NUOVO PERMESSO DI SOGGIORNO: IL GOVERNO BRITANNICO AVVIA IL PROGETTO PILOTA – di Gabriella Bettiga

LONDRA\ aise\ - "A seguito della dichiarazione di intenti del 21 giugno scorso, il governo britannico ha pubblicato, in data 20 luglio, un documento che spiega tempi e modi di implementazione delle nuove regole di immigrazione applicabili ai cittadini europei residenti nel Regno Unito". Come spiega Gabriella Bettiga in un articolo pubblicato oggi in primo piano dal portale LondraItalia.com, diretto da Francesco Ragni nella City, "Il nuovo schema sarà interamente regolato dalle immigration rules, ovvero dalle regole amministrative di immigrazione nazionali, ora generalmente applicabili solo ai non-europei.
Questo è di per sé un dato piuttosto preoccupante, come è stato rilevato dal gruppo di pressione the3million che si batte per i diritti dei cittadini europei residenti nel Regno Unito.
Infatti le immigration rules non sono vere e proprie leggi che per essere emendate hanno bisogno di un attento scrutinio parlamentare, bensì regolamenti amministrativi più facilmente modificabili, che perciò danno scarsa protezione e poche garanzie di certezza a chi ne è soggetto.
Il 28 agosto 2018 la nuova Appendix EU delle Immigration Rules entrerà in vigore e per il momento sarà applicabile solo nell’ambito di un progetto pilota. Cittadini europei che lavorano per il servizio sanitario nazionale britannico (NHS) in alcune zone del Paese, come Liverpool, Lancashire e Wirral, e studenti o impiegati di tre università di Liverpool potranno avvalersi del sistema per fare domanda di permesso di residenza a tempo determinato o indeterminato.
L’idea del governo è di estendere il progetto ad altre aree verso la fine del 2018 e rendere il sistema operativo per tutti entro il 30 marzo 2019.
Con l’entrata in vigore delle nuove regole, ci saranno due ulteriori modifiche normative che disciplineranno i costi delle nuove procedure e la raccolta dei dati biometrici di chi fa domanda.
L’articolo 9 dell’Appendix EU prevede l’obbligo di dare i propri dati biometrici, pena il rigetto della domanda. L’attuale modulo di permanent residence invece non prevede tale imposizione, che è applicabile solo a membri di famiglia non-europei dei cittadini EU che presentano domanda.
Fino al 31 dicembre 2020 fare domanda di permesso di soggiorno non sarà obbligatorio, ma chi ha già i requisiti per farla non deve necessariamente aspettare. Infatti, una volta usciti dall’Europa e con la fine dei diritti di libera circolazione, non converrà rischiare di fare domanda nel 2021 con la possibilità di diventare "illegali" in caso di rifiuto.
Le nuove regole ribadiscono quanto già era stato detto riguardo i tipi di permesso di residenza per cui si potrà fare domanda:
1. Cittadini EU e membri di famiglia che hanno vissuto in UK per cinque anni consecutivi entro il 21 dicembre 2020 potranno richiedere il settled status, che nelle nuove regole è definito come "indefinite leave to remain", lo stesso termine usato al momento della descrizione dei permessi di soggiorno applicabili ai non-europei. Il termine è importante, in quanto mentre ora si parla di residenza permanente, che si acquisisce automaticamente e a prescindere da domande presentate all’Home Office, dopo Brexit sarà il governo britannico a concedere un "permesso" (leave) a rimanere.
2. Cittadini EU e membri di famiglia che arrivano in UK entro il 31 dicembre 2020, potranno fare domanda di pre-settled status, cioè "limited leave to remain", che permetterà loro di rimanere nel Paese fino al compimento di cinque anni di residenza legale, quando saranno in grado di richiedere il permesso di soggiorno permanente.
3. Membri di famiglia di cittadini EU, come coniugi e partner, ed alcuni discendenti o ascendenti se dipendenti dal cittadino EU, saranno ammessi in UK dopo il 31 dicembre 2020 se entrano allo scopo di raggiungere i cittadini europei già residenti nel Regno Unito.
Chi ha già la permanent residence, avrà automaticamente diritto ad ottenere il permesso a tempo indeterminato a patto che non si sia assentato per più di cinque anni consecutivi o non abbia commesso un reato a seguito del quale il governo abbia preso la decisione di escluderlo o deportarlo dal Paese.
Per il momento si è in attesa del lancio del progetto pilota, per valutarne il funzionamento e capire se effettivamente il nuovo sistema sarà facile da usare come è stato promesso o, come tutto ciò che riguarda Brexit, sarà un altro puzzle i cui pezzi non si incastrano". (aise)