ITALIA E SUD AFRICA PARLANO DI VITICOLTURA ED ENOLOGIA A STELLENBOSCH

PRETORIA\ aise\ - L’Ambasciata d’Italia a Pretoria, il Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria (CREA) e l’Agricultural Research Council sudafricano (ARC) hanno organizzato nelle settimane scorse in Sud Africa un workshop scientifico bilaterale sullo stato e le prospettive della ricerca e dell’innovazione nel settore vitivinicolo.
L’evento ha coinciso con l’apertura della Settimana della cucina italiana nel mondo e si è svolto presso la fattoria sperimentale Nietvoorbij dell’ARC a Stellenbosch, principale centro per la coltivazione della vite e la produzione di vino nell’Africa sub-sahariana.
Le sessioni del workshop si sono incentrate sui temi del cambiamento climatico e dei suoi effetti sulla produzione vitivinicola, della sostenibilità nella catena produttiva e delle opportunità di collaborazione, sia economico-commerciali che scientifico-tecnologiche, tra Italia e Sud Africa. Tra i temi affrontati, lo studio dei cambiamenti climatici sulle colture e le metodologie di contrasto e mitigazione dei danni, le biotecnologie applicate alla viticoltura, lo studio e la gestione delle malattie delle piante, il miglioramento genetico delle varietà produttive, i processi e le strategie enologiche, l’innovazione tecnologica nella filiera produttiva, la viticoltura di precisione, gli aspetti merceologici, economici ed imprenditoriali del settore vitivinicolo.
I ricercatori dell’ARC e del CREA hanno poi condotto a Johannesburg "A sip of science", un wine tasting scientifico organizzato durante la manifestazione "Vino in Piazza", per la promozione dei vini italiani. La degustazione ha riguardato vini ottenuti dalle stesse varietà prodotte in Italia e Sud Africa (Sauvignon Blanc e Cabernet Sauvignon) e da varietà ibride prodotte nei due Paesi (Pinotage per il Sud Africa e Sauvignon Kretos e Merlot Khorus per l’Italia).
I cinquanta partecipanti alla degustazione hanno avuto la possibilità di apprezzare gli effetti della composizione del suolo, del clima e delle tecniche enologiche sulle proprietà organolettiche dello stesso vino prodotto nei due Paesi. I vini prodotti tramite le varietà ibride italiane hanno aperto una finestra sul possibile futuro della produzione vitivinicola, visto che l’ibridazione permette di aumentare la resistenza della vite a diversi tipi di malattie, riducendo dell’80 per cento il numero di trattamenti periodici richiesti in campo, con effetti positivi sulla sostenibilità ambientale e le spese di coltivazione. (aise)