I 5 ANNI DI LONDRA ITALIA, VERSO BREXIT E OLTRE – di Francesco Ragni
LONDRA\ aise\ - “Oggi Londra Italia raggiunge un traguardo importante: il suo primo lustro di vita. Un anniversario che ci riempie di gioia e che vogliamo condividere con voi, i nostri lettori, unico vero faro della nostra testata. Parafrasando il Sergio Leone di “C’era una volta in America”, sulla torta non ci sono solo cinque candeline. Ci sono anche cinque anni che è valsa la pena di aver vissuto”. Così scrive Francesco Ragni, direttore di “LondraItalia.com”, quotidiano online che dirige nella capitale britannica.
“La nostra prima homepage, il 21 ottobre 2014, parlava di concerti, di università, di business, non di politica. David Cameron era Primo Ministro, Boris Johnson era sindaco di Londra. La crisi finanziaria del 2008-09, che aveva dato un bello scossone alla capitale, era già storia. L’economia galoppava e la parola Brexit era usata solo a bassa voce in un ristretto circolo di economisti e esperti di finanza.
Londra si trovava al centro di uno straordinario allineamento di pianeti. Una capitale aperta, accogliente, in grado di offrire opportunità apparentemente illimitate a qualunque persona con un minimo di competenze e tanta determinazione. Un magnete che continuava ad attrarre ogni anno decine di migliaia di italiani, una popolazione che iniziava ad assomigliare ad una città nella città, e alla quale ci sembrava mancasse un punto online di aggregazione e informazione. Con questo obiettivo è nata Londra Italia.
Tante cose sono successe in questi cinque anni. Il risultato nefasto del referendum del 23 giugno 2016 ha incrinato (ma non rotto) il giocattolo, introducendo un clima di incertezza e di ansia che continua ancora. Ma gli italiani, abituati atavicamente a convivere e ad aggirare le difficoltà, non si sono certo persi d’animo. Hanno continuato ad arrivare, creare aziende, acquisire posizioni di rilievo, integrarsi nelle mille maglie della società britannica. E sul nostro sito li abbiamo seguiti, supportati, raccontati, al meglio delle nostre possibilità.
Non riceviamo una lira di finanziamenti pubblici (il Governo Italiano, nell’era di internet, offre contributi solo a chi pubblica su carta…) ma abbiamo trovato un modello di business che ci permette di esistere e di offrire i nostri contenuti gratuitamente, grazie alle aziende che ci sostengono da anni rispettando la nostra autonomia e totale indipendenza di linea editoriale. Il tutto evitando facili scorciatoie per acchiappare pubblico in rete e puntando a mantenere sempre i più alti standard giornalistici e professionali.
In questi cinque anni abbiamo pubblicato 2530 articoli di 56 autori diversi. Il nostro sito ha generato quasi 3 milioni di pagine viste, attirando un milione di utenti unici. Ma i numeri raccontano solo una parte della storia. La cosa di cui siamo maggiormente fieri è il prestigio e l’autorevolezza che Londra Italia si è guadagnata e che ci viene riconosciuta giornalmente da colleghi della stampa, sia italiana che britannica, aziende, istituzioni e, soprattutto, dai nostri lettori.
Chiudo con una nota musicale. In questi cinque anni ho visto decine e decine di concerti di musicisti italiani a Londra, insieme a migliaia di altri expat. Il più bello? Forse quello di Jovanotti alla Wembley Arena, ma c’è un momento che mi è rimasto particolarmente impresso. Quando Ligabue, chiudendo il suo concerto alla Royal Albert Hall, cantò “Il meglio deve ancora venire”. Ed è così ci sentiamo oggi”. (aise)