"GINO BARTALI. UNA BICI CONTRO IL FASCISMO": IL LIBRO DI ALBERTO TOSCANO ALLA “DANTE” DI ROMA

ROMA\ aise\ - “Gino Bartali. Una bici contro il fascismo” è il titolo del libro di Alberto Toscano che verrà presentato lunedì prossimo, 25 marzo, a Palazzo Firenze, sede romana della Società Dante Alighieri.
Dalle 18.00, insieme all’autore, interverranno Corrado Augias, Michele Canonica, Luigi Guidobono Cavalchini e Alessandro Masi.
Edito da Baldini+Castoldi, con la prefazione di Gianni Mura e la postfazione di Marek Halter, ne “Gino Bartali. Una bici contro il fascismo”, Alberto Toscano analizza la figura del leggendario ciclista, vincitore di tre Giri d’Italia e due Tour de France, a partire da tutti gli aspetti del suo essere: l’uomo, lo sportivo, il credente, il marito fedele “di due mogli” (la sua bicicletta da corsa e quella in carne e ossa, Adriana), l’antifascista, l’anima controversa e schiva lacerata dalla morte prematura del fratello Giulio.
Un uomo giusto, che preferiva inimicarsi il potere piuttosto che concludere una gara col saluto romano. La sua religiosità ha giocato un ruolo importante nell’avversione verso le leggi razziali, nel rifiuto dei simboli della dittatura, oltre che nello straordinario dinamismo della rete clandestina nata nel 1943 per nascondere e salvare moltissimi ebrei. Per questo motivo oggi leggiamo il suo nome sul Muro dei Giusti al Memoriale di Yad Vashem a Gerusalemme.
“Ginettaccio” non amava parlare dei suoi meriti extra sportivi e tantomeno dei suoi “chilometri per la vita”, percorsi fra la Toscana e l’Umbria per salvare gli ebrei perseguitati, procurando loro i documenti falsi, che nascondeva nell’intelaiatura metallica e nella sella della sua bicicletta. Non lo considerava un gesto fuori dal comune, ma la reazione che ogni persona dovrebbe avere di fronte alla vita minacciata degli altri. Un esempio di umanità per ricordarci la nostra. Un esempio importante soprattutto nei momenti difficili della nostra storia passata, presente e futura.
Alberto Toscano (Novara, 1948) è giornalista, saggista e politologo. È stato ricercatore dell’ISPI di Milano e redattore del settimanale “Relazioni Internazionali”. A Parigi, dove vive dal 1986 e dove collabora con i principali gruppi radiotelevisivi, i media lo hanno definito “il più francese dei giornalisti italiani”. Ex presidente dell’Associazione stampa estera in Francia e attuale presidente del Club de la presse européenne di Parigi, è membro dell’Ufr (Unità di formazione e ricerca) di italiano della Sorbona. È cavaliere dell’Ordine del merito sia della Repubblica francese sia della Repubblica italiana. (aise)