che concerne i rifugiati, i rifugiati abbiano la possibilità di fare ritorno alle loro case laddove decidano di farlo”.
Prima di considerare di fare ritorno in Myanmar, alcuni dei rifugiati Rohingya in Bangladesh hanno informato lo staff dell’UNHCR che hanno bisogno di vedere sviluppi positivi rispetto al loro stato legale, alla cittadinanza, alla sicurezza nel Rakhine e alla possibilità di godere di diritti di base in Myanmar.
Molte sfide sono ancora da affrontare, tra cui la necessità di assicurare che i rifugiati siano informati della situazione nelle aree d’origine e sul loro eventuale ritorno; che siano ascoltati i loro desideri, garantita la loro sicurezza in tutto il percorso nelle fasi di partenza, transito e ritorno e che la situazione nelle aree di ritorno sia favorevole a ritorni sicuri e sostenibili.
In questo contesto, l’UNHCR osserva che “il governo del Myanmar ha raccolto le raccomandazioni del Comitato Consultivo per il Rakhine (Rakhine Advisory Commission - RAC) diretto da Kofi Annan e ha rinnovato il suo impegno nell’accordo bilaterale con il governo del Bangladesh”. L’implementazione delle raccomandazioni del RAC, sottolinea l’UNHCR, “è essenziale per assicurare ritorni sostenibili. Le raccomandazioni sottolineano, infatti, l’importanza di garantire pace e sicurezza per tutte le comunità dello Stato di Rakhine, ridurre le divisioni esistenti tra le comunità e trovare soluzioni per garantire uno status legale e la cittadinanza alle comunità musulmane”. Per questo l’UNHCR chiede al Myanmar di “mettere al più presto in pratica queste raccomandazioni”.
“È necessario che l’UNHCR e le altre organizzazioni partner – sottolineano da Ginevra – abbiano subito accesso senza restrizioni allo Stato di Rakhine in Myanmar, per poter valutare la situazione e fornire assistenza a chi ne ha bisogno e si trova ancora nel Rakhine e aiutare nel processo di ricostruzione. Seppure alcune agenzie hanno ottenuto un acceso limitato nella parte nord dello Stato di Rakhine, lo staff dell’UNHCR al momento non è autorizzato a muoversi al di fuori della città di Maungdaw”.
Nel frattempo continuano gli interventi umanitari in Bangladesh.
Nello scorso fine settimana, l’UNHCR e le altre organizzazioni partner hanno cominciato a trasferire nel campo rifugiati di Kutupalong, più di 9.400 rifugiati che vivevano isolati lungo le zone di confine con il Bangladesh.
Queste persone all’inizio avevano deciso di rimanere nei pressi del confine per essere vicini alle proprie case. Vivendo in posti isolati hanno ricevuto pochissima assistenza e non hanno avuto accesso all‘istruzione, anche informale, o alle cure mediche. L’ospedale più vicino per i casi urgenti era a più di un’ora di distanza.
Le persone hanno accettato di trasferirsi nell’insediamento di rifugiati di Kutupalong per poter avere accesso all’assistenza di base e ai servizi di prima necessità.
Negli ultimi giorni più di 400 rifugiati sono stati trasportati con pullman al campo di Kutupalong dove hanno potuto ricevere controlli medici, pasti caldi, kit di prima necessità ed il necessario per costruire un riparo. Le persone hanno riferito allo staff dell’UNHCR di essere davvero contente di essere nel campo con altri membri della loro comunità, di ricevere l’aiuto di cui hanno bisogno e poter dormire tranquilli. Questi trasferimenti continueranno anche nelle prossime settimane. (aise)