"METTERÀ LE ALI, SENZA PIÙ TEMERE L’OSTACOLO" - di Francesco D’Arelli
MONTREAL\ aise\ - Già la conferenza del Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, Fabrizio Parrulli, tenuta con successo di pubblico al Musée Pointe-à-Callière il 25 settembre, anticipava e inaugurava al contempo il programma di conferenze ideato dall’Istituto Italiano di Cultura in occasione della mostra "Reines d’Égypte" (10 aprile-4 novembre 2018), dedicata all’antica civiltà egiziana e ricca di manufatti e reperti provenienti dalle collezioni del Museo Egizio di Torino.
E così tre illustri studiosi italiani di antichità raccontano in ottobre la centralità della civiltà egiziana nella cultura erudita dall’epoca greco-latina al Rinascimento. Tiziano Dorandi, Direttore di ricerca del CNRS Villejuif in Francia, muove dalla storia del papiro, essenziale anche come materia scrittoria. Il Nilo, per riecheggiare la voce autorevole dello storico greco Erodoto (V sec. a.C.), non solo fu la sorgente della civiltà egiziana, ma anche il luogo ideale dove poté svilupparsi la pianta del papiro, materia divenuta presto vitale per la fabbrica dei libri in tutto il Mediterraneo e sino all’età medioevale. Una storia singolare quella del papiro e dei rotoli papiracei, tanto che senza non avremmo oggi preservata tanta letteratura greca e una gran massa di informazioni sulla vita quotidiana e amministrativa di una vasta area del Mediterraneo. Andrea Falcon, professore del Department of Philosophy di Concordia University (Montréal) e studioso raffinatissimo di filosofia antica greco-romana, introduce il pubblico alla lettura di testi da Erodoto a Diodoro Siculo (I secolo a.C.), dove si parla di Egitto ed Egiziani e soprattutto si percepisce la venerazione dei Greci per la loro civiltà, considerata per secoli come la culla dell’antica sapienza, tanto da diffonderne ovunque una fascinosa rappresentazione mitica. Di Egitto o della sua civiltà si avvertì il bisogno smodato in tutto il Rinascimento italiano: una scoperta che seguì di pari passo lo studio degli scritti di Giamblico e dello Pseudo Ermete Trismegisto. Su ciò si diffonde Marco Piana, giovane studioso addottoratosi alla McGill University e attualmente ricercatore del Department of Italian Studies della Toronto University, tracciando i momenti più vivaci del dialogo fra l’Italia della Rinascenza e l’alterità della civiltà egiziana, spesso percepita con sentimenti di esaltazione ed entusiasmo incontenibili e talvolta avvertita invece come fonte di tutte le superstizioni.
Gerusalemme, altro luogo del Vicino Oriente, è da secoli la terra delle tre grandi tradizioni religiose del libro: ebraismo, cristianesimo e islam. È un luogo così sacro da superare finanche il particolarismo della storia travagliata degli uomini, fatta di incomprensioni dottrinali, di differenti bisogni politici e di reazioni e contrasti violenti. È un luogo di pellegrinaggio, meta ininterrotta di uomini alla ricerca delle tracce del divino. Gabriele Giannini, professore al Département des littératures de langue française e al Centre d’études mediévales dell’Université de Montréal, presenta e discute la sua opera intitolata "Un guide français de Terre sainte, entre Orient latin et Toscane occidentale" (Paris 2016) in una serata del ciclo di incontri de La Piazza – littéraire, il progetto di dialogo e confronto, pensato dall’Istituto Italiano di Cultura e dall’Union des écrivaines et des écrivains québécois (UNEQ) e ospitato dalla Maison des écrivains, luogo ideale per una comunanza d’intenti e di sensibilità culturali. L’opera di Giannini pubblica in edizione critica una guida di Terra Santa in lingua francese, copiata in Toscana occidentale verso la fine del XIII secolo e scoperta nel 2007 in un manoscritto conservato nella Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara.
In ottobre s’inaugura il programma di conferenze su "Dante e la filosofia", predisposto dal professore Andrea Falcon della Concordia University e dall’Istituto Italiano di Cultura, proprio per comprendere quanto l’opera del sommo poeta, dal "Convivio" alla "Commedia", fosse intrisa di questioni filosofiche coeve e passate. Elisa Brilli, assistant professor al Department of Italian Studies e al Center for Medieval Studies della Toronto University, è la prima a parlarne in due conferenze di indubbia suggestione e interesse.
La prima edizione delle "Giornate del Contemporaneo" cade pure nel mese di ottobre (dall’8 al 13). Il programma degli eventi, coordinato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, mira a promuovere all’estero il patrimonio artistico contemporaneo dell’Italia e la forza creativa delle nuove generazioni di artisti italiani. Per tale occasione l’Istituto Italiano di Cultura propone il progetto espositivo intitolato "Shout: il tratto della leggerezza" (Montréal, Galleria Gora, 10-27 ottobre): una mostra personale del giovane Alessandro Gottardo (http://www.alessandrogottardo.com), in arte "Shout". La mostra espone cinquanta opere – fra stampe, incisioni e serigrafie – del giovane illustratore formatosi nel dipartimento di Illustrazione dell’Istituto Europeo di Design di Milano e da tempo ben noto a livello internazionale, grazie alle numerose collaborazioni con varie testate giornalistiche e periodiche (The New Yorker, TIME Magazine, Newsweek, New York Times, Le Monde, Die Zeit, El Pais etc.).
Dal tratto del segno grafico all’immagine in movimento, quella del cinema italiano, la cui fama l’Istituto Italiano di Cultura celebra e ricorda con la retrospettiva dedicata a Luchino Visconti (1906-1976), fortemente voluta dalla Cinémathèque Québécoise, la più prestigiosa istituzione canadese per la conservazione e diffusione del patrimonio audiovisivo, e ideata in pari tempo con la collaborazione del Department of Languages, Literatures and Cultures di McGill University.
Oramai da oltre tre lustri, ottobre è il mese della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, giunta quest’anno alla diciottesima edizione. L’italiano è la lingua più bella, ché come l’Italia esprime tutte le meraviglie del mondo: la lingua degli angeli, la lingua libera, la lingua dell’amore, delle arti, delle scienze, del canto e della musica, ma anche la lingua coloratissima della beffa e dell’osceno. Il poeta John Keats (1795-1821), scrivendo alla sorella Fanny il 10 settembre 1817, si auspicava che l’italiano, "pieno di vera poesia", potesse presto sostituire il francese nelle scuole britanniche: "Vorrei tanto che l’italiano soppiantasse il francese in ogni scuola del Paese, giacché è pieno di vera poesia e di un fascino più confacente al piacere delle signore (...). In verità l’italiano suonerebbe musicalissimo sulle labbra di chi incominciasse a pronunciarlo". L’Istituto Italiano di Cultura ha chiamato a sé due donne italiane e di successo per magnificare nella Settimana della Lingua Italiana le virtù della nostra favella: Annamaria Testa, esperta di comunicazione e ideatrice della campagna "Dillo in italiano" contro lo sciatto e diffuso "itanglese", e Annalisa Andreoni, autrice del recente e fortunatissimo libro "Ama l’italiano. Segreti e meraviglie della lingua più bella". (francesco d’arelli*\aise)
* direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Montreal