“MARCINELLE 262”: DOMANI L’INAUGURAZIONE
CHARLEROI\ aise\ - Verrà inaugurata domani, 7 agosto, al Museo del Bois du Cazier “Marcinelle 262”, mostra collettiva internazionale d’arte contemporanea organizzata in memoria delle vittime della tragedia mineraria dell’8 agosto 1956. Partita dalla provincia dell’Aquila nel 2016, anno in cui si commemorò il cinquantesimo anniversario della tragedia in cui morirono 262 minatori, 136 dei quali italiani – di cui 60 abruzzesi – la mostra è diventata itinerante per approdare quest’anno in Belgio.
Più di 90 gli artisti coinvolti in tutto il mondo: le loro opere rimarranno in mostra fino al 9 settembre.
La mostra verrà inaugurata domani alle 18 nel Museo della Miniera, del Vetro e dell'Industria, dichiarato dall’Unesco patrimonio mondiale dell'umanità, con il saluto di benvenuto del Direttore del Museo Jean-Louis Delaet. Quindi, la mostra verrà illustrata dal suo ideatore organizzatore e direttore Artistico, Mario Castellese. Ad aprire la rassegna sarà il musicista Luigi Ferro, pianista e compositore, che suonerà il brano dedicato alla mostra.
Quindi il critico d’arte Mauro Fantinato presenterà gli artisti. Dopo una breve performance del maestro Alessandro Piccinini, in rappresentanza del gruppo romano PRESENTEISMO, verrà presentato il nuovo libro della scrittrice Roberta Sorgato orfana di un minatore.
“L’evento espositivo, realizzato per “Marcinelle” è stato, è, sarà, uno degli appuntamenti con l’arte contemporanea che, sì ricorda un fatto doloroso e tragico, ma che sollecita ancora analisi e riflessioni. Le idee, sostiene Mario Castellese ideatore e promotore dell’evento sono come scintille che zitte zitte, piano piano alimentano con un gran frastuono il grande fuoco. Fuoco vitale della memoria che muovendosi a ritroso nello spazio e nel tempo ritrova luogo, giorno, l’istante fatale: una sorta di viaggio nella storia ufficiale ma anche nelle 262 storie individuali.
La definizione di Marcinelle 262 indica una raccolta di immagini con contenuti profondi di elevata spiritualità che spostano l’attenzione e la specificità della cronaca, dall’amore sacro all’essenza vitale. Argomentazioni queste tangibili nelle opere di piccolo formato il cui accento è sull’utilità e sulla esperienza del dialogo di fronte al riaccendersi dell’angoscia umana, più volte motivata dalla casualità del fato, inaspettato ed improvviso, disgregante”. (Alessandro Piccinini -Roma). (aise)