PROGRAMMARE E PARTECIPARE AL GOVERNO DEL TERRITORIO: A VITERBO UN INCONTRO PER FARE SISTEMA
VITERBO\ aise\ - Domani, 25 settembre, alle ore 11.00, presso la "Sala Benedetti" dell’Amministrazione Provinciale di Viterbo, al Palazzo della Provincia, si terrà l’incontro "Programmare e partecipare al governo del territorio. Gli Enti Locali alleati per il rilancio dello sviluppo territoriale". A lanciare l’iniziativa è stato lo stesso presidente della Provincia, Pietro Nocchi, che ha invitato tutti i sindaci della Provincia di Viterbo a interagire sulla base di una nuova proposta di sviluppo del territorio che sarà oggetto dell’incontro.
L’obiettivo della proposta è quello di arrivare a definire una serie di azioni integrate e partecipate, di metodologie e regole condivise tali da consentire la realizzazione di un vero e proprio "Piano strategico tra Comuni dell’Alto Lazio" per lo sviluppo economico, turistico e sociale dell’intera area.
La grande novità su cui si basa la proposta è quella di un cambiamento radicale nell’approccio allo sviluppo del territorio in quanto è fortemente auspicato che siano gli stessi sindaci a farsi parte attiva e propositiva del progetto, di concerto con la stessa Provincia, sulla base della convinzione che in fin dei conti non c’è altro modo per superare la crisi e valorizzare il proprio territorio che quello di decidere una volta per tutte di "fare sistema" con i Comuni limitrofi superando le solite logiche campanilistiche, tese ad accaparrarsi qualche briciola di finanziamento pubblico in più a scapito magari di qualcun altro.
Affinché questo approccio sistemico a partire dai Comuni possa concretizzarsi in un percorso auto-sostenibile, in occasione dell’evento verranno presentate le procedure per la partecipazione al Piano e contemporaneamente verranno presentati una serie di elementi informativi propedeutici alla predisposizione di un protocollo d'intesa che verrà prima discusso e poi infine sottoscritto dai sindaci che aderiranno.
Attraverso un processo in grado di accompagnare la sostenibilità dei territori e degli insediamenti, ricorrendo ove necessario anche alla rivisitazione dei modelli di intervento fin qui adottati, verranno quindi discusse e inserite nel Piano un insieme di azioni di sviluppo integrate e di interventi infrastrutturali ed urbani basati su criteri di effettiva qualità e di efficacia. Le procedure di attuazione dovranno pertanto comportare l’uso di misure e di interventi che oltre a rispecchiare l’interesse collettivo siano anche capaci di accelerare i tempi di attuazione, costruire consenso e valorizzare quegli investimenti che comportino effetti economici moltiplicatori anche nel medio e lungo termine.
Un altro elemento significativo e distintivo della proposta che verrà sottoposta al vaglio dei sindaci è dato dall’elemento della continuità tra i territori dei vari Comuni limitrofi e questo elemento, se ben gestito, creerà sicuramente nuove potenzialità territoriali rispetto all’attuale livello di capacità competitiva tra imprese e tra sistemi economici locali. L’ulteriore sviluppo del territorio e la salvaguardia del paesaggio come pure l’incremento dei flussi turistici necessitano infatti di una progettualità a "geometria variabile", in grado cioè di superare la logica degli attuali confini amministrativi, ed aperta a progetti d’area. Ma per realizzare ciò sarà fondamentale mettere in primo piano la necessità di elaborare ed attuare regole adeguate allo scopo e realmente condivise dai vari soggetti partecipanti. L’applicazione di regole condivise dovrà quindi essere caratterizzata da un sapiente e trasparente coordinamento dei vari livelli amministrativi al fine di condividere le opportunità di sviluppo, superando quindi le inevitabili tensioni tra interessi diversi e quelle resistenze che sempre si manifestano quando si abbandonano vecchi e spesso autoreferenziali modelli e pratiche di sviluppo.
In sintesi, aderendo o meno al "Piano strategico tra Comuni dell’Alto Lazio", a partire da questo incontro i sindaci saranno chiamati ad esprimersi rispetto all’opportunità di partecipare ad un nuovo approccio dello sviluppo locale fondato sul "fare sistema" nell’ottica dell’auto-sostenibilità e delle reali esigenze del territorio. È questa l’unica strada per acquisire un maggiore livello di autorevolezza e di interlocuzione rispetto alle istituzioni nazionali e regionali competenti in materia. Attraverso l’attivazione di nuove sinergie e di nuovi modelli di sviluppo locale del territorio, in grado cioè di tenere maggiormente conto delle reali specificità del territorio stesso, la fine dell’epoca dei finanziamenti pubblici decisi a livello nazionale e regionale da problema potrà allora diventare opportunità di costruzione di nuovi sistemi di relazioni, di reti fisiche, di interazioni tra i vari sistemi locali "aperti" all’innovazione. (guido gallelli\aise)