POLITICHE 2018/ MARRA (PD): DEVE ESSERE SEMPRE TUTTO UNA QUESTIONE DI DENARO?

ROMA\ aise\ - Dal segretario del PD in Canada, Mario Marra riceviamo e volentieri pubblichiamo: “Caro Direttore,
A seguito di quanto sto assistendo durante la Campagna Elettorale per le Elezioni Politiche 2018 da parte di alcuni Candidati, Le scrivo per avere chiarimenti relativi ai limiti e ai tetti di spesa, relativi alle spese elettorali dei candidati alle prossime Elezioni Politiche in Italia.
In Canada, infatti, per quanto io ne sappia, le regole sono dettate da "The Election Expenses Act" del 1974, laddove è previsto che "i partiti politici e i candidati devono rispettare dei limiti per le somme che possono spendere durante le elezioni. I partiti politici possono spendere 73,5 centesimi per ogni elettore nei distretti in cui sono candidati. Per le loro campagne locali, i candidati possono spendere un importo in base alla popolazione del distretto in cui sono candidati, in genere tre i $75.000 e $115.000.
Se la campagna elettorale dura più di 36 giorni, i limiti per entrambe le parti sono aumentati proporzionalmente.
Gruppi o individui diversi da partiti e candidati politici non possono spendere più di $150.000 per cercare di persuadere gli elettori durante un'elezione, e non più di $3.000 possono essere spesi in un distretto.
Tutti questi limiti alle spese si applicano solo durante il periodo elettorale, cioè dal momento in cui vengono chiamate le elezioni e il giorno delle elezioni".
In Italia la normativa che regola le spese elettorali dei candidati alla Camera e al Senato è dettata da una serie di disposizioni contenute nelle seguenti leggi: L.515/1993 (che contiene le norme principali), L.195/1974, L.659/1981 e L.441/1982.
"Ciascun candidato alle elezioni alla Camera e al Senato può raccogliere contributi ed effettuare spese per la sua campagna elettorale.
Un candidato, per la sua campagna elettorale, non può spendere, complessivamente, per ciascuna circoscrizione o collegio in cui è candidato, più di 52.000 euro sommati a 0,01 centesimi per ogni cittadino residente nelle circoscrizioni o collegi nei quali si presenta (art.7, c.1, L.515/93).
Sono considerate spese relative alla campagna elettorale (art.11, c. 1 e 2, L.515/93):
* spese per la produzione, acquisto o affitto di materiali e mezzi per la propaganda;
* spese per la distribuzione e diffusione dei materiali e dei mezzi per la propaganda, compresa l'acquisizione di spazi sugli organi di informazione, sulle radio e televisioni private, nei cinema e nei teatri;
* spese relative all'organizzazione di manifestazioni di propaganda, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, anche di carattere sociale, culturale e sportivo;
* spese per stampa, distribuzione e raccolta moduli, per autenticazione delle firme e per l'espletamento di ogni altra operazione richiesta dalla legge per la presentazione di liste elettorali;
* spese per il personale utilizzato per ogni prestazione o servizio inerente la campagna elettorale".
"In caso di sforamento dei limiti previsti per le spese elettorali è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria (art.15, L.515/93) non inferiore all'importo eccedente il limite previsto e non superiore al triplo di tale importo.
Per il candidato eletto che abbia sfiorato il limite di spesa per un importo pari al doppio del massimo consentito è prevista anche la decadenza dalla carica".
Detto questo, e considerati i tetti massimi che nella Circoscrizione Nord e Centro America, è possibile raggiungere, mi sorgono alcuni interrogativi.
Negli ultimi giorni, infatti, leggo di cene sontuose, a Toronto e a Montreal, organizzate da un candidato con addirittura più di 2.000 invitati; e, ancora, sento martellanti spazi radiofonici, televisivi e sulla carta stampata da parte di un unico candidato.
Che fine ha fatto la "par condicio" o "equal time" che dovrebbe esserci tra i candidati?
Questa misura legislativa italiana è volta ad assicurare “parità di condizioni nell’esposizione di opinioni e posizioni politiche nei dibattiti, nelle tavole rotonde, nelle presentazioni in contraddittorio di programmi politici, nei confronti, nelle interviste e in ogni altra trasmissione nella quale assuma carattere rilevante l'esposizione di opinioni e valutazioni politiche”.
Alla fine, caro Direttore, mi chiedo: deve sempre essere tutto una questione di denaro?
In attesa di un cortese riscontro, la ringrazio per la Sua gentile considerazione”. (aise)