BRUNO SERATO, LO CHEF ITALIANO CHE FA DA MANGIARE PER I POVERI DEGLI USA – di Maria Teresa Cometto

MILANO\ aise\ - “Un italiano comanda alla Casa Bianca. Non è il presidente degli Stati Uniti ma il suo ruolo è ugualmente se non più importante per le migliaia di bambini poveri a cui ogni giorno regala un piatto di pasta ben condita. Si chiama Bruno Serato, ha 62 anni e la sua White House (chiamata così perché assomiglia alla residenza dei presidenti Usa) è un ristorante storico ad Anaheim, la città californiana vicina a Los Angeles dove ha sede il primo parco Disneyland. Dal 2005 a oggi lo chef Serato ha distribuito 3 milioni di pasti caldi a bimbi che altrimenti avrebbero saltato la cena. Non l’ha fermato la crisi economica del 2008 e nemmeno l’incendio che ha distrutto il suo ristorante nel febbraio 2017, costringendolo a restare chiuso per un anno e mezzo”. A raccontare la sua storia è Maria Teresa Cometto per “Buone Notizie”, il supplemento del martedì in edicola con il “Corriere della Sera”, dedicato ad associazioni, volontariato e terzo settore. L’articolo viene rilanciato oggi su corriere.it.
““Quando ti colpisce una tragedia - dice Serato a Buone Notizie - devi fare la cosa che ti piace più di tutto. Per me significa cucinare la pasta per i bambini. Sono stati loro a darmi la forza di superare un inferno non solo di fiamme ma anche psicologico. E ricominciare”.
Tutto era iniziato un pomeriggio di 14 anni fa, quando lo chef era andato con sua mamma Caterina a fare il volontario in un centro del Boys and Girls Club, un’organizzazione che assiste minori in difficoltà.
“Erano circa le 4 del pomeriggio - racconta Serato - e vediamo un piccolo che sgranocchia delle patatine. Il direttore del centro mi spiega che quella sarà la sua cena, perché vive con i genitori in una stanza di motel, dove non c’è la cucina. Mia mamma Caterina mi ha detto subito: perché non gli prepari tu una pastasciutta? Ma nel centro c’erano altri 20-30 bambini nelle stesse condizioni. Così ho portato spaghetti per tutti. E non ho più smesso!”.
La crisi economica scoppiata nel 2008 ha aumentato il numero dei bimbi bisognosi: dalla trentina iniziale a 300 e oltre al giorno, distribuiti in vari centri. “Vengono tanti turisti a divertirsi qui a Disneyland, ma chi lavora per loro - spiega lo chef - spesso guadagna una paga minima con cui fa fatica a mantenere una famiglia. Molti vivono nei motel perché non riescono a risparmiare abbastanza per versare la caparra dell’affitto di un appartamento. Quindi non hanno la cucina e i figli spesso saltano la cena”.
Autofinanziato fino al 2011, il progetto “Feeding the Children” (“Sfamare i bambini”) rischiava di chiudere. “Con la crisi gli affari andavano meno bene e il direttore del mio ristorante mi aveva detto che la pasta gratis costava troppo, circa 80 mila dollari l’anno. Ma intanto - continua a raccontare lo chef - il responsabile del Boys and Girls Club mi diceva che la pasta non bastava più per tutti i bimbi. Che fare? Ho pregato Dio e raddoppiato la pasta, sperando in un miracolo”. Il miracolo si è materializzato con la Cnn che ha nominato Serato uno dei dieci “eroi dell’anno”, facendogli tanta pubblicità da attirare un sacco di donazioni. “Dall’Italia mi ha contattato subito Barilla, mandandomi un intero camion di spaghetti: tuttora mi rifornisce di pasta e sughi”, dice lo chef. Che a quel punto ha deciso di creare una fondazione non profit chiamandola Caterina’s Club, in onore di sua mamma (scomparsa nel settembre 2014 alla vigilia dei 90 anni) e allargando la sua attività - oltre a “Feeding the Children” che ora distribuisce 20 mila pasti caldi per settimana in 80 centri di 27 città della Orange county, l’area attorno a Los Angeles - con altre due iniziative. Una si chiama “Welcome Home” (“Benvenuto a casa”).
Serato la sintetizza così: “Aiuto le famiglie con figli a lasciare i motel dove vivono, spesso fianco a fianco con prostitute e trafficanti di droga. Trovo loro un appartamento e pago i due mesi richiesti come garanzia e anticipo per l’affitto. Riesco a spostare una famiglia ogni due settimane, in tutto quasi 200 finora”.
L’effetto sui bambini è enorme. “I genitori - racconta lo chef - a volte sono sospettosi all’inizio, non capiscono il mio scopo. Poi mi ringraziano e mi mandano notizie: “Mio figlio era il peggiore a scuola e ora è il primo della classe!”, mi dicono”. La “Hospitality Academy” (“Accademia dell’ospitalità”) è il terzo progetto, rivolto ai teenager a rischio. “Per tre mesi li faccio lavorare nel mio ristorante, insegnando loro tutti i mestieri di questo business, dal lavapiatti al cameriere al cuoco. Oltre 100 si sono già diplomati alla mia “Accademia” e hanno trovato lavoro”. Lui stesso aveva cominciato come lavapiatti quando, nel 1980, era arrivato in California con solo 200 dollari in tasca. “Volevo imparare l’inglese, oltre all’italiano e al francese che parlo perché sono nato in Francia, dove i miei genitori erano emigrati nel dopoguerra”, racconta lo chef.
In Italia, dove la famiglia era tornata nel ‘66, Serato aveva lavorato nei ristoranti da quando aveva 14 anni. “Mia sorella, che si era sposata e viveva in California, mi ha ospitato per i primi due mesi. Ma io - ricorda lo chef - mi sono presto stufato di stare a casa e ho trovato un impiego come lavapiatti alla White House. Il padrone ha subito capito le mie potenzialità e dopo pochi giorni mi ha promosso cameriere. Quattro anni dopo sono diventato il direttore e al settimo anno ho chiesto di comprare io il ristorante. Ma non avevo abbastanza soldi”.
Al vecchio titolare è bastata una stretta di mano per dar fiducia a Serato e concedergli la White House in affitto per tre anni, il tempo necessario per risparmiare abbastanza da ottenere un mutuo bancario e diventare lui il proprietario. Sotto la sua gestione il ristorante è diventato famoso e frequentato da presidenti veri - Jimmy Carter e George W. Bush - e celebrity come il cantante Andrea Bocelli, il calciatore Pelé e il direttore d’orchestra Carlo Ponti Jr., figlio di Sofia Loren. “Sofia Loren - ricorda lo chef - mi ha chiamato il giorno dell’incendio per farmi coraggio. Mi sono sentito come se tutta l’Italia si stringesse a me”. L’attrice ha scritto, nella presentazione al libro The power of pasta di Serato: “Bravo Bruno! Hai usato la pasta, l’importazione culinaria più famosa d’Italia, nel modo migliore per ispirare a fare del bene””. (aise)