LA SETTIMANA DELLE ASSOCIAZIONI

ROMA – focus/ aise – Come ogni settimana, diamo uno sguardo a quella che è l’attività delle associazioni italiane nel mondo e di quelle che, facendo base in Italia, rappresentano i connazionali all’estero. Cominciamo da Alberobello, in Puglia, dove si è chiusa con successo l’Edizione 2018 del Premio Internazionale “Pugliesi nel Mondo” organizzato dall’omonima Associazione in collaborazione con il Comune di Alberobello. Presieduta dal Governatore pugliese Michele Emiliano, 15 illustri corregionali, eccellenze nei propri settori, sono stati premiati dalle varie autorità istituzionali presenti. Il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ha fatto pervenire un telegramma, essendo stato selezionato fra i premiati. Ospiti della serata anche l’ex calciatore Lorenzo Amoruso e il cantautore Tony Santagata, peraltro, soci onorari dell’Associazione. Nell’occasione, il Vice Presidente Perla Suma insieme al Vice Sindaco del Comune di Grottaglie Vincenzo Quaranta hanno presentato e ufficializzato una nuova iniziativa associativa denominata “Progetto Sportivo in Rosa” rivolta soprattutto al mondo sociale del gentil sesso e al “Made in Puglia” e che avrà inizio nell’anno 2019 con base operativa la Città di Grottaglie.
Altro grande successo quello del 9 dicembre, a Lione, per la Festa natalizia dell’Union valdôtaine, una delle prime associazioni italiane nella città francese: nata nel 1927, ha attraversato la guerra e crisi di ogni tipo, ma ancora oggi stupisce per il suo dinamismo di livello internazionale. Questo sodalizio italiano, ma di lingua francese, ha saputo mantenere e sviluppare rapporti eccellenti con le regioni limitrofi sia francesi o svizzere; certo la lingua comune ha facilitato le relazioni, ma la qualità dei suoi membri, gente di montagna, schietta e genuina, ha fatto il resto; i suoi legami vanno fino in Polonia, Paese rappresentato a questa festa. È invece prevista per il 6 luglio 2019 (ma la notizia è arrivata la scorsa settimana) la celebrazione per i 45 anni dall’inaugurazione del Monumento ai Piemontesi nel Mondo di San Pietro Val Lemina (Torino), inaugurato il 13 luglio del 1974 e simbolo della piemontesità oltre confine. Le celebrazioni estive saranno arricchite da una mostra fotografica e dalla produzione di supporti multimediali sui tanti monumenti agli emigrati piemontesi dislocati in piazze e angoli di città e paesi, specialmente in quelli gemellati, dei cinque continenti, di cui sono in corso ricerche e descrizioni. Con queste iniziative l’Associazione Piemontesi nel mondo intende ripercorrere il passato e le vicende degli ultimi secoli per recuperare tasselli di storia che si sono smarriti o si sono dimenticati. Domani, infine, nella Sala Oriana Fallaci-Villa Anselmi, Piazza Manzoni 4 a San Giorgio in Bosco, l’Associazione Padovani nel Mondo, ha organizzato una serata dedicata alla presentazione di un libro che parla di un aspetto sconosciuto dell’emigrazione: “Ti tasi sempre. Ti parli mai”, di Catia Dal Molin, Italo-Brasiliana, nata in Brasile che vive in Italia da undici anni.
I lavori si aprono alle 21 con il saluto dell’Assessore della Regione Veneto Manuela Lanzarin e dell’Assessore alla Cultura di San Giorgio in Bosco Stocco Manuela e proseguono con gli interventi di Anil Celio, Presidente dell’Associazione Padovani nel Mondo e di Don Elia Ferro, Direttore presso l’Ufficio Diocesano Pastorale dei Migranti.
Il libro di Catia Dal Molin racconta la storia, praticamente sconosciuta, delle tribolazioni patite dai nostri ex connazionali nel Rio Grande do Sul, fra il 1938 il 1945, sotto il regime di Getúlio Vargas.
Alla fine dell’Ottocento, in un travagliato momento di transizione storica, migliaia di italiani attraversarono l’Oceano alla ricerca di lavoro e di una vita migliore. Molti di essi, di origine veneta, si insediarono nel Brasile del sud, dove portarono la propria lingua, assieme a cultura e tradizioni. Lì fondarono, tra le altre, le città di Nova Bassano, Nova Treviso, Nova Venezia. Dopo il 1938, con il governo di Getúlio Vargas, gli emigrati e i loro discendenti furono colpiti da severe restrizioni e punizioni, perché considerati appartenenti a stati politicamente contrari al regime. Fu soprattutto durante la Seconda Guerra Mondiale, quando il Brasile dichiarò guerra ai Paesi dell’Asse, che la pressione si fece più intensa. Ci fu un susseguirsi di episodi contro gli italiani e i loro discendenti: carcerazioni, rivolte, distruzioni. La tensione e la paura erano costanti. La formula “Ti tasi sempre”, allora molto usata dai nostri ex connazionali, invitava a stare zitti, poiché con il silenzio si potevano forse evitare denunce, rappresaglie e prigione. L’espressione “Ti tasi sempre” veniva ripetuta pure ai bambini, per far loro capire che, non sapendo ancora parlare in portoghese, era meglio tacere. (focus\ aise)