PARLAMENTARI PD ESTERO: I DUE FRONTI DEL MINISTRO SALVINI

ROMA\ aise\ - “Il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, reduce dalle battaglie navali nel Mediterraneo contro qualche centinaio di migranti in fuga da guerre, torture e violenze, ha ripiegato sul fronte interno affrontando con il consueto sprezzo del pericolo il delicato tema della cittadinanza. Con un solo colpo, per altro ancora in canna, si appresta a portare devastazione su due fronti, quello degli stranieri residenti in Italia e quello degli italiani residenti all’estero”. Così in una nota congiunta cinque dei sei parlamentari del Pd eletti all’estero, i senatori Garavini e Giacobbe e i deputati Carè, Schirò e Ungaro, che oggi commentano i contenuti del cosiddetto decreto sicurezza.
“Sul fronte degli immigrati, - annotano i parlamentari Pd – il suo obiettivo è quello di contenere, tendenzialmente fino ad annullarla, la concessione dei visti per motivi umanitari, che hanno consentito finora di collocare nella sfera della legalità la presenza di migliaia di richiedenti asilo. Con la riduzione o la pratica eliminazione di questo canale, l’effetto non è accelerare i rimpatri, ma soltanto negare prerogative tutelate da leggi internazionali e aumentare vertiginosamente il numero dei residenti irregolari. Insomma, nella gestione salviniana, il Ministero dell’Interno, che dovrebbe essere custode dell’ordine pubblico, si conferma come un centro di negatività e una fabbrica di irregolarità”.
“Il decreto, inoltre, prevedeva la limitazione del riconoscimento della cittadinanza jure sanguinis ai discendenti di cittadini italiani entro due generazioni, nonché – aggiungono – l’eliminazione dell’ostacolo formale esistente al riconoscimento della cittadinanza alle donne che l’hanno perduta automaticamente per matrimonio con uno straniero, senza la loro volontà. Limitando la possibilità di trasmettere la cittadinanza a due livelli di discendenza, non si capisce, tra l’altro, perché non consentire di recuperarla a chi è nato in Italia e l’ha perduta per ragioni di lavoro”.
“In ogni caso, - ricordano Garavini, Giacobbe, Carè, Schirò ed Ungaro – sui vari aspetti del delicato tema della cittadinanza jure sanguinis e jure soli, da quando esiste la circoscrizione Estero, si sono susseguite in Parlamento decine di disegni di legge. E gli organi di rappresentanza degli italiani all’estero, COMITES e CGIE, a loro volta, si sono espressi innumerevoli volte. Tutto questo, tuttavia, a Salvini poco importa: dialogo e rispetto sono parole che non esistono nel suo vocabolario politico ed etico, sono semmai segno di debolezza da bandire nella guerra di tutti contro tutti, che sembra essere la sua strategia prevalente”.
“Nella battaglia salviniana – si legge ancora nella nota – non è mancato il fuoco amico, quello del Sottosegretario Merlo con delega agli italiani nel mondo che, dopo avere appreso del provvedimento dalle agenzie, ha aperto, a suo dire, una guerra nella guerra, dichiarandosi unilateralmente vincitore. Che dire di un governo in cui la mano destra non sa quello che fa la mano sinistra e i rappresentanti che ne fanno parte spendono il miglior tempo a cancellare l’uno le orme dell’altro? Uno spettacolo francamente raggelante, considerando soprattutto l’immagine che del Paese si dà all’estero”.
“Intanto, si rischia di buttare l’acqua sporca e il bambino, eliminando l’unica cosa seria che si dovrebbe fare: il sacrosanto riconoscimento per le donne e per i loro discendenti, i cui diritti – ricordano, concludendo, i parlamentari Pd – sono stati sanciti da tempo da chiare e ripetute sentenze della Cassazione e della Corte costituzionale”. (aise)