“ITALIA ANCORA”: NUOVO APPELLO DELLA FONDAZIONE CRESCI PER L’ARCHIVIO DELL’EMIGRAZIONE 2.0
LUCCA\ aise\ - Primo maggio. In vista della festa del lavoro - indetta, oltre un secolo fa, per ricordare le grandi battaglie per la conquista dei diritti dei lavoratori - la “Fondazione Paolo Cresci per la storia dell’emigrazione italiana” invita ancora una volta tutti i connazionali all’estero a parlare, appunto, del loro lavoro. “Quello che svolgete o avete svolto nei vari continenti in cui vi trovate”.
“In un periodo in cui è tornata, massiccia, l’emigrazione italiana, vogliamo vivere questo giorno insieme a voi - giovani, adulti, pensionati - che siete partiti in cerca di migliori opportunità di vita o per realizzare i vostri desideri”, spiega la Fondazione, che in occasione della ricorrenza del primo maggio chiede ai connazionali di prendere il telefono cellulare e raccontare la loro esperienza tramite una ripresa video di pochi minuti.
“Raccontateci cosa fate nel Paese in cui vi siete stabiliti, cosa facevate in Italia. E cosa vorreste venisse fatto in Italia per poter tornare, se lo desiderate. Lo vorrebbe, ad esempio, Simone Cerrato, 37 anni, di Torino, videomaker rientrato dall’Australia, ma pronto a ripartire perché “sicuramente in Italia non vedo tante prospettive. Il mio sogno sarebbe fare il mio lavoro nel mio paese invece di dover emigrare””.
I video, da inviare a info@fondazionepaolocresci.it, andranno ad arricchire l’archivio della Fondazione Cresci e il suo museo.
L’appello è stato lanciato anche con un video sul canale YouTube della Fondazione.
“Dopo “Italia addio, non tornerò”, il nostro docufilm che ha mostrato il nuovo mondo dell’emigrazione giovanile, l’Italia altrove, la raccolta continua”, continuano dalla Fondazione. “Alle lettere, alle foto in bianco e nero, agli struggenti ricordi di chi è partito tanti anni fa, col fagotto o la valigia di cartone, ora affianchiamo le testimonianze di voi che oggi siete chiamati expat e partite non coi bastimenti, ma in treno e in aereo, col trolley e super tecnologizzati. I pezzi di carta ingialliti sono sostituiti dai video, ma dentro ci sono, oggi come allora, sempre scelte, sogni, rischi, speranze e voglia di fare. E sono documenti altrettanto preziosi, per la conservazione di una fetta di storia: l’emigrazione degli anni 2000”.
Così sarà arricchito il nuovo archivio della Fondazione Paolo Cresci per la storia dell’emigrazione italiana, “il primo museo al mondo che si propone di custodire le memorie non solo dell’emigrazione storica – conservata grazie agli oltre 15.000 documenti raccolti durante la sua vita dal ricercatore fiorentino Paolo Cresci – ma anche di quella attuale. Perché, in futuro, anche queste saranno storia, una parte importante di storia italiana. E hanno il diritto di non essere sparse sul web, ma di avere un luogo e un canale a loro dedicato”.
La Fondazione ringrazia tutti coloro che, per queste ragioni, collaboreranno o aderiranno al progetto divulgandolo. “Saranno le vostre testimonianze a realizzare questo nuovo archivio della Fondazione Cresci, che valorizza passato e presente dell’emigrazione, ieri e oggi. Perché l’oggi – ora cronaca – diventerà storia”. (aise)