SINERGIE PER LO SVILUPPO: IL PROGETTO DELLA CAMERA DI COMMERCIO ITALAFRICA CENTRALE
ROMA\ aise\ - Il progetto “Sinergie per lo sviluppo” è un’iniziativa intrapresa dalla Camera di Commercio ItalAfrica Centrale a favore dello sviluppo dell’economia dell’Africa tramite lo stimolo degli investimenti da parte del settore privato italiano ed europeo con benefici per tutte le parti. Gli uni beneficiano dell’accesso di beni e servizi di qualità, come il nostro Made in Italy, gli altri hanno a disposizione un mercato immenso e in costante crescita che è quello africano (con una popolazione di oltre un miliardo di persone destinata a raddoppiare entro il 2050), cosa della quale l’Europa, solo recentemente uscita dalla crisi, e in particolare l’Italia, hanno fortemente bisogno.
Le aree in cui investire sono numerose: energia, infrastrutture, manifatturiero agricoltura, salute; ambiti nei quali le nostre imprese eccellono. L’esperienza quasi trentennale di ItalAfrica Centrale nell’operare nel continente africano permette di coinvolgere tutte le parti interessate in maniera corretta, verificandone i percorsi migliori, la serietà dei partecipanti e accompagnandoli nelle prime fasi sino alla strutturazione della presenza.
“Per poter competere con i cinesi”, si legge in un comunicato della Camera di Commercio, “che investiranno ben 60 miliardi di dollari in progetti in Africa è necessario l’impegno convinto delle istituzioni europee e nazionali nel supportare una politica africana di investimenti efficace. Attualmente, l'UE importa tanto dalla Svizzera quanto dall'intero continente africano”.
Nel suo discorso del 12 settembre sullo Stato dell’Unione, il Presidente Juncker ha dichiarato l’intenzione di intensificare i legami commerciali UE-Africa come parte di un "partenariato di eguali" tra i due continenti, che dovrebbe creare fino a 10 milioni di posti di lavoro in Africa nei prossimi cinque anni.
“Attualmente”, sono i dati riportati da ItalAfrica, “il 36% degli scambi in Africa è con l'Unione europea rispetto al 16% per la Cina e al 6% per gli Stati Uniti, ma l’Europa continua a perdere terreno rispetto alla Cina. Se le sue dichiarazioni si tradurranno in azioni concrete, questo avrà implicazioni per il successore dell'Accordo di Cotonou, un patto di sviluppo e commercio che copre 78 paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico e che scadrà nel 2020. L’obbiettivo di lungo periodo dichiarato nel documento di accompagnamento del discorso di Juncker è di creare un accordo globale di libero scambio da continente a continente tra l'UE e l'Africa”.
Da parte africana il 21 marzo 2018, 49 dei 55 membri dell'Unione Africana hanno firmato l’accordo volto a istituire l’Area di libero scambio continentale (CFTA), che creerà un mercato unico per beni e servizi in tutto il continente, apportando vantaggi per le imprese e i consumatori e rafforzando la posizione dell'Africa nel commercio mondiale. “L’Africa pensa in grande”, si legge ancora nel comunicato, “e l’Europa deve fare altrettanto. La Commissione ha intensificato i suoi programmi volti ad aumentare gli investimenti privati in Africa. Al centro è il suo piano di investimenti esterni (EIP), lanciato due anni fa e simile al Piano Juncker, che promette di indirizzare oltre 44 miliardi di euro in investimenti pubblici e privati”.
La formazione occupa un ruolo cruciale. “Sempre la Commissione” è la conclusione del comunicato, “afferma che entro il 2020 l'UE avrà sostenuto 35.000 studenti e ricercatori africani attraverso il suo programma Erasmus, una cifra che dovrebbe raggiungere 105.000 entro il 2027. Come si può vedere le opportunità non mancano, ItalAfrica intende mettere assieme gli sforzi di Istituzioni e settore provato in un mix vincente”. (aise)