IL BENE PIÙ PREZIOSO: L’AMBIENTE

ROMA – focus/ aise - Il clima sta cambiando rapidamente su scala globale. Aumentano le temperature medie e i fenomeni meteorologici estremi (come le ondate di calore, le siccità e possibili conseguenti aridità). In futuro le popolazioni dovranno quindi adattarsi a un ambiente diverso dall’attuale, anche sotto l’aspetto sanitario che giocherà un ruolo sempre più importante. A formulare un’ipotesi innovativa su possibili collegamenti tra gli indici climatici che controllano le oscillazioni dell’aridità e i tassi di mortalità per asma negli Stati Uniti, è un team multidisciplinare del Consiglio nazionale delle ricerche che riunisce ricercatori dell’Istituto di scienze marine (Cnr-Ismar), Istituto per la ricerca e l'innovazione biomedica (Cnr-Irib) e Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Cnr-Isac).
La ricerca sul collegamento tra climatologia e patologie respiratorie è stata pubblicata su Scientific Reports del gruppo Nature.
“Il clima della Terra, è andato incontro, nel corso del tempo, a numerosi e intensi cambiamenti: alcuni legati a cicli di lungo periodo, di decine di migliaia di anni, dovuti a fenomeni di carattere astronomico come le variazioni dell’orbita della Terra attorno al Sole e/o dell’inclinazione dell’asse terrestre, altri su periodi più brevi, anche inferiori a 100 anni, a seguito di variazioni nell’emissione della radiazione solare, oscillazioni della circolazione oceanica e/o atmosferica, etc.”, ricorda Sergio Bonomo, ricercatore Cnr-Ismar. “A partire dalla rivoluzione industriale, a questi fattori si è aggiunta l'attività umana, che soprattutto con l’incremento della concentrazione di gas ad effetto serra sta determinando un aumento della temperatura e un’intensificazione degli eventi estremi quali periodi siccitosi e di aridità”.
Il forte interesse verso eventi di aridità, alcuni riconoscibili su scala globale, ha portato il team ad ipotizzare, già nel 2016 nell’ambito del progetto NextData coordinato dal Cnr, “che le oscillazioni cicliche dell’aridità riconosciute negli ultimi secoli della storia climatica del Mediterraneo, fossero anche osservabili nei tassi di mortalità per asma, ipotizzando così una correlazione tra condizioni di aridità e tassi di mortalità per asma”, prosegue Bonomo. Da qui l’idea di confermare l’ipotesi studiando i dati sui tassi di mortalità per asma suddivisi in età, genere ed etnia che gli Stati Uniti mettono a disposizione del pubblico sin dal 1950.
“L'asma è una delle più diffuse malattie respiratorie croniche a livello globale, con un preoccupante aumento di prevalenza sia nella popolazione generale sia nei bambini, in Italia e nel mondo”, afferma il ricercatore. “Negli Usa, in particolare, è una delle malattie più comuni, che colpisce circa 20 milioni di persone ed è responsabile di oltre 5.000 decessi l'anno, con un notevole impatto in termini di costi socio-sanitari. Recenti studi hanno dimostrato che gli adulti hanno una probabilità di morire per asma circa 4 volte maggiore rispetto ai bambini, sebbene dal 1980 al 1998 i tassi di mortalità per asma infantile siano aumentati del 3,4% l'anno”.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, le variazioni di aridità sono state correlate con le fluttuazioni di due indici climatici - l’Atlantic Multidecadal Oscillation (AMO) ed il Pacific Decadal Oscillation (PDO) – che riflettono le variazioni della temperatura superficiale degli Oceani Atlantico e Pacifico. “Per verificare l’esistenza di una correlazione tra AMO, PDO e i tassi di mortalità per asma dal 1950 al 2015, sono state analizzate le oscillazioni periodiche delle serie temporali in esame. Ne è emerso che i tassi di mortalità per asma di quattro diversi gruppi di età (5-14 anni, 15-24 anni, 25-34 anni, 35-44 anni) registrano e condividono lo stesso schema di fluttuazioni dell’indice climatico AMO, con periodicità media di 44 anni”.
Il gruppo Cnr, sulla base di quanto sviluppato negli Stati Uniti, prevede ora di riprendere la ricerca nel Mediterraneo, ampliandola con dati epidemiologici sia dell’asma sia di altre patologie. Nell’area mediterranea infatti il Cnr, grazie anche al progetto NextData, dispone per gli ultimi millenni di serie storiche ad altissima risoluzione di diversi parametri climatici, ricostruiti attraverso lo studio di “carote” di sedimenti marini.
È il momento della consapevolezza: i danni della plastica in mare saranno al centro del convegno sui cosiddetti “marine litter”, letteralmente rifiuti in mare, organizzato da Assonautica Italiana il prossimo 21 settembre nell’ambito del Salone Nautico di Genova. La conferenza – “Marine litter: una delle maggiori sfide dell’umanità” – inizierà alle 14.00 in Sala Nervi.
L’incontro si snoda attraverso una riflessione e l’analisi nella realtà del nostro mondo globalizzato di come stanno le cose.
Come si può vincere questa sfida globale? Impegnandosi, come cittadine e cittadini, come membri delle associazioni della società civile e come imprese per arrivare a un grande atto d’impegno per il nostro Pianeta al fine di chiedere ai governi, istituzioni locali, nazionali e internazionali di assumere precise iniziative.
Questo contesto si arricchisce ulteriormente grazie al programma di interscambio Brasile – Italia, che prende spunto da un modello di azioni per la salvaguardia del mare, realizzato dall’Associazione della Nautica del Brasile ACATMAR nello Stato di Santa Catarina e denominato “Limpeza dos Mares”.
Durante l’incontro Assonautica firmerà il protocollo di WWF “Decalogo plastic free del diportista”, un “ottalogo”, in realtà, che contiene otto regole, tanti quante sono le direzioni della Rosa dei Venti.
Come stella polare un solo principio base: eliminare tutta la plastica superflua, usa-e-getta o sostituibile con materiali sostenibili (come legno, metallo, carta).
La firma del Protocollo è un altro contributo alla Campagna globale del WWF #StopPlasticPollution lanciata quest’anno: l’obiettivo del WWF è di eliminare la contaminazione di altri rifiuti plastici nei mari entro il 2030. La Petizione con cui si chiede un Accordo globale contro l’inquinamento da plastica dei mari ha già raggiunto un milione di firme.
I Presidenti dell’ENEA, Federico Testa, e di Italian Exhibition Group (IEG), Lorenzo Cagnoni, hanno sottoscritto un accordo triennale di collaborazione per l’economia circolare, le fonti rinnovabili, la mobilità sostenibile, le smart cities ed eventuali altri settori d’interesse. In particolare, ENEA fornirà supporto a IEG nella definizione di contenuti tecnici innovativi, nel trasferimento dell’innovazione, nella promozione delle tematiche della sostenibilità, ma anche nella formazione e aggiornamento professionale per industrie, PMI e operatori e in attività di informazione e comunicazione.
“Questo accordo si inquadra nell’ambito della nostra mission di Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, a supporto del sistema produttivo nazionale, della pubblica amministrazione, dei territori per rafforzare la competitività e la crescita", ha dichiarato il Presidente ENEA Federico Testa. "Come ENEA - ha aggiunto - possiamo dare un forte contributo con soluzioni, servizi, best practices e strategie per l’innovazione tecnologica, con particolare riferimento alla green&circular economy, la mobilità sostenibile, le fonti rinnovabili, in linea con la strategia europea di sviluppo economico sostenibile”.
L’accordo, ha detto Lorenzo Cagnoni, Presidente di IEG, “rinnova e amplia la precedente intesa nell’ambito di Ecomondo - Key Energy, piattaforma di riferimento internazionale per imprese ed operatori dei settori ambiente, energia ed efficienza energetica. La collaborazione riguarderà, in particolare, la prossima edizione di Ecomondo, che si svolgerà dal 5 all’8 novembre al quartiere fieristico di Rimini. Ecomondo è il salone leader europeo per l’economia circolare, incubatore di innovazione per le imprese verso il nuovo modello di business. Sold out l’intero quartiere per l’edizione 2019: attesi 1.300 espositori da 30 Paesi, visitatori da 150 Paesi; in programma 150 seminari con 1.000 relatori. In contemporanea a Ecomondo si svolgeranno Key Energy per il mondo delle energie rinnovabili e il triennale Sal.Ve, Salone del Veicolo Ecologico”.
Nell’occasione ENEA metterà a disposizione i propri Knowledge Exchange Officer (KEO), ricercatori specializzati nel trasferimento di soluzioni innovative alle imprese e illustrerà i servizi previsti dal Knowledge Exchange Program sviluppato in collaborazione con CNA, Confapi, Confartigianato, Confindustria e Unioncamere. (focus/ aise)