IL PARLAMENTO EUROPEO DICHIARA L'EMERGENZA CLIMATICA

BRUXELLES\ aise\ - In vista della COP25, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà dal 2 al 13 dicembre a Madrid, alla cui inaugurazione sarà presente il presidente David Sassoli, il Parlamento Europeo ha approvato oggi, 28 novembre, una risoluzione che dichiara un'emergenza climatica e ambientale in Europa e nel mondo. La risoluzione è stata approvata con 429 voti a favore, 225 contrari e 19 astensioni.
Il PE, chiede quindi alla Commissione di garantire che tutte le proposte legislative e di bilancio pertinenti siano pienamente in linea con l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 °C.
In un’altra risoluzione separata, il Pe esorta l'UE a presentare alla Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici una strategia per raggiungere la neutralità climatica al più tardi entro il 2050. I deputati chiedono inoltre alla nuova Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, di includere nel Green Deal europeo un obiettivo di riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030.
“Il Parlamento europeo – afferma Pascal Canfin, Presidente della commissione parlamentare per l’ambiente, la salute pubblica e la sicurezza alimentare -, ha appena adottato una posizione ambiziosa in vista della prossima COP25 di Madrid. Data l'emergenza climatica e ambientale, è essenziale ridurre le nostre emissioni di gas a effetto serra del 55% entro il 2030. Si tratta inoltre di un messaggio chiaro e tempestivo alla Commissione, alcune settimane prima della pubblicazione della comunicazione sul Green Deal”.
Le ambizioni attuali del trasporto aereo e marittimo non sono all'altezza delle necessarie riduzioni delle emissioni. Tutti i paesi dovrebbero includere tali emissioni nei loro piani di contribuzione nazionale (NDC). Il Parlamento europeo, inoltre, chiede alla Commissione di proporre l’inclusione del settore marittimo nel Sistema UE di scambio delle quote di emissione (ETS).
Ma non solo, perché secondo il PE, i Paesi UE dovrebbero quantomeno raddoppiare i loro contributi al Fondo verde internazionale per il clima. Gli Stati membri sono i maggiori fornitori di finanziamenti pubblici per il clima e il bilancio dell'UE dovrebbe rispettare pienamente gli impegni internazionali. Inoltre, si sottolinea che gli impegni dei paesi sviluppati non raggiungono l'obiettivo collettivo di 100 miliardi di dollari all'anno a partire dal 2020.
Infine, si chiede con urgenza a tutti i Paesi UE di eliminare gradualmente tutte le sovvenzioni dirette e indirette per i combustibili fossili entro il 2020. (aise)