IL PARLAMENTO EUROPEO CHIEDE LA CHIUSURA DEI "CAMPI DI RIEDUCAZIONE" PER UIGURI NELLO XINJIANG
BRUXELLES\ aise\ - Il Parlamento Europeo condanna la repressione cinese degli uiguri e, in una risoluzione approvata oggi, chiede al governo cinese di chiudere immediatamente i "campi di rieducazione" nello Xinjiang.
Gli eurodeputati condannano fermamente il fatto che centinaia di migliaia di uiguri e persone di etnia kazaka siano stati inviati in "campi di rieducazione" politica sulla base di un sistema di polizia predittiva, e esortano il governo cinese a porre immediatamente fine alla pratica delle detenzioni arbitrarie di membri delle minoranze uigura e kazaka in assenza di capi d'accusa, di un processo o di condanne per reati, a chiudere tutti i campi e i centri di detenzione e a liberare immediatamente e incondizionatamente le persone detenute, compreso il vincitore del Premio Sacharov di quest'anno, Ilham Tohti.
Internamento di massa e sorveglianza digitale intrusiva
“Esistono solide informazioni secondo cui gli uiguri e altre minoranze etniche, principalmente musulmane, nella provincia dello Xinjiang sono soggetti a detenzioni arbitrarie, torture, a pesanti restrizioni delle pratiche religiose e a un'ampia sorveglianza digitalizzata”. È quanto evidenziato dal Parlamento Ue che chiede alle autorità cinesi di garantire ai giornalisti e agli osservatori internazionali un accesso libero alla Regione autonoma uigura dello Xinjiang per valutare la situazione nel territorio.
I deputati sono poi preoccupati dalle segnalazioni su atti di vessazione delle autorità cinesi nei confronti degli uiguri residenti all'estero al fine di indurli a rivelare informazioni su altri uiguri, a fare ritorno nello Xinjiang o a non parlare della situazione di tale regione, talvolta ricorrendo alla detenzione dei loro familiari.
Sanzioni contro le autorità cinesi
L’approccio adottato e gli strumenti utilizzati fino ad oggi dall'UE non hanno prodotto progressi tangibili nella situazione dei diritti umani in Cina, che è invece peggiorata nell'ultimo decennio. È essenziale che l'UE sollevi la questione della violazione dei diritti umani in Cina in ogni dialogo politico con le autorità cinesi. I deputati continentali chiedono al Consiglio di adottare sanzioni mirate e di congelare i beni, se ritenuto opportuno ed efficace, contro i funzionari cinesi responsabili di una grave repressione dei diritti fondamentali nello Xinjiang. (aise)