IL CONGRESSO TUONA: BASTA DISCRIMINAZIONI CONTRO GLI ITALIANI – di Vittorio Giordano

MONTRÉAL\ aise\ - “Visto il clima natalizio, avremmo voluto evitare. Ma, proprio perché è Natale, nessuno può arrogarsi il diritto di calpestare la dignità di una Comunità che ha contribuito, con i suoi valori, oltre che col sudore della fronte, a rendere il Canada il Paese evoluto ed avanzato che conosciamo oggi. Siamo quasi nel 2020, direbbe Trudeau, eppure alcuni pregiudizi e stereotipi del passato stentano a scomparire. Riemergendo, ogni tanto, in tutta la loro virulenza”. Ne scrive Vittorio Giordano sul “Cittadino canadese”, settimanale di Montreal di cui è caporedattore.
“Con l’aggravante che, come già successo in passato, a farsi portavoce di certi luoghi comuni superati e sepolti, sono proprio coloro che, come i giornalisti, avrebbero la responsabilità morale (oltre che deontologica) di informare secondo i valori-guida della verità, della completezza e della chiarezza.
Al riparo da pregiudizi, luoghi comuni, generalizzazioni e frasi fatte. L’Abc del giornalismo, insomma. E invece, dobbiamo constatare, basiti e costernati, che forse serviranno ancora un paio di generazioni prima che una certa mentalità venga consegnata all’oblio.
L’ultima puntata di questa “sagra del pregiudizio” si è consumata pochi giorni fa: nel mirino del Congresso Nazionale degli Italo-Canadese, regione Québec (CNIC), è finito l’articolo “Crime orcittadino.ca SEGUITECI SU: ganisé: le clan des Rizzuto revient en force à Montréal”, firmato da Félix Séguin e pubblicato dal Journal de Montréal.
Il Congresso, che ha percepito l’indignazione della Comunità che rappresenta, ha subito reagito indirizzando una lettera di protesta – a firma del presidente, Avv. Antonio Sciascia - alla direttrice Lyne Robitaille, all’editore Pierre-Karl Péladeau ed all’estensore del pezzo. Dopo aver ribadito il ruolo cruciale svolto dagli Italo-Canadesi per “lo sviluppo e la vitalità del Québec”, il Congresso ha tuonato: “Dovreste sapere che amalgamando il termine “italiani” o, in questo caso, di “siciliani”, con la “mafia” e il “crimine organizzato”, non fate altro che rinforzare vecchi e odiosi stereotipi, che danneggia no la reputazione ed il buon nome degli Italo-Quebecchesi”.
Errare è umano, ma perseverare è diabolico: “Vi abbiamo ripetutamente inviato lettere di indignazione sullo stesso tema, che voi avete inoltrato al vostro studio legale, che, nonostante diversi solleciti, non ha mai risposto alle nostre lettere del 12 ottobre 2011 e 18 luglio 2018”.
Poi l’affondo: “Vi ricordiamo che, secondo la Carta dei diritti umani e delle libertà del Quebec: “Ciascun individuo ha il diritto alla salvaguardia della propria dignità, del proprio onore e della propria reputazione”. (…). Quindi, l’avvertimento: “Sappiate – conclude la missiva – che, in mancanza di scuse e di un impegno formale ad astenervi in futuro dall'utilizzare questi amalgami atroci e dannosi, entro il 15 gennaio 2020, prenderemo in considerazione altre iniziative in modo che questi insulti cessino di esistere”.
Il Congresso è pronto ad andare fino in fondo: il JdM e Félix Séguin si facciano un esame di coscienza. Il giornalismo, quello vero, è un’altra cosa”. (aise)