LA DIPLOMAZIA ITALIANA IN TUNISIA
ROMA – focus\aise\ - Italia e Tunisia sono unite da profondi e consolidati legami politici, culturali, economici, le cui radici affondano nella prossimità geografica, nella convergenza di interessi nell’area mediterranea e nelle numerose opportunità di contatto e di scambio tra le rispettive comunità nazionali.
Sul solco di rapporti così profondi e lontani nel tempo, la scorsa settimana due esponenti del Ministero degli Affari Esteri si sono contemporaneamente recati a Tunisi: il segretario generale della Farnesina, Elisabetta Belloni, e il direttore generale per gli Italiani all'Estero e le Politiche Migratorie, Luigi Maria Vignali. Scopo della duplice missione rafforzare i rapporti bilaterali, soprattutto in ambito economico e migratorio, e affrontare le sfide regionali.
L'ambasciatrice Belloni ha incontrato a Tunisi il sottosegretario agli Affari Esteri, Sabri Bachtobji, e poi, accompagnata dal sindaco di Tunisi, Souad Abderrahim, si è recata in visita all’ex Presbiterio di Santa Croce, antico convento ubicato nel cuore della Medina, interamente restaurato nel 2017 grazie ad un finanziamento della Cooperazione Italiana pari a 1,2 milioni di dinari tunisini. L’antico Presbiterio “Santa Croce” è stato trasformato in un “Centro Mediterraneo delle Arti Applicate”, centro di artigianato, di esposizioni temporanee e permanenti, di formazione e di attrazione culturale, il cui filo conduttore è il Mediterraneo, considerato come un luogo di incontri, di commercio e di scambi tra culture e paesi costieri.
L'iniziativa, volta a salvaguardare il patrimonio storico, artistico e monumentale della Medina, ha potuto contare su ulteriori fondi italiani di 2,3 milioni di dinari per ripristinare anche la vecchia chiesa, dotata di spazi per concerti, mostre e hosting. Il complesso di “Santa Croce” ha in effetti una lunga storia : la chiesa è stata edificata nel 1662 ed era l’unica parrocchia esistente in Tunisia.
A Tunisi il direttore generale Vignali ha rilanciato a sua volta il negoziato per un nuovo Accordo di gestione congiunta dei flussi migratori. Al centro dei colloqui: rimpatrio dei migranti irregolari; programmi di sviluppo sostenibile; formazione professionale per la gioventù tunisina; e canali di migrazione circolare.
Tra i programmi già in essere si segnala il progetto PINSEC, dedicato ai percorsi di inserimento sociale di giovani e donne potenzialmente migranti o migranti di ritorno. Si tratta di un’iniziativa realizzata dall’ONG italiana CIES e finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
L’Hub Dar El Ourabi, situato a Manouba nella periferia Nord Ovest di Tunisi, ospita tutti i corsi di formazione, di accompagnamento e di sostegno all’inserimento lavorativo dei giovani tunisini beneficiari dell’iniziativa. Fra gli altri si segnala il corso su “Media e migrazione: per una copertura mediatica professionale e pluralista”. Tale seminario, aperto a tutti i giornalisti tunisini (della carta stampata, online, radiofonici e televisivi), è in realtà la continuazione naturale di un analogo percorso formativo organizzato già lo scorso anno, nel 2018. Mentre la prima edizione si era limitata all’organizzazione di lezioni frontali sul tema del fenomeno migratorio nei media, in questa seconda parte si è optato per un approccio più partecipativo. La risposta è stata positiva, considerata l’affluenza sopra le previsioni (24 i giornalisti alla fine presenti).
Durante i tre giorni di seminario, i partecipanti hanno cosi potuto ascoltare le interessanti lezioni di un giornalista affermato nel panorama tunisino come Mohamed Chalbi (già membro del Centro Africano Internazionale di Formazione dei Giornalisti), oltre che di diverse personalità esperte sul tema migrazione, di diverse organizzazioni come ad esempio l’OIM. I giornalisti sono stati sottoposti ad un’esercitazione di gruppo: l’analisi comparata di reportage sul medesimo fatto di cronaca a tema migrazione, raccontato da differenti testate e con diversi stili narrativi. A seguire c’è stata una discussione di gruppo per stabilire quali fossero le caratteristiche che potessero rendere un articolo più professionale e credibili rispetto a un altro (verifica delle fonti, coerenza della narrazione, correttezza dei dati ecc.). Infine, i partecipanti sono stati invitati a realizzare un reportage personale su una vicenda afferente al tema della migrazione.
In contemporanea a questo seminario, in un’altra sala dell’Hub è stato organizzato un diverso corso di formazione, destinato in questo caso ai funzionari municipali provenienti dal Governatorato di Gran Tunis. Grazie alla presenza di esperti in materia di protezione giuridica, i presenti hanno cosi potuto approfondire gli aspetti giurisprudenziali legati alla migrazione e più in particolare i migranti di ritorno.
Con queste buone prospettive il progetto entra nel suo secondo anno di attività e si avvia verso la fase centrale della sua realizzazione (l’iniziativa ha infatti una durata prevista di tre anni, 2018-2021). Tra le altre attività rilevanti svolte all’interno del progetto occorre menzionare i10 workshop organizzati la scorsa estate e indirizzati agli attori locali del territorio (presidenti dei Municipi, referenti del Dipartimento Affari Sociali a livello municipale, membri eletti in carica al dipartimento Affari Sociali, Culturali, Infanzia, gioventù e Sport).
Questi seminari hanno avuto il proprio focus sull’approfondimento del profilo migratorio, dei servizi alla migrazione delle istituzioni pubbliche e della cooperazione internazionale, nonché la presentazione di buone pratiche dell’inclusione della migrazione nei piani di sviluppo locale. Saranno invece circa 100 gli operatori linguistici e culturali che verranno formati nei prossimi mesi sempre sule tema dell’inclusione sociale di potenziali migranti e migranti di ritorno.
Un evento centrale del progetto sarà infine l’organizzazione di una Fiera del lavoro, in collaborazione con la Camera di Commercio Tuniso Italiana, prevista per il prossimo giugno. A tale evento potranno cosi partecipare tutti quei giovani che, dall’inizio dell’iniziativa, si sono avvicinati ai servizi offerti dal progetto. In questo modo avranno così l’occasione di presentare il proprio curriculum ed eventuali idee imprenditoriali direttamente ad aziende tunisine nonché imprese italiane presenti in Tunisia.
Una campagna di sensibilizzazione sui rischi della migrazione irregolare è in fase di studio. Il progetto PINSEC intende coinvolgere diverse associazioni del volontariato per organizzare attività di sensibilizzazione nei vari quartieri di Tunisi con caffè-dibattito, proiezioni cinematografiche, attività sportive che mirano a veicolare un messaggio chiaro ai giovani. (focus\aise)