“LA DONNA CHE DISSE NO” IN SCENA A TUNISI CON L’IIC

TUNISI\ aise\ - L’Istituto Italiano di Cultura di Tunisi, in occasione delle celebrazioni per la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, porta in scena “La donna che disse no”, il 28 novembre al 4émé Art di Tunisi, a cura de La Compagnia Onirika del Sud.
“La donna che disse no”, un’opera teatrale scritta e diretta da Pierpaolo Saraceno, che la interpreta con Mariapaola Tedesco, è liberamente tratta dalla storia di Franca Viola. Spettacolo con più di duecentottanta repliche dal 2016 a oggi, vincitore di nove premi nazionali, “La donna che disse no” è portata in scena dalla compagnia Onirika del Sud che, fondata a Roma nel gennaio del 2013 da Saraceno, interpreta opere che nascono da un’attenta osservazione della quotidianità e soprattutto dalle antiche tradizioni e culture proprie del Sud Italia.
Quello di Franca Viola fu il primo vero rifiuto al matrimonio riparatore in Italia. Viola è divenuta il simbolo della crescita civile dell'Italia e dell'emancipazione delle donne italiane nel secondo dopoguerra. All’epoca, siamo nel 1965, in Italia, secondo l’articolo 544 del codice penale, il crimine di stupro veniva considerato come non avvenuto se l’aggressore sposava la sua vittima. Grazie al rifiuto e al coraggio di Franca Viola, l’articolo 544 verrà abrogato nel 1981 e solo nel 1996 lo stupro sarà finalmente riconosciuto giuridicamente, in Italia, non solo come un crimine "contro la morale", ma anche come un crimine "contro la persona".
Lo spettacolo sarà anticipato il 27 novembre da un incontro di Saraceno con gli studenti dell’Institut Supérieur des Sciences Humaines de Tunis (I.S.S.H.T.) per parlare della figura di Franca Viola e delle conseguenze giuridiche della sua scelta, ma anche di come nasce e prende vita uno spettacolo e di come si approfondisce l'uso della lingua e del dialetto in una pièce teatrale.
Collaborano allo spettacolo Matteo Filidoro (luci), Diletta D'Ascia (assistente di produzione), Concetto Fruciano (musiche) e Ines Labib (traduzione). (aise)