"PLATO IN L.A.": PISTOLETTO AL GETTY VILLA

LOS ANGELES\ aise\ - Alcuni dei più celebrati artisti del panorama odierno, incluso Michelangelo Pistoletto, reinterpretano l'impatto di Platone sul mondo contemporaneo attraverso sculture, disegni, dipinti e installazioni su larga scala. Sarà aperta al pubblico sino al 3 settembre nella sede di Malibu del J. Paul Getty Museum la mostra "Plato in L.A. Interpretazioni di artisti contemporanei", inaugurata il 18 aprile scorso con la collaborazione dell’Istituto Italiano di Cultura in Los Angeles.
Fra i partecipanti, tutti artisti acclamati del momento, oltre a Pistoletto vi sono Paul Chan, Rachel Harrison, Huang Yong Ping, Mike Kelley, Jeff Koons, Joseph Kosuth, Paul McCarthy, Whitney McVeigh, Raymond Pettibon e Adrian Piper.
Platone è uno dei grandi pilastri del pensiero occidentale. La sua dottrina incorpora l'etica, la politica, la teologia e la poetica. Tutti gli artisti dell'esibizione lo hanno reputato una figura di primario impatto sul nostro mondo contemporaneo e attraverso il loro lavoro artistico hanno voluto rispondere al suo contributo filosofico – quello di definire l'Ideale e conoscere la condizione umana – e allo stesso tempo promuovere la sua ultima esperienza: la contemplazione.
Per il curatore della mostra, Donatien Grau, "più che in qualsiasi altro posto negli Stati Uniti, Los Angeles è un laboratorio di sperimentazione esistenziale e istituzionale, i cui abitanti devono venire costantemente a patti nel dialogo fra la tradizione europea e il multiculturalismo delle moderne città americane".
Nato nel 1933 a Biella, dove ancora oggi vive e lavora, Michelangelo Pistoletto ha iniziato a realizzare già nel 1961 i primi quadri specchianti, che costituiscono ancora oggi il fondamento della sua opera. Le caratteristiche essenziali, che l’artista stesso individua in essi, sono principalmente: la dimensione del tempo, non soltanto rappresentato, ma realmente presente; l’inclusione nell’opera dello spettatore e dell’ambiente circostante, che ne fanno “l'autoritratto del mondo”; la congiunzione di coppie di opposte polarità (statico/dinamico, superficie/profondità, assoluto/relativo, ecc), costituite e attivate dall'interazione tra l’immagine di natura fotografica e ciò che avviene nello spazio virtuale generato dalla superficie specchiante. Inoltre la collocazione dei quadri specchianti non più ad altezza finestra, come tradizionalmente vengono appesi i quadri, bensì sul pavimento, fa sì che essi aprano un varco attraverso il quale l'ambiente in cui sono esposti si prolunga nello spazio virtuale dell'opera, una porta che mette in comunicazione arte e vita.
La serie più recente di quadri specchianti ritrae scene di vita colte a Cuba, dopo la liberalizzazione economica del Paese. Come nella Venere cubana del 2015, esposta a Los Angeles - grazie alla collaborazione della Galleria Continua - insieme ad altre opere come i disegni di Mike Kelly, da Exploring della serie Plato's Cave, Rothko's Chapel, Lincoln's Profile (1985), in cui l'artista ha sovvertito la nozione di ideale usando una varietà di risorse che vanno dalla preistoria ai fumetti; o Divine Rules di Whitney McVeigh, che prende il nome dal dialogo platonico Teeteto, in cui il filosofo si era soffermato sulla natura della conoscenza. (r.moore\aise)