IRGUN OLEI ITALIA: LE PRECISAZIONI DI ALBERTO CORCOS
ROMA\ aise\ - Da Alberto Corcos, già presidente dell’Irgun Olei Italia, riceviamo e pubblichiamo alcune precisazioni sull’associazione rese necessarie, secondo Corcos, da quanto scritto sul verbale dell’ultima riunione del Comites di Israele che, forse per eccesso di sintesi, potrebbe essere equivocato.
“In merito a quanto si legge sul verbale del Comites nel secondo periodo della sezione Irgun Olei Italia: "L’organizzazione è di fatto fallita dopo la confisca della quasi totalità dei fondi [...]", desidero rettificare, poichè con tale frase sintetica si potrebbe interpretare il termine "fallimento di fatto" (un bilancio negativo di tipo qualitativo dell'Associazione, già presentato nella sua sede naturale dal Consiglio uscente) con un fallimento "de jure" di natura legale. Inoltre la frase sembrerebbe associata temporalmente e conseguentemente ad un contenzioso fiscale ancora in via di definizione, il quale non ha certo determinato la decisione di sciogliere l'Associazione stessa. La realtà dei fatti, al di là del possibile equivoco, è ben diversa.
Infatti, sia il Consiglio precedente sia quello attualmente dimissionario, non hanno MAI contratto debiti, ma hanno invece gestito i conti mantenendo costantemente un SALDO ATTIVO e ZERO DEBITI di qualunque tipologia, come risulta chiaramente dai bilanci 2015, 2016, 2017 regolarmente certificati e dal saldo attuale 2018 del conto bancario, tutto a disposizione di chi volesse verificare. Pertanto desidero sottolineare ancora che NON sussiste alcun fallimento di natura economica e giuridica dell'Irgun Olei Italia.
Per maggiore chiarezza, a questo punto si precisa anche che, per non gravare sulla cassa sociale, sia il precedente Presidente, sia l'ultimo Consiglio hanno condotto delle attività ricorrendo all'autofinanziamento PERSONALE; chi scrive aveva comunicato anche questo fatto nel corso della riunione in oggetto.
Durante la riunione del COMITES, infine, chi scrive aveva informato brevemente che la decisione di chiudere l'Associazione è stata presa dal Consiglio dopo che lo stesso, per un intero anno, non ha riscontrato un seguito da parte dei nuovi immigrati alle ordinarie attività statutarie proposte, oltre al fatto che nel 2018 parliamo di meno di quaranta immigrati (tutti autonomi) segnalatici dall'Autorità per l'Immigrazione.
Quanto sopra per confermare la verità dei fatti e l'onorabilità degli amministratori passati e presenti dell'Associazione”. (aise)