NATO: IL COMANDANTE DEL JOINT FORCE COMMAND IN AFGHANISTAN

BRUNSSUM\ aise\ - A poco più di una settimana dalla sua nomina a Comandante del Nato Joint Force Command (Jfc) di Brunssum - sede da cui dipende il comando e controllo della missione Resolute Support (RS)-, il Generale Riccardo Marchiò si è recato in visita in Afghanistan dove opera la missione dell’Alleanza Atlantica per incontrare i vertici politici del Paese asiatico e quelli militari di RS.
Durante la visita, riporta la Difesa, Marchiò ha incontrato il Comandante in teatro operativo della missione, Generale Nicholson, il suo staff, il Senior CivilianRepresentative della NATO in Afghanistan, l’Ambasciatore Zimmermann, il Ministro dell’interno, Barmak, della difesa, generale Bahramee e il National, Security Advisor dell’Afghanistan Atmar.
La visita, continua la Difesam è stata occasione per fare il punto sull’andamento della missione negli ultimi mesi, soprattutto in funzione del prossimo summit di luglio dove verranno presentati i risultati di Resolute Support ai membri dell’Alleanza, analizzando, da un lato, i progressi compiuti dall’Esercito, dalle Forze Speciali e dall’Aeronautica afgana, nonostante non siano ancora autosufficienti; e dall’altro, la fragilità della situazione nelle aree rurali, nelle quali l’insorgenza ed alcuni sparuti gruppi sono ancora in grado di svolgere attività a carattere offensivo.
Per evitare che il Paese diventi nuovamente un porto sicuro per il terrorismo internazionale e al fine di rendere pienamente operative le forze di sicurezza locali, il governo di Kabul ha pianificato già da tempo una “Road Map” pluriennale fino al 2020, a supporto della quale si sviluppa la missione alleata di “formazione, consulenza e assistenza”.
Il tema è stato uno degli argomenti al centro dell’incontro del generale con i ministri afghani, che hanno sottolineato gli sforzi che il loro Governo sta compiendo per aumentare le capacità delle forze di sicurezza, anche attraverso un’attenta selezione del personale.
Inoltre è stato posto l’accento sulla necessità di creare più solide condizioni di sicurezza nel Paese, essenziali per pianificare uno sviluppo economico e sociale dell’Afghanistan. Anche mettendo in campo la possibilità di una riconciliazione con le forze talebane.
Il confronto con la comunità diplomatica locale ha confermato la necessità di appoggiare la Road Map governativa che punta non solo al rafforzamento delle forze armate e di polizia, ma anche al consolidamento delle istituzioni afghane, senza tralasciare la lotta alla corruzione.
Con un Afghanistan stabile e sicuro si eviterà che il Paese diventi un “rifugio sicuro” per il terrorismo internazionale, inoltre con il progresso e lo sviluppo si limiteranno i flussi di immigrazione dal Paese asiatico verso il Vecchio Continente.(aise)